Tempo fuori di sesto (di Philip Dick)

Recensione di Giangiuseppe Pili

Ragle Gumm è un uomo sulla quarantina, senza lavoro e a casa della sorella Margo e del cognato Vic. Egli aiuta economicamente la sua piccola famiglia risolvendo dei problemi matematici del più importante quotidiano della nazione.

La vita di un paese degli Stati Uniti si svolge sempre uguale. Lentamente Ragle incomincia a sentire che qualcosa non torna: dietro quella realtà così normale, si cela un mistero inquietante nel quale egli gioca un ruolo fondamentale. Un uomo può davvero credere di essere al centro dell’universo senza essere un pazzo?

Philip Dick tratta un problema attuale, inquietante e profondo: le connessioni tra la realtà e le proprie rappresentazioni di essa, dove inizia l’una e dove finisce l’altra. Pagina dopo pagina Dick stravolge lo spazio e il tempo, arrivando a deformare sempre più vorticosamente la percezione della realtà, facendola trapassare su un livello più vero e, al contempo, più allucinato. La maestria che gli è propria, gli consente di non far perdere il lettore dietro la confusione stessa del protagonista nel quale, in modo sempre più coinvolgente, si finisce per identificarsi. Questo processo di proiezione e lo straniamento portato dalla “distruzione” delle coordinate della realtà, portano il lettore a vivere in un mondo allucinato dove, l’ultima verità, invece di sciogliere il dramma psicologico, l’infittisce.

Siamo abituati a vivere processi di questo tipo grazie ai Mass media, che ci propongono i fatti e le percezioni subliminali, istintive e soggettive in un modo così mescolato da rendere la realtà un incubo ad occhi aperti. Il romanzo “Tempo fuor di sesto” ci conduce verso questo universo dove oggetto e soggetto si fondono. Il che risulta ancor più straordinario se si pensa che Dick visse in un periodo meno condizionato dall’informazione di quanto lo sia oggi, tenuto conto di internet e delle nuove miracolose tecnologie che disperdono la realtà attraverso infinite rappresentazioni parziali di essa.

La conclusione non sarà forse la più originale del panorama dei romanzi dickiani, ma è senza dubbio la più terribile. Il percorso del protagonista è andare verso il futuro riscoprendo le proprie reali origini attraverso la soluzione di un mistero che poteva apparire senza senso.

Philip K. Dick

Tempo fuori di sesto.

Fanucci

PICCOLA NOTA DI PRESENTAZIONE

Da oggi inizia a collaborare su codesto blog Giangiuseppe Pili (vi state chiedendo se è parente di Enrico Pili?). Benvenuto. Oltre alla recensione di “Tempo fuori di sesto” trovate qui accanto quella di “Illusione di potere” (ancora lui il nostro amato Philip Dick) e invece collegata a un’altra rec – cioè retrodatata – quella su “Tortuga” di Valerio Evangelisti. Se qualcuna/o si chiede: “non è che si parla troppo di Philiph Dick in questo blog”…. la risposta è: “no”. Semmai si parla troppo poco di Theodore Sturgeon e di Ursula Le Guin ma questo è un altro discorso (db)

Redazione
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6 commenti

  • ma Giangiuspeppe è parente di Enrico? suo figlio non si chiama così….

  • Vero. poco di sturgeon e della le Guin!
    E delle SCRITTRICI!!!! Molte, bravissime.

  • Tana per Fiorella. Ovvero: giustissimo ma ti sei data la zappa sui piedi.
    Noi, popoli delle galassie temporaneamente riuniti, su codesto glob, CHIEDIAMO DI SAPERE:
    1- i nomi delle scrittrici
    2-il perchè della loro bravura (i terrestri dicono recensioni)
    3- quando Fiorella ne scriverà
    (msg inviato telepaticamente a db e da lui trascrito tramite 6-7 dita)
    2

  • sono tutte le Fiorelle del mondo. e sono fuori TEMPO (massimo) perché questo blog, di altri non so, è
    come quei libri che metti da parte per leggere quando c’è un attimo in più di TEMPO o se volete di TEMPI migliori.
    ma per tornare ai nostri o meglio alle nostre ecco un piccolo elenco non esaustivo di scrittrici di sfs, per accontentare sia gli anglofili sia noi comuni mortali,
    Nancy Kress,di cui ho adocchiato il nome in cima al blog di oggi, della quale consiglio di rileggere se lo trovate “La città della luce” ed.Nord, 1989;
    Nicoletta Vallorani e la sua detective milanese DR “Dream box” Urania 1997
    Connie Willis, “Strani occhi” un Urania del 1997, non dimenticando quel piccolo gioiello auto-ironico che secondo me è il racconto “Anche la Regina” ristampato su Il meglio della SF/II millemondi inverno 2009
    Sheri S. Tepper “Cronache del dopobomba”urania 1995, “Le torri del dominio” Cosmo Nord, 1992, “Pianeta di caccia” Nord 1991, con il seguito “Il segreto degli Arbai”, Nord 1993, “La razza perduta” Nord 1992,
    Angela Carter “Le infernali macchine del desiderio” Tea Due 1995 ma anche “La passione della nuova Eva” (che non ho TEMPO di cercare nei miei affastellamenti libreschi) e comunque tutti i suoi libri anche se non “ortodossamente” sfs.
    Di Ursula K.LeGuin il primo libro che mi ha avvicinato a lei “Città delle illusioni” Pocket Fantascienza 1975- E NON L’HO PIù LASCIATA
    Joan Slonczewski “La difesa di Shora” Cosmo Nord 1988
    E cercate anche i libri di Margaret Atwood (Il racconto dell’ancella, ma non solo)
    Lo so che sono mooolto datata, ma se qualcuna/o mi potesse segnalare qualche libro più recente gliene sarei molto grata. Anche se DB qualche volta l’ha fatto.
    Corro via in corsa contro il TEMPO. E chissà chi vincerà.

    • grazie Bianca,
      spero che Fiorella, Monica e/o altre completino il quadro.
      Al volo aggiungo:
      i due libri tradotti (da Eleuthera)della MARGE PIERCY una cui frase campeggia sul mio blog
      “Diario di un’astronauta” di Naomi Mitchison (La tartaruga)
      alle più giovani e ai più giovani ricordo che Ursula Le Guin è passata alla storia per almeno due romanzi straordinari: “Il lato sinistro delle tenebre” e “I reietti di un altro pianeta: un’ambigua utopia” (gira anche con il titolo: “Quelli di Annares”)che ha talmente influenzato i gruppi libertari, soprattuto anglosasoni, che il nome Anarres ricorre ormai nelle manifestazioni (e nello schedario della polizia politica)
      ma sono da leggere anche JUDITH MERRILL, qualcosa di Joan Vinge,Kate Wilhelm, Joanna Russ e altre. Soprattutto andrebbero letti i primi libri di OCTAVIA BUTLER e tutto ciò che ha scritto la straordinaria JAMES TIPTREE JUNIOR ovvero Alice Raccoona Sheldon; i suoi racconti purtroppo sono introvabili e sarebbe ora che qualcuna/o li ristampasse (o li piratasse).
      Delle “nuove” (soprattuto statunitensi e canadesi)POCO è stato tradotto in italiano e su quel poco confesso di avere un certo ritardo; di recente ho letto “Il pianeta di ghiaccio” (Barbera editore)della lodatissima Maggie Gee: mi è parso interessanti e nulla più, però devo ancora meditare il suo “Il diluvio” (edizioni Spartaco).
      scusate la fretta…
      A chi tocca ora intervenire? (db)

  • A me.
    A uno schiacciato dalla sapienza fantascientifica esibita su queste pagine.
    Temo che il dossier che sto preparando si dimostrerà inadeguato rispetto alle esigenze di lettori che presupponevo, con ignobile pre-giudizio, interessati ma poco al corrente della vita e evoluzione della fantascienza. Se sono tutti così, mi fischieranno dietro!
    Su una cosa sono sicuro: che, merito della gentilissima Stefania Guglielman che sta scannerizzzando le principali, gli amanti delle copertine storiche delle pubblicazioni di Fantascienza avranno di che bearsi.
    Mam

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