Troppe cose

di Rom Vunner

Ci sono un po’ troppe cose di cui parlare. Di queste troppe cose poi in rete si trova un sacco di materiale. Per ogni argomento esiste così tanto materiale che uno dovrebbe smettere di vivere per leggerlo tutto. Quindi ognuno sceglie le notizie da seguire. Ognuno raggruppa notizie e fonti a seconda dei propri interessi. Si crea una sorta di opinione pubblica privata in cui ognuno è connesso, attraverso la condivisione di alcuni siti, a più comunità senza appartenere a nessuna di queste comunità. Insomma, ognuno si fa una propria opinione condividendone alcuni aspetti con altri, altri ancora con altri e così via.

Ognuno si occupa di un aspetto particolare. Dopo tutto i movimenti di massa che chiedevano di cambiare il mondo, finiscono tra il 1978 e il 1981. Dopo è cambiato tutto. Il movimento si ricompatta a Comiso ma è finita la spinta a rovesciare l’esistente. Con Comiso si può dire che viene inaugurata una nuova stagione, quella dei movimenti di scopo, potremmo dire. Che si tratti di armi nucleari, di centrali nucleari, di aborto, di popolo palestinese, di diritto alla casa, ogni movimento si batte per il raggiungimento di un obiettivo particolare, si specializza, viene accettata la fine della storia, l’impossibilità di un reale cambiamento. Ora che c’è troppo da seguire si sente nell’aria qualcosa di nuovo. Ci si sta accorgendo che questo troppo nasconde in realtà qualcosa di molto semplice e lineare. Anche la storia l’ha capito e si è rimessa in moto. Un sistema che davamo per scontato non esiste più e non sto parlando dell’URSS, quello non lo ricordo quasi. La Cina va sulla Luna. Il nord-africa si è profondamente mutato. In molti paesi si assiste a poderosi movimenti di piazza che toccano da vicino molte testate nucleari. Sicuramente questi movimenti sono dubbi ma rimane il fatto di un numero impressionante di persone che sono disposte a sfidare proiettili pur di cambiare in un qualche modo il proprio quotidiano.

Forse è un po’ semplicistico e schematico, forse è solo una concatenazione fantasiosa di fatti realmente accaduti.

Rom Vunner

2 commenti

  • interessanti gli spunti in libertà di Rom Vunner, varrebbe la pena di approfondirli. interessanti le osservazioni sulla fine dei movimenti di massa. chissà che non si trovi qualche collegamento con gli assiomi 13 e 14 di questo vecchio post
    http://danielebarbieri.wordpress.com/2012/05/10/25-antipaticissimi-assiomi/

    Nel mondo di oggi anche i temi della lotta sono “prodotti” da vendere nel “mercato” della militanza, ed essendo “merce” è normale che debbano esserci sempre nuove offerte per soddisfare la domanda di consumo veloce.

    Con il fordismo gli operai delle fabbriche persero l’originaria competenza e conoscenza che avevano con l’oggetto di produzione: la catena di montaggio li alienò dalla consapevolezza completa di ciò per cui lavorano.
    Così oggi i militanti, sono alienati dal senso ultimo delle lotte, non colgono più l’essenza dell’insieme, e si parcellizzano in sempre nuovi ed effimeri lotte che, per quanto nobili nelle intenzioni, poste in questo modo, non sono altro che il risultato di una strategia fordista (e non post-fordista) del Capitale applicata alle coscienze.

  • Sicuramente le lotte si sono parcellizzate ma non possiamo non tener conto dell’immane sconfitta che i movimenti di massa hanno subito. Non vorei dare l’idea di “incolpare” qualcuno. Le riflessioni in libertà che ho fatto volevano solo offrire una concatenazione senza giudizio. Penso che dopo le batoste tra il ’78 e l’81 sia stato difficile ripartire. Si creò una condizione di caccia alle streghe con migliaia di compagn@ in carcere e indagati. Dalle scuole sparirono molti insegnanti, invitati al pre pensionamento.
    La criticità da affrontare oggi è trovare un minimo comun denominatore. Ci sono degli esempi interessanti e qualcosa si sta muovendo. In questo caos manca però un’alternativa credibile, la mamma non c’è più e il bimbo non si è emancipato dal seno.

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