Trasporto merci pericolose: prevenzione all’anno zero

Riflessioni di Vito Totire (*) dopo i nuovi incidenti intorno a Bologna

All’’indomani dell’evento tragico di Borgo Panigale in agosto abbiamo sentito citare nuove tecnologie (alcune in verità sono disponibili da anni) che avrebbero potuto evitare l’impatto. Ora è ovvio che per fare prevenzione è indispensabile considerare il fattore tempo. Se queste tecnologie saranno applicate fra dieci anni nel frattempo è necessario ricorrere all’esperienza dei lavoratori e fare tesoro della lotta che per esempio hanno fatto i ferrovieri contrari al “macchinista unico”. Già due lettori del quotidiano bolognese «Il resto del Carlino» hanno sottolineato che con due lavoratori alla guida probabilmente non sarebbe successo nulla e il povero Andrea Anzolin (**) avrebbe avuta salva la vita: visto che fra l’impatto e lo scoppio sono passati 7 minuti probabilmente sarebbe stato trascinato fuori dall’eventuale collega di lavoro;

Adesso ancora due eventi a Bologna: un camion incendiato (manutenzione trascurata?) e un Tir che trasportava sostanze chimiche sbandato. Diversi anni fa andò a fuoco ad Altedo un camion che trasportava rifiuti della Ilva di Taranto verso il Veneto.

Visto che ordinariamente si trasporta cemento-amianto verso la Germania e l’Austria (e non solo) pare chiaro che si faccia finta di non capire che per le sostanze pericolose il trasporto è da minimizzare perché in quanto tale è un rilevante fattore di rischio. Quel che è stato prelevato a Funo (***) – soda caustica, acido nitrico, acido solforico, ipoclorito – doveva necessariamente fare tanti chilometri? Non era possibile un approvvigionamento a km. zero?

Dunque: doppio conducente, manutenzione, minimizzazione dei tragitti, controllo delle condizioni psicofisiche e lavorative, gestione ragionevole di orari e prestazioni. Sono queste le questioni impellenti.

Negli USA si prevede la “scomparsa” dei camionisti fra vent’anni indotta dalla robotizzazione. Ma intanto che i camionisti esistono mettiamoli in condizione di lavorare meglio per la loro salute e per il benessere di tutti.

Quando ci saranno i robots si vedrà, ma ora bisogna fare i conti con le persone e rispettarle.

Bologna, 8.9.2018

(*) Vito Totire è medico del lavoro

(**) cfr Incidente Bologna, un morto: è Andrea Anzolin la vittima

(***) Incidente in autostrada, camionista di Bariano muore sull’A13 / VIDEO …

L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – è un fotogramma del film «Week End, un uomo e una donna dal sabato alla domenica» di Jean Luc Godard. Girato nel 1967, racconta della violenza gratuita che esplode e si diffonde, senza plausibile ragione, nelle strade e nei parcheggii. Per gli amanti del cinema – e gli odiatori del consumismo automobilistico – va ancora detto che c’è un impressionente piano sequenza di 10 minuti (il pià lungo mai visto su schermo?) su un barbaro ingorgo. Ma perchè scegliere questa immagine per il post di Totire? Perchè qui in redazione siamo in sintonia con Morando Morandini che a proposito di questo film, ha scritto «una favola visionaria». Certo si può – e si deve – studiare ogni modo per limitare gli incidenti nelle strade ma è bene non dimenticare che purtroppo è l’insensato modo di di viaggiare/vivere nel segno della trinità automobilistica (profitto, traffico, velocità) all’origine di quasi tutto il sangue che scorre sulle strade (in 50 anni più morti che in una guerra mondiale?). E sarebbe bene ogni tanto pensare che una futura società “de-automobilizzata” è possibile… se la vogliamo. [db]

Redazione
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