Taranto: inquina anche ArcelorMittal

di Associazione PeaceLink (*)

Con la gestione Arcelor Mittal c’è meno inquinamento a Taranto rispetto al periodo dei Commissari Ilva?

Proviamo a rispondere a questa domanda con un report specifico. Abbiamo finalmente un quadro completo dei primi cinque mesi di gestione ArcelorMittal a Taranto.

Quelli che pubblichiamo sono i dati Arpa-Ispra della cokeria per il periodo che va dal giorno 1 novembre 2018 al 31 marzo 2019. Essi sono raffrontati con i corrispondenti dati che vanno dal giorno 1 novembre 2017 fino al 31 marzo 2018.

Sono state calcolate le medie. Il raffronto, per il medesimo periodo di tempo, è stato effettuato anche per il quartiere Tamburi utilizzando i dati della centralina Arpa di Via Machiavelli.

Ecco i risultati:

Centralina Inquinante Media Nov2017-Mar2018 ILVA Media Nov2018-Mar2019 ArcelorMittal Incremento
Cokeria BLACK CARB 934,2667 1005,696 7,65%
Cokeria C6H6 20,88467 20,11367 -3,69%
Cokeria H2S 7,47651 12,62069 68,80%
Cokeria IPA TOT 23,88542 45,88514 92,11%
Cokeria PM10 ENV 62,48667 82,86111 32,61%
Cokeria PM10 SWAM 70,22603 87 23,89%
Cokeria PM2.5 SWAM 41,16901 54,37313 32,07%
Taranto – Machiavelli C6H6 0,9095238 1,066906 17,30%
Taranto – Machiavelli CO 0,6953642 0,7244755 4,19%
Taranto – Machiavelli IPA TOT 15,68874 19,83448 26,42%
Taranto – Machiavelli NO2 46,16667 45,46528 -1,52%
Taranto – Machiavelli PM10 21,76159 23,13907 6,33%
Taranto – Machiavelli PM2.5 10,71523 12,22517 14,09%
Taranto – Machiavelli SO2 4,352414 5,109028 17,38%

Cokeria

Si può notare che in cokeria l’unica emissione che è calata è quella del C6H6 (ossia del benzene) che si misura in microgrammi a metro cubo. Il calo è stato del 3%.

Gli altri inquinanti in cokeria sono invece tutti saliti, e non di poco. L’incremento più vistoso è quello degli IPA totali: +92%.

Segue l’idrogeno solforato (H2S) con un +68%. Si notano anche gli incrementi per il PM10 (+32% o + 23% a seconda delle tecnologia utilizzata) e il PM2,5 (+32%).

Segue il black carbon con un +7%. Una parte di queste emissioni sono classificate dall’agenzia IARC nel gruppo 1 come cancerogeni certi per l’uomo; è il caso del PM10 e PM2,5, ma anche degli IPA che contengono il pericoloso benzo(a)pirene.

Gli inquinanti citati si misurano in microgrammi a metro cubo, tranne gli IPA totali e il black carbon la cui unità di misura della concentrazione è il nanogrammo a metro cubo.

Tutte quelle che abbiamo esaminato sono emissioni diffuse e fuggitive (dette anche non convogliate) e riguardano l’impianto probabilmente più complesso da mettere a norma: la cokeria. Tale impianto è attualmente sotto sequestro penale.

Tuttavia ha ricevuto la facoltà d’uso (con i decreti salva-ILVA). La cokeria disponeva di tale facoltà d’uso a condizione che gli interventi di messa a norma fossero terminati entro il 2014.
Questa era la condizione che la Corte Costituzionale considerava indispensabile ai fini di un “bilanciamento” fra diritto alla salute e diritto al lavoro.

Ma il termine del 2014 (contenuto nell’AIA riesaminata nel 2012) è stato prorogato più volte, fino ad essere spostato al 2023.

Anche il termine ultimo per dotare la cokeria del certificato di prevenzione incendi è stato spostato al 2023.

La Regione Puglia ha chiesto un riesame dell’AIA (anche per accorciare i tempi) ma il Ministero dell’Ambiente non ha acconsentito.

Quartiere Tamburi

Per quanto riguarda la qualità dell’aria del quartiere Tamburi misurata dalla centralina Arpa di via Machiavelli, l’unico dato in diminuzione è quello del biossido di azoto (NO2) che è calato dell’1% ma tutti gli altri inquinanti sono aumentati nel periodo che va da quando ArcelorMittal ha preso possesso dello stabilimento siderurgico, ossia dal giorno 1 novembre 2018, al 31 marzo 2018 (lo stesso per il quale abbiamo monitorato le emissioni della cokeria mediante i dati della centralina relativa).

Gli inquinanti in maggiore aumento sono gli IPA totali (+26%), il benzene (+17%), l’anidride solforosa (+17%) e il PM2,5 (+14%). Il PM10 ha avuto un incremento del 6%. Anche il monossido di carbonio (CO) è aumentato (+4%). In nessun caso vi è stato un superamento dei limiti di legge.
Diversi di questi parametri associati a effetti cancerogeni e a effetti cardiovascolari. L’esposizione dei lavoratori e della popolazione a tali sostanze non è tuttavia priva di effetti avversi sulla salute anche a concentrazioni sotto i limiti di legge, come ha più volte precisato l’Arpa.
Non vanno infine dimenticati gli effetti neurotossici di diverse sostanze di origine siderurgica, le cui conseguenze sono documentate nella letteratura scientifica sia in età pediatrica che in età avanzata.

(*) tratto da https://www.tarantosociale.org.

 

 

Redazione
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