Tappabuchi a chi? Semmai vespa

Primo piano di un bipede terrestre (il link chiarisce: «Daniele Barbieri, uno dei»: galassia 19, sistema solare, pianeta Terra – vedi scheda).

Si agita, mugugna.

Uno screening telepatico può chiarire il contesto: «Sono incasinato con la mia recensione di fantascienza per il prossimo martedì (“Di Marte si parte”). Quella lì non posso metterla che forse me la pubblicano; codesta non va; quella non c’ho tempo di finirla. Mumble, mumble, bubble, boh».

Zot. Un lampo.

Davanti al suddetto bipede terrestre, intento in codesti pensieri, si materializza un brano della seconda pagina del romanzo «Missione su Jaimec» (titolo originale, ben più bello: «Wasp») scritto nel lontanissimo 1957 (tempo standard secondo la numerazione «dopo Cristo» o «era comune») da Erik Frank Russell.

Ecco il brano.

Wolf aprì un cassetto, ne trasse alcuni fogli e glieli passò: «Leggeteli».

[…] Mowry gettò un’occhiata. Comuni notizie giornalistiche. Le esaminò più attentamente.

La prima giungeva dalla Romania e parlava di un buontempone locale. Questo bel tipo non aveva fatto altro che fermarsi in mezzo alla strada e guardare il cielo con aria estatica gridando «Fiamme azzurre». Alcuni curiosi gli si erano stretti intorno […] il crocchio era diventata una piccola folla, la folla una moltitudine. In poco tempo la ressa aveva bloccato il traffico […] Erano piombati sul posto polizia, vigili del fuoco, giornalisti […] Il governo aveva dato ordine alla flotta aerea di dare un’occhiata e il panico si era sparso su un’area di 300 chilometri.

[…] La seconda notizia riguardava un’audacissima evasione. Due pericolosi assassini avevano rubato un’automobile; ed erano riusciti a percorrere quasi 100 chilometri prima di essere catturati, 14 ore dopo.

La terza notizia riferiva di un incidente stradale. Tre morti, un ferito gravissimo, la macchina ridotta un rottame. […]

Mowry restituì i fogli.

– Cosa c’entro io con questo?

– Prendiamo queste notizie nell’ordine in cui le avete lette. […] La prima. Questo signore romeno non ha fatto assolutamente niente, se non fissare il cielo e borbottare qualcosa. Eppure ha costretto un governo a fare salti mortali […] Questo dimostra che, in determinate circostanze, azione e reazione possono essere ridicolmente sproporzionate fra loro. […] Occupiamoci dei due ergastolani. Neanche loro hanno fatto molto. Hanno scavalcato un muro, rubato una macchina e guidato come pazzi finché hanno avuto benzina. Ma per la maggior parte di quelle 14 ore hanno monopolizzato l’attenzione di 6 aerei, 10 elicotteri e 120 autopattuglie. Hanno tenuto impegnati […] polizia, squadre di volontari, cacciatori, guardie forestali e Guardia Nazionale. Un totale di 27 mila uomini. […] Infine occupiamoci di questo incidente. Il passeggero che era sopravvissuto ha potuto spiegare. Ha detto che il guidatore aveva perso il controllo perché cercava di scacciare una vespa che era entrata dal finestrino e stava ronzandogli intorno al viso. […] Il peso di una vespa è circa mezza oncia. La sua sola arma è un piccolo pungiglione e in questa circostanza la vespa non l’ha neppure adoperato. Tuttavia ha ucciso uomini grandi e grossi e ha trasformato una potente automobile in un ammasso di ferraglia contorta.

La cinepresa telepatica (tele-empatica? tele-patetica?) si sposta di nuovo sul bipede suddetto. Il suo ghigno potrebbe significare: «ce l’ho fatta, questo è un tappabuchi con i fiocchi». Ma invece la sub-voce pronuncia queste parole: «Wasp in inglese è vespa, e io sono una vespa. Trullalà»

Su alcuni schermi (scherni?) compare ora la parola ENIF. Girando dietro, se credono, gli italianofoni possono leggono FINE.

 

Redazione
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Un commento

  • Andrea ET Bernagozzi

    Per chi non vuole girare dietro, italianofoni anglofoni o altrofoni, Enif è il nome della stella che nel disegno classico rappresenta la punta del muso del cavallo nella costellazione di Pegaso. Grandissimo Erik Frank Russell e se qualcuno si lamenta di un simile “tappabuchi” si merita un bel Fift!

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