Trilogia della pianura – Kent Haruf

recensione di Francesco Masala

ogni tanto capita di scoprire dei libri che nascono classici e lo resteranno per sempre.

una trilogia di libri senza una sequenza ben definita, e tutto accade a Holt, una cittadina a qualche ora d’auto da Denver.

tutti si conoscono, più o meno, almeno di nome, Kent Haruf ce ne fa conoscere molti, e ci facciamo nuovi amici, che ci piacerebbe aver conosciuto di persona (a parte qualche umano schifoso), e magari qualcuno lo abbiamo conosciuto senza saperlo.

i fratelli McPheron, Ike e Bobby, il reverendo Lyle, Victoria e Katie, Dad e Lorraine, Tom Guthrie, DJ, fra gli altri, vivono la vita che gli è capitata, e cercano di farlo bene.

libri pieni di rimpianti, dolori, amori, sorrisi e pianti, insomma pieni di vita.

non perdetevi i libri di Kent Haruf, per il vostro bene.

da qui

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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