tre scrittori con la elle
di franz (*)
ci sono moltissimi libri che quando li chiudi ti dici che sarebbe stato meglio fare qualcos’altro.
questi tre no, sono di un’altra specie, ce n’è tanti, per fortuna, ma spesso sono nascosti, bisogna cercarli.
I compagni sconosciuti – Franco Lucentini
un racconto che è vivo, nelle macerie di Vienna e dell’Europa, nel dopoguerra, con umanità viva.
echi de “La tregua”, se non fosse che il libro di Levi è posteriore.
un piccolo grande racconto, non deluderà.
L’ erotismo di Oberdan Baciro – Lelio Luttazzi
ironia, erotismo, comicità slapstick (basta pensare per immagini), e tragicità dei tempi e della vita, coesistono in un equilibrio davvero di alto livello.
per me un libro bellissimo, che non delude per nulla, anzi.
astenersi bacchettoni.
Quattro soli a motore – Nicola Pezzoli
una storia di quando si hanno undici anni.
sarà capitato a tutti, a quell’età, essere un po’ Corradino, gli amici, i genitori, lo sport, i parenti, e il mondo che è là, e bisogna attraversare qualche prova per entrarci.
una serie di avventure, piccole per noi adesso, grandi e, a volte, grandissime per Corradino, che come un piccolo Ercole deve attraversare una serie di prove, per crescere.
si capisce che Nicola Pezzoli è uno scrittore che legge molto, echi di Paul Auster si percepiscono, echi di fantascienza, di mistero, ma tutto ben equilibrato, un libro che si legge bene, merita.
(*) così si presenta franz (rigorosamente minuscolo): «Ah, i libri! Sono bottiglie lanciate in mare, come nei film di pirati, i migliori sono mappe del tesoro, solo bisogna saper leggere quello che qualcuno, che non ci conosceva, ci ha donato. Credo davvero che quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri tanto più si restringe la cerchia degli esseri umani la cui compagnia ci è gradita. Noi siamo come nani sulle spalle di giganti e la lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. Una cosa è necessaria: non leggete come fanno i bambini per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere. Risponde qualcuno alla domanda sugli scrittori del momento: “Non so niente della letteratura di oggi, da tempo gli scrittori miei contemporanei sono i greci”. I libri non si scrivono sotto i riflettori e in allegre brigate, ciascun libro è un’immagine di solitudine, un oggetto concreto che si può prendere, riporre, aprire e chiudere e le sue parole rappresentano molti mesi, se non anni, della solitudine di un uomo, sicché a ogni parola che leggiamo in un libro potremmo dire che siamo di fronte a una particella di quella solitudine. Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l’immagine di un apostolo».