Turchia: un attacco al Pkk e uno sguardo sul fascismo

un articolo di Gianni Sartori e le parole di Ece Temelkuran

KANDIL: OPERAZIONE RIUSCITA CONTRO IL PKK O PROPAGANDA ELETTORALE?

di Gianni Sartori

L’immagine ripresa da un drone risale al 27 marzo. Si tratterebbe – stando a quanto dichiarano le autorità turche – di un veicolo appena colpito dall’aviazione di Ankara mentre percorreva una strada sulle montagne di Kandil. Nel comunicato si sostiene che con l’operazione sarebbero stati eliminati quattro responsabili di alto livello del PKK che si trovavano all’interno del veicolo. Tre di loro avrebbero perso la vita come conseguenza dell’attacco aereo, mentre un quarto sarebbe stato ferito gravemente.

Si tratterebbe – il condizionale per ora è d’obbligo – di Mikail Ozdemir “Navdar”, uno dei responsabili per gli Esteri; di Emrullah Dursun “Serhat Varto”, portavoce del PKK; di Ali Aktas “Sinan Sor”, comandante della regione di Kandil; di Riza Altun (il ferito) – è nella foto qui sopra – cofondatore del PKK e del Consiglio esecutivo dell’Unione delle comunità del Kurdistan (KCK) e maggior responsabile per gli Esteri.

Al 28 marzo il movimento di liberazione curdo non ha ancora fornito una comunicazione ufficiale in merito per cui non si può escludere che la notizia fornita dalle autorità turche rientri – del tutto o in parte – nella campagna elettorale in vista delle prossime elezioni.

Lezione turca: come cresce il fascismo in un popolo

di Ece Temelkuran

«Ambedue i modi di ricordare (*) condividono erroneamente l’idea che la storia possa essere cambiata in un solo giorno e da una sola persona. Invece, come sappiamo, il fascismo non significa che i cattivi, dall’oggi al domani, arrivano e picchiano a sangue i buoni. Il fascismo è la progressiva perdita di umanità. E’ un processo strisciante, non percepibile a occhio nudo. Fra tutti i disastri il fascismo è quello che cambia abito più rapidamente e con più maestria. Appena si avvicina questa vecchia conoscenza non viene mai riconosciuta in tempo, nonostante la sua figure e il suo carattere siano stati descritti innumerevoli volte. Non appena si presenta, è già troppo tardi. Perché nella sua essenza è racchiuso un segreto che avvelena e fa marcire tutto ciò che tocca. Non uccide, corrompe. Come qualcosa di marcio, di ammuffito.

Il fascismo cresce e si diffonde nel tempo, creando una sorta di stato di esitazione che assomiglia al dormire indotto dall’ipotermia. «Ma come può essere?», «Aspettiamo di vedere come va», «Forse non sarà poi così male come pensiamo»: frasi come queste lentamente si fanno strada dentro di noi e ci intorpidiscono. Si tratta della più grande opera di illusionismo del nostro tempo. E’ capace di far apparire il male come se fosse il bene. (…) Il fascismo in principio non uccide, si limita a trasformare le persone. La sua reale vittoria sta nella facilità con cui riesce a cambiare le persone. Il rispetto per un altro essere umano è la prima caratteristica ad andarsene. Il gioco ha inizio non appena il processo di legittimazione che genera sottomissione e rende la crudeltà accettabile prende avvio nelle menti della maggioranza. (…) Sappiamo dalla storia mondiale che quando la prima caratteristica dell’umanità, ovvero il rispetto dell’essere umano, viene meno, società intere si ammalano di un male incurabile. Ogni crimine, ogni massacro, ogni omicidio e ogni atto di crudeltà che nella storia di un Paese rimane impunito, inietta sangue infetto nelle vene del suo popolo, goccia a goccia. Quando tutto il sangue nelle vene sarà stato sostituito, allora il nuovo cittadino sarà pronto ad applaudire quando davanti ai suoi occhi verrà eretto il monumento alla sottomissione e alla tirannia»

da «Turchia folle e malinconica» (Spider&Fish 2018: pagg. 50-52) di Ece Temelkuran. Grazie a Roberto che lo ha segnalato alla “bottega” probabilmente pensando anche alla de-umanizzazione dell’altro (il migrante…) al cinismo (il cimitero mediterraneo…), all’auto-falsificazione indotta (i lager libici…), all’idea di superiorità di alcuni verso altri.

(*) L’autrice esprime un pensiero generale ma fa riferimento ai due modi (positivo e negativo) di pensare e di trattare il colpo di stato del 1980 in Turchia come fose un fatto a sè, un singolo evento avvenuto in un determinato momento a opera di una determinata persona (il generale Kenan Evren).

ECE TEMULKURAN

Licenziata da Habertürk dopo aver scritto articoli critici nei confronti del governo, in particolare nella gestione del massacro di Uludere del dicembre 2011. È stata nominata due volte “editorialista politico più letto” della Turchia. Le sue colonne sono state pubblicate anche su The Guardian e Le Monde Diplomatique. Fra i suoi libri Ne Anlatayım Ben Sana! sugli scioperi della fame di prigionieri politici turchi. Nel 2008 ha ricevuto dall’Associazione per i diritti umani il premio Ayşe Zarakolu per la libertà di pensiero in Turchia.

Redazione
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Un commento

  • Gianni Sartori

    pardon, l’immagine ripresa da un drone (di cui si parla all’inizio dell’articolo) risale al 21 marzo, non al
    27 come avevo scritto erroneamente. Il 27 marzo è invece giorno in cui la notizia (ancora non confermata dal movimento curdo) era stata diffusa da un’agenzia turca parastatale..Per il momento restiamo .in attesa di ulteriori elementi.
    GS

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