Tre poesie di Angelo Maria Ripellino

Ventiduesimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)

cicala-AngMariaRipellino

Vivere è stare svegli

e concedersi agli altri,

dare di sé sempre il meglio,

e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita

con i suoi funerali e i suoi balli,

trovare favole e miti

nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole

nei giorni di nera tempesta,

schivare le gonfie parole,

vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili

melodie senza strepiti e spari,

scendere verso l’autunno

e non stancarsi d’amare.

(da «Poesie 1952-1978»)

 

 

Sono un piccolo agente di commercio,

con referenze e conoscenza di qualche linguaggio,

e con la bombetta sul capo come i cocchieri di Ostenda,

e un pastrano topesco e lercio.

Smanio e recito perché qualcuno mi senta

e si accorga che esisto.

Scrivo la sera, come suol dirsi, a tempo perso,

perché le crevettes non abbiano freddo al mercato.

Scrivo i miei sfoghi di povero cristo,

smanio e racconto come un vecchio soldato,

ma non ho più la parlantina occorrente,

e il campionario è già stinto,

il mio albero di metafore un tempo stupende,

e la scrittura è decrepita, stolta.

Dov’è il mio furore di vivere, il mio barocco?

Stanco, mi fermo a guardare con invidia talvolta

la dolce follia dei bambini che giuocano.

(da «Notizie dal diluvio Sinfonietta Lo splendido violino verde»)

 

Volare via da me stesso

come un uccello migratore,

da questo roveto, da questo malessere,

da questo perenne dolore.

(da «Autunnale Barocco»)

 

(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo – per essere precisi: 14 anni – invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto; questa però era una settimana “ripelliniana”… ed ecco perchè stavolta sono tre.  In ogni caso ci rivediamo qui fra 7 giorni. (db)

 

Redazione
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