tre ottimi film al cinema

(visti da Francesco Masala) i film di Michelangelo Frammartino, Jonas Carpignano e Julia Ducournau al cinema

Il buco – Michelangelo Frammartino

lasciate ogni speranza di vedere lotte, inseguimenti, amplessi.

in questo film, ambientato nel 1961, ci sono tanti silenzi (se qualcuno non riesce a sopportarli stia a casa) e le spiegazioni, o meglio, le intuizioni dei problemi della nostra civiltà ed economia.

l’aspetto economico e antropologico è evidente, ci sono quelli che nei grattacieli rincorrono la crescita, senza porsi limiti (il dramma dei nostri tempi), quelli che con la natura, gli speleologi, hanno un rapporto di rispetto, conservazione, senso del limite, e i pastori calabresi che sono gli stessi del tempo della Magna Grecia, senza troppe e inutili parole, in un rapporto di convivenza con la natura.

si nasce e si muore in modo naturale, oggi quel pastore l’avrebbero attaccato alle macchine per anni, in un’interminabile premorte.

il paese è lontano dalle grotte e dai pascoli, e gli abitanti, tutti insieme, al bar, iniziano a vedere la tv, un rito obbligato di modernità, che coincide con la morte di molti di quei paesi.

è uno di quei film che resteranno fra 100 anni, adesso è al cinema solo in 10 sale in tutta Italia, non perdetevelo.

https://markx7.blogspot.com/2021/10/il-buco-michelangelo-frammartino.html

 

 

A Chiara – Jonas Carpignano

la protagonista del film è Chiara, una ragazzina che non capisce, o meglio capisce e non ce la fa a stare zitta.

è una ragazza intelligente e testarda e quello che vede non le piace, deve capire.

e prima di andare via ha bisogno di parlare col padre, latitante, mica facile, ma lei ce la fa.

crescere in una famiglia al di fuori della legalità non è facile, quasi tutti si tappano il naso.

portare via i bambini dalle famiglie è un tema affrontato dai filosofi dai tempi di Platone, adesso, come per i collaboratori di giustizia, i bambini (salvati) cambiano città, famiglia, vita, una parte di loro è amputata, a volte è necessario.

e il terzo film ambientato sempre lì, in quel territorio ai margini.

un gran bel film, al cinema, in una trentina di sale.

QUI un’intervista al regista

https://markx7.blogspot.com/2021/10/a-chiara-jonas-carpignano.html

 

 

Titane – Julia Ducournau

in fondo, a suo modo, è un drammatico, estremo, diverso, film d’amore, scrivo a Giuseppe e lui mi risponde: quasi tutti i grandi film, in qualche modo, sono film sull’amore.

è un film d’amore (senza aggettivi), Alexia non lo sapeva, avrebbe sempre voluto un padre, Vincent non lo sapeva, voleva un figlio, chiunque fosse.

e si trovano, all’inizio era lui ad avere necessità di un figlio, dopo è lei a capire di avere bisogno di un padre.

è un film violento, duro, estremo, è la vita di Alexia che è così.

Vincent vive in una casa-caserma di pompieri, accoglie lì Alexia, che riesce a farsi accettare da tutti.

alla fine nasce un bambino, e quando Vincent lo tiene in braccio la prima volta come fai a non commuoverti?

solo in una trentina di sale, così va il mondo, ma cercatelo, dopo saprete cosa avete rischiato di perdere – Ismaele

ps1: Vincent Lindon e Agathe Rousselle sono perfetti

ps2: a me ha ricordato un po’ Cars, della Pixar, il rapporto amoroso di Alexia con la Cadillac sembra uscito da lì, la Cadillac arriva da Cars.

 

dice Nanni Moretti: “Invecchiare di colpo. Succede. Soprattutto se un tuo film partecipa a un festival. E non vince. E invece vince un altro film, in cui la protagonista rimane incinta di una Cadillac. Invecchi di colpo. Sicuro”

dice Julia Ducournau: “Titane non è nato per scandalizzare. È un film d’amore. Il mio amore per il cinema: David Cronenberg e Alfred Hitchcock su tutti. E l’amore di un padre che ha perso il figlio e una figlia che cerca quel padre che non ha mai avuto. L’amore, meglio il bisogno e la mancanza d’amore, fanno fare strane cose. In realtà è un film sulla paternità esattamente come Tre piani di Nanni Moretti che ho amato tantissimo. solo che qui i padri sono due. Alexis, la protogonista, si “divide” tra quello “adottivo” interpretato da Lindon e quello biologico (ndr interpretato da un altro regista che Julia ama tantissimo: Bertrand Bonello). Sono due padri in contrasto. Quello di Lindon cerca di riempire il vuoto dell’altro. Lui vuole costruire quel legame che l’altro ha negato da subito.” (qui)

https://markx7.blogspot.com/2021/10/titane-julia-ducournau.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *