Cittadinanza attiva si può? Un libro “virtuoso” di Marco Boschini
recensione a «Panchine ribelli» ovvero «Basta poco per cambiare tutto. Viaggio nell’Italia che non si rassegna» (*)
Continua a leggereil Blog di Daniele Barbieri & altr*
recensione a «Panchine ribelli» ovvero «Basta poco per cambiare tutto. Viaggio nell’Italia che non si rassegna» (*)
Continua a leggereCome morì Giuseppe Pinelli: squarci di verità da alcune carte dimenticate di Saverio Ferrari (*) Giuseppe Pinelli precipitò dal quarto piano della questura di Milano pochi minuti dopo la mezzanotte del 15 dicembre 1969.
Continua a leggeredi Alexik (*) “Era quasi menzanotte e cadiu nella corti e strisciò lu cornicioni ch’era sutta a lu balconi. Era mortu n’allìstanti stiso in terra malamenti e pareva fossi mortu un’istanti prìcidenti. Lu questuri dissi poi non l’abbiamo ucciso noi !” (Franco Trincale) “Vi giuro che non l’abbiamo ucciso noi !” È la mattina del 16 dicembre 1969, sono passati quattro giorni
Continua a leggere… viene “suicidato” nella questura di Milano
Continua a leggereNasce Enrico Baj di Santa Spanò (*)
Continua a leggere… andando a ritroso nel tempo (*) LETTERA A UN’AMICA SU CALABRESI, PINELLI E NOI di Mark Adin
Continua a leggereGiuseppe Pinelli “precipita” da una finestra della Questura di Milano di Energu (*)
Continua a leggere… complotti per riscrivere la storia; ne «L’infiltrato» di Egidio Ceccato la ricostruzione di un pezzo della strategia della tensione tra fantasia e realtà. Una nuova corrente storiografica all’insegna della dietrologia più sfrenata di Saverio Ferrari, Enrico Maltini, Elda Necchi Aveva iniziato Paolo Cucchiarelli con «Il segreto di piazza Fontana» (Ponte alla Grazie 2009) un
Continua a leggereChi c’era in questura? Dalle carte dell’Ufficio Affari Riservati molti nuovi elementi per riaprire le indagini sulla morte (il 15 dicembre 1969) del ferroviere anarchico, accusato ingiustamente per la strage di piazza Fontana. Un libro di Gabriele Fuga ed Enrico Maltini. di Saverio Ferrari (*)
Continua a leggereCi sono dolori che vanno tenuti stretti come madri, e ricordi che diventano nel tempo tatuaggi. Sono identità, giuramento, prima pietra, sguardo nel buio. Mi stupisce sempre constatare quanto sia viva quella indissolubilità di fatti: la bomba e il volo di Pino. Immaginare, quasi percepire il rumore dello schianto del corpo, il suono, sordo e spaventoso, della violenza di Stato.
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