Tre manifesti a Ebbing, Missouri – Martin McDonagh

(visto da Francesco Masala)

una sceneggiatura che non ti fa distrarre mai, una fissazione, quella dei tre manifesti, che diventa subito realtà, musica di Carter Burwell (che di solito fa le musiche per i fratelli Coen), un attore che c’era anche nel gran film In Bruges (Martin McDonagh fa pochi film, e buonissimi).
ci sono altri attori straordinari, li vedrai, e poi il colpo di genio,
alcune lettere di un morto, che aiuteranno gli altri a vivere meglio, sono davvero bellissime, dopo anche il peggior poliziotto del mondo (quel Dixon che sembra una caricatura di se stesso, all’inizio) cerca nuove strade (non sappiamo se abbandonerà quella madre inutile e dannosa, ma lo speriamo).
c’e azione, violenza, odio, rancore, ma sopratutto è un film di rapporti umani, confrontandosi con gli altri si può cambiare.
non sarà perfetto, ma avercene di film così vivi.
vuoiti bene, la maggior parte delle cose che devi fare potrai farle dopo, esci e vai a guardare questo film, soffrirai e sorriderai, non te ne pentirai, è sicuro.

http://markx7.blogspot.it/2018/01/tre-manifesti-ebbing-missouri-martin.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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