Tiberio Sempronio Gracco, un nobile dalla parte dei poveri

di Fabrizio Melodia

 

Il 29 gennaio 163 avanti Cristo è una data importante per la storia romana: nasce infatti Tiberio Sempronio Gracco, un patrizio schierato dalla parte dei plebei.  Era figlio di un nobile (ma di origini plebee) e di Cornelia, la nipote di Publio Cornelio Scipione detto l’Africano. Venne educato all’onestà, all’onore e ad alti valori democratici… per come si concepiva all’epoca. 

Si distinse dapprima in Spagna e durante l’assedio di Cartagine. Fu un irreprensibile questore. Partì nella guerra contro i Numantini che si rivelò sfavorevole per i romani, ma aiutò nelle trattative di resa, mettendosi in luce per il suo spiccato buon senso e l’onestà cristallina. 

Tornato in patria, ebbe modo di toccare con mano la profonda devastazione e ingiustizia che stavano massacrando Roma. Cosa era accaduto? Una sciagura vecchia come il mondo: i nobili si erano impadroniti di vaste distese di terreno pubblico, approfittando dell’assenza dei contadini impegnati nelle guerre, oltretutto compiendo vendite a forestieri, con una lucrosa speculazione ai danni delle fasce più povere. 

Al tempo il governo romano suddivideva in modo equo i terreni conquistati con i soldati che avevano partecipato alle guerre, ma stavolta i grandi proprietari erano diventati ancora più ricchi mentre i contadini erano ridotti a vivere di espedienti o essere sfruttati a livello di schiavi. 

Per far fronte a questo ladrocinio e alle piaghe sociali, Tiberio Gracco partecipò attivamente alla vita politica. Fu eletto come tribuno della plebe nel 133 aC, senza comprare nemmeno un voto, cosa assai rara per quei tempi (e verrebbe da dire anche nei nostri). 

Come tribuno, grazie all’aiuto di due filosofi di scuola stoica – come Diofane di Mitilene e Blossio di Cuma – si dedicò anima e corpo a scrivere la “lex agraria”, che nelle sue intenzioni avrebbe dovuto portare una ventata di giustizia. La legge prevedeva infatti che nessuno potesse possedere più di 250 ettari di terra, con il surplus distribuito fra tutti, in modo che anche i più sfortunati avrebbero avuto almeno 11 ettari, il minimo per la sopravvivenza dignitosa di una famiglia. 

Tiberio Gracco la propose in Senato e la legge fu accolta con un trionfale plebiscito mai visto prima. Troppa rivoluzione fece paura e infatti un tribuno (tale Marco Ottavio, burattino degli aristocratici maggiormente colpiti dalla ridistribuzione delle ricchezze) pose il veto alla legge, annullando di fatto la votazione e scatenando l’ira del popolo che finalmente si vedeva riconosciuto qualcosa d’importante. 

Tiberio Gracco non accettò il veto e andò contro la legge, facendo deporre Ottavio, ma così attirò le ire di molti e finì accusato di autoritarismo e demagogia. Non se ne curò e annunciò che ingenti fondi di denaro derivanti dalle guerre sarebbero stati usati per finanziare i piccoli proprietari terrieri. Per portare avanti questo progetto si ricandidò l’anno successivo, quando il minimo per legge era dieci anni. 

I nobili corsero subito ai ripari, uccidendolo con trecento suoi seguaci. E per dare una punizione esemplare, fu vietato il lutto funebre e vennero perseguitati con ferocia i seguaci di Tiberio. A esempio il filosofo Diofane fu rinchiuso in un otre pieno di vipere. 

Dodici anni dopo Gaio Gracco, fratello di Tiberio, tenterà di portare avanti la lex agraria ma farà la stessa fine. Toccare i ricchi non si deve. 

La mancata attuazione delle riforme agrarie, secondo gli storici, sarà una delle cause principali che porterà la fine della repubblica e la nascita dell’impero. 

ALCUNI TESTI PER APPROFONDIRE

Plutarco, “Vita di Tiberio Gracco“, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1991;

Tom Holland, Rubicon: The Last Years of the Roman Republic, Abacus 2004;

Alvin H. Bernstein, Tiberius Sempronius Gracchus : tradition and apostasy, Ithaca: Cornell University Press, 1978;

Henry C. Boren, The Gracchi, New York: Twayne, 1969

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

L'astrofilosofo
Fabrizio Melodia,
Laureato in filosofia a Cà Foscari con una tesi di laurea su Star Trek, si dice che abbia perso qualche rotella nel teletrasporto ma non si ricorda in quale. Scrive poesie, racconti, articoli e chi più ne ha più ne metta. Ha il cervello bacato del Dottor Who e la saggezza filosofica di Spock. E' il solo, unico, brevettato, Astrofilosofo di quartiere periferico extragalattico, per gli amici... Fabry.

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