Tirare il sasso e nascondere la mano

Ovvero: non fossi un violento non utilizzeresti la testa per ostacolare la discesa del mio manganello!

di Mauro Antonio Miglieruolo

Domenica sera 2 febbraio, giornata di furore impotente per quello che ho dovuto ascoltare e per il fatto di essere a letto costretto da residui di febbre influenzale, debilitato e non poter quindi sfogare la mia frustrazione con, almeno, qualche urlaccio di furore. Sullo schermo televisivo, girellando annoiato come al solito, ero incappato nella intervista che Fabio Fazio, ha ritenuto, con lodevole prontezza, fare alla Presidentessa della Camera, signora Boldrini, che ne ha approfittato per estrinsecarsi nel peggio del peggio del politicantismo contemporaneo. Tra le tante amenità che non ha avuto esitazione a pronunciare, una in particolare mi ha sgradevolmente colpito. E cioè l’affermazione che proprio l’aver imbavagliato l’opposizione è la prova del ruolo super partes che la carica esige e lei pretende di svolgere.

04febb-boldriniNon crediate a un istante di smarrimento, perché il concetto, qualche istante più tardi, viene ripetuto. Né è legittimo ipotizzare un più grave fenomeno di senilità precoce: l’eloquio della Presidentessa è chiaro, coerente, la pronuncia perfetta, anche se qua e là manifesta qualche incertezza segno di un possibile imbarazzo (anche le presidentesse hanno un’anima, teniamolo presente. Non dimentichiamo mai il rispetto che a ogni essere umano è dovuto.). Nemmeno è ammesso semplificare definendo quella e altre affermazioni esternate nel corso dell’intervista plateali bugie, non solo perché dopo “1984” di Orwell sappiamo quanto sia diffuso tra i potenti rovesciare il senso stesso delle parole e definire bianco quello che è nero e nero quello che è bianco, il che non è lo stesso che mentire, è praticare una semantica differente (sappiatelo: con le parole si copre tutto); ma anche perché sembra qui di poter individuare una funesta condivisione di quella perversione dell’etica, sorta di malattia dell’anima, che ha fatto tabula rasa negli ultimi trenta anni di ogni principio morale, oltre che dialettico. Si tratta della strana logica che porta politici, giornalisti ed esperti (specialmente economici) a sostenere che lo smantellamento dello stato sociale, l’apertura di falle enormi nel contratto a tempo indeterminato, lo scaricare ogni contraddizione sulle spalle dei lavoratori e rubare a man bassa, siano il modo giusto, illuminato e intelligente per risolvere i problemi dell’Italia e quindi degli italiani. Nel caso specifico questa “mentalità”, che è adesione a un principio di fede, sorta di dogma laico, che quel che “va bene ad Agnelli va bene all’Italia”, si è trasformato nella convinzione che imbavagliare l’opposizione sia il modo migliore per favorirla. I 5 Stelle, ghigliottinati, dovrebbe solo ringraziare, non alzare alti lai, occupare (pensate un po’!) i banchi del governo e prendersi i ceffoni dei questori. Ringraziare e trasformare il loro tentativo di dura opposizione in quella che è sempre stata l’opposizione negli ultimi 20 anni: dura sotterranea condivisione.

Quella loro ostinazione invece li porta a praticare strade eversive che, queste sì, costituiscono una pericolosa deriva autoritaria! Mentre è chiaro che non lo sono il troncare la discussione in aula con mezzi che il regolamento non prevede, mezzi che ottemperano al superiore e assoluto “principio di governabilità” che ormai ha ragione di tutto e passa su tutto: anche sul fatto che avere la maggioranza significa avere la maggioranza dei voti, non fare come al supermercato, dove è possibile prendere 3 pagando 2 (vedi nuova legge elettorale).

Dunque, azione a tutela dei 5 Stelle, non contro di loro; in quanto è necessario portarli all’interno della saggezza boldriniana/governativa che si ostinano a disconoscere; una saggezza che è ormai quasi una tradizione: promettere molto e criticare moltissimo alla vigilia delle elezioni, ma poi quando si è in parlamento prassi vuole che si dia il passo che tutti fin’ora hanno dato (SEL inclusa); e cioè trasformarsi in opposizione vera, autentica, ragionevole, istituzionale e costruttiva: l’opposizione di Sua Maestà la Finanza, ai cui voleri tutti si devono inchinare e tutti si inchinano.

Salvo questi quattro parvenu che ancora credono nelle fiabe della Costituzione, nel primato del Parlamento, nella sacralità dell’Opposizione e nel Diritto di Pensarla Diversamente.

 

Perché la parola libertà è scritta in nero? Per renderla più visibile o indurre a trascurarla?

Perché la parola libertà è scritta in nero? Per renderla più visibile o indurre a trascurarla?

Ecco cosa ha dichiarato il capogruppo del PD quando il 30 settembre del 2009 il Presidente Fini  si permise di minacciare contro le opposizioni l’utilizzo del medesimo abusivo strumento (Fini, ex missino, la cui iniziativa non è dispiaciuta alla Boldrini, che ha voluto allegramente seguirne le orme, trovando a differenza del primo l’impudenza necessaria a portarla fino in fondo):

Sarebbe davvero imperdonabile se si applicasse la ghigliottina per la prima volta nella storia su di un provvedimento vergognoso del quale nessun italiano, neanche quelli che sostengono la maggioranza, ha bisogno

In poco più di tre anni la prospettiva è rovesciata. Perché si sono rovesciate le parti. Adesso è il PD ad avere la maggioranza e a non tollerare alcun serio contrasto alla volontà del SUO governo!

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Giuseppe Lodoli

    Forse questo pezzo e’ destinato a persone troppo intelligenti… io, nel mio piccolo, non ci capisco niente.

    • Neppure io che l’ho scritto, rileggendolo per non capire, sono riuscito a capire qualcosa.
      Tuttavia, ammettendo doverosamente di aver scritto cose migliori, credo che ognuno che lo voglia, possa decifrare basandosi sull’interpretazione del titolo. Che (è una ipotesi, sia chiaro: anche il titolo risulta “strano”), in sostanza vuol dire: il bue chiama cornuto l’asino; siete senza vergogna e avete abbandonato ogni principio di dialettica democratica.
      A disposizione per eventuali chiarimenti su specifici punti critici “troppo intelligenti”. Che a lei sono evidenti e a me no. Non sono abbastanza intelligente, tenga presente.

  • Intendiamoci: nel suo genere il pezzo e’ bello. Col passare del tempo anche io ho cominciato a capire qulcosina mettendomi nell’ottica di Grillo (peraltro un’ottica che non capisco e… ci risiamo!). Molti cordiali saluti

    • Sì, purtroppo, ci risiamo. Alla dura resistenza che oppongono le cose ai tentativi di razionalizzazione degli uomini.
      Capisco anche io poco delle giravolte di Grillo. Allora mi confronto, chiedo, discuto, ragiono e tiro le somme. Quale che siano. Tanto so che nel confronto, e solo nel confronto, potrò affinarle. E’ quel che lei mi sta aiutando a fare…
      Saluti molto cordiali

  • Giuseppe Lodoli

    Grazie dell’attenzione che mi hai dedicato (scusa se ti do del tu). Mi e’ stata utile.

Rispondi a Giuseppe Lodoli Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *