«Tu la chiami guerra e non ti spieghi il perché»

Bologna, 22 giugno: dalle 18 a Scienze Politiche con letture, mostre, discussioni

Scalarini-Scheletri

Il 28 luglio 1914 scoppia la prima guerra mondiale alla quale l’Italia prende parte dal 24 maggio 1915.

Da quel momento e per i seguenti tre anni e quattro mesi migliaia di uomini vengono mandati al macello: «Guerra di morti di fame contro morti di fame» la chiama Gian Maria Volontè nel celebre film «Uomini contro». Un conflitto voluto e finanziato dai vari poteri industriali che vedevano in questa strage di proletari un enorme guadagno.

Il risultato fu decine di milioni di morti, fra soldati e civili uccisi da guerra, fame, malattie e saccheggi; milioni tra feriti, mutilati e reduci affetti da “nevrosi di guerra”; un’intera generazione cancellata.

Così descrive la guerra uno dei tanti giovani costretti al fronte: «Proiettili che esplodono in alto, che esplodono al suolo, intrecci di schegge, di pietre e di pezzi di granate, scoppi di bombe, eruzioni che annebbiano l’aria, nubi di fumo, di polvere, urli di urrà, gemiti. Morti e feriti in quantità. Corpi straziati. Pezzi di carne, arti a terra. La guerra, che spaventoso inferno!» – Furio Sbarnemi [Bruno Misefari] in «Diario di un disertore» (Gwynplaine, Camerano, 2010).

Eppure, a cento anni di distanza lo Stato italiano celebra questo massacro con toni trionfalistici, cercando di auto-assolversi con le corone ai militi ignoti o giustificando tutti quei caduti come necessari alla “vittoria della patria”.

Il 23 maggio 2015 abbiamo avuto un primo assaggio di come i fascisti vari si stanno muovendo: a Udine, Forza Nuova, assieme ad altri loschi figuri, ha organizzato una conferenza sulla prima guerra mondiale per sancire la nascita di una coalizione di estrema destra, il cui risultato è stato un flop di partecipazione, segno del suo declino “in favore” di Casapound. A Gorizia i “fascisti del terzo millennio” hanno dato vita a una manifestazione nazionale – all’insegna di “alcuni italiani non si arrendono” e “italiani in trincea” – che ha ottenuto risultati molto bassi e marginali grazie a una forte mobilitazione transregionale antimilitarista e antifascista che è riuscita a rispondere a tono a quella che i cittadini goriziani hanno considerato un’offesa, una celebrazione della morte che ha colpito duramente nella loro città. Questo clima di patriottismo si adatta perfettamente alla galassia di gruppuscoli fascisti e di estrema destra che nel corso dei prossimi anni enfatizzeranno questa concomitanza per continuare a riproporre il solito discorso reazionario e xenofobo che li caratterizza.
Alle menzogne e agli intrighi di potere, alle retoriche fasciste e militariste, noi rispondiamo svelando il vero volto delle guerre in un pomeriggio dove si alterneranno mostre, letture, dibattiti e presentazioni per costruire un discorso in opposizione alle celebrazioni istituzionali, per ricordare che la prima guerra mondiale e gli anni a seguire hanno costituito la melma dalla quale è nato il fascismo, per contrastare i fascisti di ieri e quelli di oggi.

La storia che vogliamo ricordare non è fatta di eroi, di sacrifici volontari o di epiche battaglie, ma parla di trincee piene di fango e cadaveri, stupri di massa, spietati generali, decimazioni, ribellioni e disertori, tregue spontanee, mezzi di comunicazione asserviti; ma anche della lotta per conservare la propria dignità ed umanità, di chi resiste alla brutalità della guerra.

Dalle 17,30 a Scienze Politiche (Strada Maggiore, 45)

ore 18 – «Che divisa porti fratello? Nessuna»
Viaggio tra prima guerra mondiale, guerre coloniali e guerre odierne in un discorso che chiama in causa da subito il controllo dell’informazione da parte di Stato e capitale. Incontro con il professor Carlo D’Adamo curatore della mostra.

ore 20 – «100 anni dopo: vecchie e nuove bugie di guerra», lettura a due voci con Daniele Barbieri e Agata Marchi, un esercizio di memoria contro il militarismo e i nazionalismi che, come avvoltoi, si riaffacciano ai giorni nostri.

Ore 21:30 – «Cent’anni a Nordest. Viaggio tra i fantasmi della “guera granda”»:

Wu Ming 1 presenta il suo ultimo libro assieme a Girolamo De Michele. «A Nordest il passato si confonde con il presente, fra memorie rimosse ed eredità inconfessate. Così ho deciso di studiare, intervistare, mappare, scrivere».

Dall’apertura, sarà presente una sezione espositiva con la selezione della mostra «Che divisa porti fratello? Nessuna» a cura del professor Carlo D’Adamo.

Dalle 19 aperitivo mangereccio organizzato dal Circolo Anarchico Berneri aderente alla Rete Eat the Rich.

Nostra patria è il mondo intero!

Guerra agli oppressori!

UNA NOTA TECNICA SULLA NARRAZIONE

La lettura del 22 giugno, intitolata «100 anni dopo: vecchie e nuove bugie di guerra», è una rielaborazione (senza filmati, visto che siamo all’aperto) del testo «Ancora prigionieri della guerra» di Daniele Barbieri e Francesca Negretti, con

immagini e suoni montati dal centro sociale «Brigata 36» di Imola

Daniele Barbieri e Francesca Negretti (o Agata Marchi, quando Francesca non può assentarsi del lavoro) sono disponibili a muoversi da Imola per le spese di viaggio e l’eventuale b&b – ove occorra dormire – più un gettone da concordare.

La vignetta che apre quesìto post è di Scalarini.

 

Redazione
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