Ultimora sul punto al quale siamo arrivati

di Mauro Antonio Miglieruolo

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Inizia a essere più chiaro quel che il governo Renzi intende fare per disattendere la delibera dell’Alta Corte sul mancato adeguamento delle pensioni al costo della vita: elargendo una elemosina ad alcuni, negandolo ad altri. Non solo. Ma presenta tale ulteriori abuso come se si trattasse di una sua benevola elargizione e non quello che effettivamente è: un parziale, limitato, illegittimo ottemperare alle prescrizioni dei giudici costituzionali.l20maggUltimoMohicaniocandinaPer comprendere le ragioni che inducono il Renzi nazionale (non vuole forse costruire il partito della nazione? il partito in cui imbarcare anche la reazione più nera?) a questa sua solita iniquità antipopolare, non basta richiamare la propensione del renzismo alla tutela dei “pezzi grossi” (vedi: essere dalla parte di Marchionne senza se e senza ma), o la tradizionale sordida avarizia d’ogni governo quando si tratta delle condizioni di vita della povera gente. E neanche della noncuranza o dello spregio con la quale vengono considerati i cosiddetti “bilanciamenti”, contropoteri che emendano le paurose lacuna della democrazia borghese (organizzazioni sindacali – esclusa Confindustria; il Parlamento; la Magistratura; la Costituzione e le delibere della Corte Costituzionale; e persino le manifestazioni della volontà popolare, in ogni sede o con qualsiasi mezzo quest’ultima trovi espressione). Qui possiamo individuare qualcosa di nuovo e fortemente regressivo. Il rifiuto di due fondamentali dello Stato di Diritto:

1) la NON retroattività delle leggi; 2) i necessari effetti di nullità delle stesse determinate dalle sentenze della Corte Costituzionale. Le cui delibere non sono da interpretare, o tantomeno da disattendere appellandosi a ragioni di opportunità, ma da applicare e basta.

Se le conseguenze della sentenza, come pretestuosamente si accampa, dovessero mettessero a rischio i conti dello stato, il carico non può essere rovesciato su alcuni (i soliti pensionati), ma sulla generalità dei contribuenti. Non necessariamente sacrificando ulteriormente il potere d’acquisto dei poveri, ma operando tagli sugli sprechi effettivi, il costo delle missioni di pace (alias missioni di guerra contro chi non consente alle politiche di spoliazione dell’Occidente); i costosi, inutili F24; la TAV; i costi della politica ecc.

Le implicazioni dei  due fondamentali enunciati sono semplici. Che ancora oggi a Renzi o altro altro governo della medesima disgraziata specie, qualsiasi cosa ne pensi la Stampa di Regime (sempre più stampa di regime, in una realtà che è sempre più regime) può essere permesso di stabilire a chi restituire e a chi no il maltolto; che se si vuole normare ulteriormente in senso negativo contro i pensionati, e questo governo lo vuole, bisognerà ci si rassegni a farlo per il futuro, per il passato non è consentito. O meglio, non sarebbe consentito, ma la disinvoltura e le tendenze autoritarie dell’attuale governo, potrebbero renderlo tale, consentibile. Non esiste limite al peggio. Unico limite la volontà popolare che, nonostante le tante sveglie prese, i tanti ceffoni e calci nel didietro, continua a sonnecchiare.

Unica speranza dunque è che si svegli. Né giuristi di chiara fama e di specchiata onestà (professionale) possono far fronte; non può la coscienza superstite di qualche desolato giornalista che si ostina  a fare il proprio dovere, cioè essere la coscienza critica del potere (giornalisti difficili oggi da trovare, giornalisti che somigliano sempre più a una sorta di ultimo della specie: l’ultimo dei Mohicani…). Prima o poi questo risveglio dovrà pur avvenire. Se non per costruire una salda opposizione del potere borghese, almeno per quanto attiene alle prossime elezioni regionali. Per dare un primo avvertimento a Renzi e un secondo alla borghesia. Su questa strada non ci stiamo più a essere condotti. Vedete quel che potete fare.

Altrimenti ci pensiamo noi.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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