Tragedia a Budrio per Hossain Sanad morto a 13 anni

di Vito Totire

Occorre anzitutto un grande impegno collettivo per stare vicini alla famiglia e alla comunità per il grave lutto ; moralmente e materialmente. Riteniamo congrua la proclamazione del lutto cittadino nel Comune di Budrio.

Rimane una domanda martellante: si poteva e si può ancora – per il futuro – fare di più per la prevenzione?

In Italia e in quasi tutto il mondo ci si pone i problemi sempre troppo tardi; dopo grandi tragedie (vedi quella dei bambini Ciccio e Tore a Gravina di Puglia) tornano a diffondersi l’indifferenza e la rimozione. Qualcuno indirizzò (sbagliando) i sentimenti negativi sul presunto abuso di mezzi di correzione da parte del padre dei poveri bambini; carcerato innocente, piuttosto che affrontare una seria valutazione del rischio a livello territoriale.

Secondo una vox populi nella zona in questione (intendiamo Budrio e aree limitrofe) diversi bambini e adolescenti vanno in cerca di ranocchi: è vero? Si può ipotizzare un deficit di protezione delle aree? E’ ovvio che “non bastano” i cartelli di pericolo, poi scritti solo in italiano: i criteri di protezione devono essere adeguati, prevedere anche il caso dell’adolescente con problemi di salute, quale era Hossan.

Comunque – parafrasando i parametri proposti da Michael Marmot (La salute diseguale) in queste tragedie si evidenzia spesso un netto gradiente sociale.

Non è la prima volta che i canali della bassa bolognese sono teatro di morti premature e drammatiche; pochi anni fa due adolescenti africani morirono a Baricella, cercavano di fare il bagno…

Parrebbe che Hossain non abbia tentato di fare il bagno ma c’è qualcosa in comune fra l’evento di cui è stato vittima e i morti per annegamento in corso di balneazione. Le osservazioni dell’Istituto superiore di sanità evidenziano un dato epidemiologico netto: la prevalenza e incidenza netta di questi eventi a danno di immigrati (tre sorelle annegate a Sassuolo l’anno scorso!).

Poco tempo fa un assessore dell’area metropolitana avanzò l’idea della apposizione di cartelli in lingua. A parte che non se ne sono visti, sarebbe ancora troppo poco.

DOBBIAMO ESIGERE UNA CAPILLARE E METICOLOSA VALUTAZIONE DEL RISCHIO A LIVELLO TERRITORIALE E L’ADOZIONE DI MISURE DI SICUREZZA ANCHE FISICHE SE NECESSARIO MA SOPRATTUTTO AMBIENTALI, INFORMATIVE, RELAZIONALI CON IL NECESSARIO COIVOLGIMENTO IN PRIMA PERSONA DELLE COMUNITA’ DI IMMIGRATI, DELLE SCUOLE, DELLA PROTEZIONE CIVILE E DELLA AUSL.

Che il sentimento di lutto faccia anche sperare in un futuro migliore e più sicuro come quello che Hossain meritava.

(*) Vito Totire a nome del circolo Chico Mendes e del centro Francesco Lorusso di Bologna

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