«Terre di confine» allo specchio

chiacchierata con Massimo De Faveri (*)

FS-bansky

Partiamo dalle origini: come/quando/perché avete iniziato?

«Abbiamo iniziato come rivista in pdf nel 2005, partendo da una proposta che feci io stesso in seno alla mailing list Fantasy Story. La lista già da diversi anni metteva in contatto autori amatoriali e appassionati di fantasy: vi si condividevano racconti e si discuteva allegramente di tematiche e opere di genere… In quel periodo, in particolare, ventilavamo l’idea di realizzare qualcosa in gruppo e io suggerii appunto una rivista telematica. La proposta ottenne molte adesioni, e fu così così salpammo».

Come definiresti Tdc?

«Terre di Confine (d’ora in poi Tdc) è una rivista elettronica gratuita aperiodica che si occupa di cultura fantastica, ossia di tutto ciò che ha a che vedere con i generi fantascienza, fantasy, fantastico in generale. Per meglio gestire gli aspetti amministrativi del magazine, nel 2010 è stata costituita anche l’omonima associazione culturale, che opera parallela alla redazione».

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Se dobbiamo credere ai TAG il vostro “quintetto base” è alieni, pirati, postapocalittico, serie tv, vampiri? Detto in altri termini: di cosa davvero tratta Tdc?

«‘Serie TV’ è uno dei tag specifici che (insieme a ‘OVA’, ‘Film’ e ‘Special’) utilizziamo all’interno della categoria ‘Anime’, per raggruppare le opere di animazione giapponese in base alle caratteristiche di produzione; gli altri tag che hai menzionato corrispondono invece a tematiche a cui, ognuna singolarmente, è stato dedicato un preciso numero della prima serie della nostra rivista; «vampiri» è l’argomento portante del #5, «contatto alieno» del #6, «pirati» del #9 e «postapocalittico» del #10. Perciò, effettivamente, sono tutte parole-chiave che rappresentano bene la nostra produzione. Diversamente dall’attuale seconda serie, agile e più focalizzata su opere e artisti, la prima serie di Tdc aveva una struttura tematica: a ogni numero veniva attribuito un particolare soggetto da trattare, e di esso venivano proposti opere rappresentative e approfondimenti, di volta in volta storici o scientifici o relativi ad altri aspetti come la mitologia e il paranormale. Sono un esempio, in relazione a quei tag, gli articoli su Vlad Tepes, sul caso Roswell, sull’Area 51, sulla pirateria, sui velieri, su Hiroshima e Nagasaki, su Chernobyl…».

Progetti immediati?

«Essendo una piccola realtà amatoriale impegnata in un’iniziativa di difficoltà professionale, che richiede come tale grande sacrificio soprattutto in termini di tempo, la nostra concentrazione al momento è rivolta al riuscire a sussistere, numero dopo numero. Qualcosa che non è per nulla scontato. Ogni singolo volume ha alle spalle un lungo e faticoso lavoro, e assorbe già tutte le nostre risorse: deve quindi essere considerato come un progetto, di per sé. Il nostro vero progetto immediato è allora quello di proseguire nella produzione della nuova serie della rivista, realizzare cioè TdC Magazine #5».

Avete gemelli? fratelli-sorelle? cugini? zii antipatici? umanoidi/alieni adottabili? ripudiabili?

«Poco fa ho menzionato la nostra stretta parentela con Fantasy Story, e andrebbero citate anche le mailing list FantasyRPG, AniVid_Nerv, AniVid_Seele, e i siti Crepuscolo e Anime Mundi: tutte entità che hanno contribuito in vari modi alla genesi del progetto Tdc. Progressivamente, però, questi luoghi virtuali di riunione e condivisione sono andati incontro alla chiusura per fisiologico termine della loro funzione, resi superati dal diffondersi del self publishing e di piattaforme più moderne come i social network e i vari cms di blogging. Oggi quindi Terre di Confine ha perso i suoi parenti originari, ma ha guadagnato molti amici, vale a dire i siti e blog personali dei nostri redattori e collaboratori».

Sogni più lontani? Progetti futuri?

«Un’ambizione sempre presente è quella di poter garantire un giorno al magazine una sua dimensione periodica e permanente, che gli consenta l’autosostentamento. Tutto dipende da eventuali investitori il cui supporto consenta l’allestimento di uno staff tecnico e il conseguente sviluppo di iniziative correlate, molte delle quali abbiamo già avuto modo di sperimentare nel corso degli anni (come concorsi letterari, produzioni audio e video, corrispondenze dall’estero…). Si tratta però di un’aspirazione difficile da realizzarsi, specie volendo possibilmente evitare di cedere a compromessi che snaturerebbero alcuni aspetti del nostro lavoro: l’indipendenza intellettuale, la qualità, la fruibilità gratuita. Per cui, in attesa che si presentino condizioni realmente propizie a un’evoluzione del progetto, noi manteniamo i piedi per terra continuando a operare per sola passione ogni qualvolta il tempo ce lo permette, senza lasciarci troppo condizionare da quello che potrà essere o meno il futuro».

(*) Avete notato (dico a voi, popoli delle galassie) che la “bottega” si sta imparentando – il Marte/dì ovviamente – con «Terre di confine»? Ecco un altro contatto ravvicinato. Ce n’est qu’un début. L’immagine è di Banksy; come sarebbe chi è Bansky? Popoli delle galassie ma scherziamo? è un artista e writer inglese, sempre bravo e spesso geniale. (db)

Redazione
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