Trasporti pubblici gratis: si può, si deve
57esima puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega
Trasporti gratuiti: non solo una chimera o un’utopia, forse l’unica via
L’altro giorno ho preso il mini-metro di Perugia. Era il primo giorno di riapertura dopo un mese e mezzo di blocco. Ovviamente mascherine obbligatorie e tutto il resto. Però attenzione: il mini-metro perugino può contenere al massimo 6 persone, forse 10 ma adesso con la distanza obbligatoria? Attenzione ancora: è uno dei mezzi di trasporto pubblici meno usati al mondo. Già da molto prima della “sospensione repressiva” (così io chiamo la quarantena a oltranza imposta dall’alto in modo brutale) nel mini-metro vedevi 5 persone ad andare bene. Dipende anche dall’ingegneria del tragitto: per dirne una, non c’è una fermata vicina alle sedi universitarie della città. Parliamo di numeri: c’erano 8 posti a sedere e altri potenziali 6 in piedi. Sapete cosa hanno fatto? Per la famosa distanza precauzionale hanno tolto due sedili.
A parte le osservazioni tecniche dell’utilità (per carità, le corse sono molto frequenti, quasi a ripetizione) di un aggeggio del genere, bisogna ricordare che ha provocato un bel buco finanziario nell’azienda dei trasporti pubblici in Umbria e relativi magheggi (un po’ di anni fa e ancora li scontiamo). Non viene da ridere nel vedere un mezzo pubblico con meno di dieci persone e adesso non ne può trasportare neanche 8?
I trasporti pubblici che vogliamo? Come minimo gratuiti, per non fare in modo che le automobili tornino a invadere lo spazio e l’aria che respiriamo: leggere il contributo di Marina Forti su Internazionale, ripreso anche in “bottega” (cfr Fase due tra piste ciclabili e troppe auto).
A proposito dei bonus biciclette: danno 500 euro per acquistare una bicicletta con la pedalata assistita (non capisco se è esclusa la bicicletta muscolare: cioè ti obbligano a comprare una bicicletta a pedalata assistita? Indagherò). Però se abiti in un centro abitato di almeno 60 mila abitanti. C’è sempre l’inculata però, secondo me. Perchè devi fare le cose senza aspettare l’elemosina e il benestare dei capoccia che impongono le decisioni dall’alto, altrimenti non c’è vera trasformazione (preferisco questa parola a “cambiamento” o “rivoluzione”, con annnessa retorica).
Un esempio sono appunto i trasporti pubblici gratuiti, che sarebbe meglio dire “già pagati da noi con le nostre tasse”. Ci spettano: sono a spese nostre. Non è chiaro – purtroppo ache a molte persone di sinistra – che il biglietto ripaga meno di un terzo del bugdget di un’azienda pubblica dei trasporti. Il resto è coperto dalle municipalità cioè dalle nostre tasse; e negli ultimi vent’anni da pubblicità, sponsor e altre privatizzazioni mascherate (nella stazione di Milano Centrale dove apparivano gli orari dei treni, da anni ci sono megaschermi acquistati da grandi marchi della moda e della tecnologia).
A Spello, pochi giorni fa, ho visto un mega manifesto che pubblicizza la Navetta gratis in tutta la cittadina ai piedi del monte Subasio, vicino Assisi. Il Lussemburgo da marzo di quest’anno i mezzi gratuiti, anche i treni! Molte città in Europa e negli Stati Uniti seguono questa politica da anni. Qualcuno potrebbe obiettare che è possibile in città piccole o in statarelli ricchi come il Lussemburgo. Invece Tallinn (in Estonia) è una città di 600 mila abitanti. E allora?
C’è una forma di «servitù volontaria» che ci fa pensare: restiamo immobili, un po’ perché siamo merde e un po’ perché ci si arena nello stagno di: “sarebbe bello ma non si può fare”.
Io credo che non bisogna più aspettare, ormai siamo più che imbavagliati e inquinati, dentro e fuori. Basterebbe anche un gesto simbolico. Visto che le mascherine ce le dobbiamo accollare per un po’ di tempo, scriviamoci sopra: «io porto la mascherina per proteggermi dalle polveri sottili che provocano 50 mila morti precoci all’anno in Italia, e voglio un trasporto pubblico gratuito per far abbassare questo scempio che si chiama avvelenamento dell’aria».
Il virus ce lo ha ricordato: «Fermatevi se noi poi io ritorno e vi tolgo il fiato / fermatevi vi prego, io non c’entro nulla / vi state rovinando la vita il respiro e la famiglia / io sono il virus e mi attacco anche al veleno / dell’aria e delle automobili e poi mi sento pieno».
Qui sotto due link attinenti al tema
https://jacobinitalia.it/i-mezzi-pubblici-possono-essere-gratuiti/
https://it.wikipedia.org/wiki/Tariffa_zero
NELLA FOTO: succede anche a Dunkerque.
QUESTO APPUNTAMENTO
Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore che poi sarebbero 7 giorni. [db]