Uma­nità a perdere. Sindemia e resistenze

di Osservatorio sulla Repressione

È dal 2007 – anno di costituzione – che l’Osservato­rio sulla Repressione promuove e coordina studi, ricer­che, dibattiti e seminari, sui temi della repressione, della legislazione speciale, della situazione carceraria in Italia come nei contesti europeo e internazionale.
Grazie a un’informazione quotidiana il nostro sito, le pagine facebook e twitter i canali telegram e youtube nel corso degli anni, hanno raggiunto un numero medio giornaliero di più di trentamila visitatori.
La collana editoriale nasce per andare oltre il quotidia­no, per analizzare e comprendere, con adeguati strumenti di analisi e percorsi condivisi, dove sta andando il mondo a partire dal nostro punto di osservazione e azione.
Vorremmo far partire un esperimento di analisi e ri­flessione collettiva che si componga di suggestioni e idee per entrare a gamba tesa in una battaglia culturale e po­litica di portata epocale con tutte le ricadute in termini di azioni concrete e immediatamente politiche.
L’Osservatorio è dunque per noi un luogo dove accan­to alla denuncia e alla controinformazione, possano tro­vare accoglienza idee e riflessioni finalizzate alla co­struzione di un “cassetta degli attrezzi” per generare pratica condivisa di conflitto politico e sociale, per con­tribuire a trasformare la realtà, confrontandosi con la riconfigurazione dei dispositivi di repressione e con le sue ragioni storiche.
Un luogo per ascoltare, accogliere, dar voce e saper interpretare anche le idee, le proposte e le visoni di futu­ro che dai conflitti irrompono nella società.
Materiali di puro servizio, quali prontuari di autodifesa, come pure materiali di approfondimento e di dibattito, di maggior impegno analitico, di ricerca. Due conseguenti e diverse collane editoriali.
La scelta ci pare utile e coerente con la storia dello spazio di cooperazione politica e solidale che siamo sempre stati, chiamando a un lavoro collettivo le forze e le figure che continuano a muovere una critica organica e organizzare la resistenza alle dottrine e alle pratiche dello stato di sicurezza, per diffonderla e diffonderne la consapevolezza politica.
Quanto più sarà estesa e quali­ficata la partecipazione e la costruzione di percorsi uni­tari di denuncia, analisi e ricerca, tanto più il nostro la­voro avrà ragione di continuare ad esistere.

Prende avvio così questa collana editoriale con Uma­nità a perdere. Sindemia e resistenze, risultato di un per­corso collettivo, iniziato nel novembre scorso con Sal­vatore Palidda, Claudio Dionesalvi, Antonio Mazzeo, Alessandra Cecchi, del portale Ecor.Network e Luca Trada del laboratorio politico Off Topic.
A loro abbiamo chiesto di raccontare, descrivere da un lato quanto la pandemia fosse l’occasione per accelerare, processi di controllo sicuritario politico e sociale e dall’altro le pra­tiche di resistenza.

Salvatore Palidda, già docente di sociologia all’Uni­versità degli Studi di Genova, ci conduce nell’inferno dei nostri tempi con La guerra alle migrazioni nel Ventunesi­mo secolo; Claudio Dionesalvi, mediattivista, insegnante di Lettere nella scuola media, con La scuola ibernata ci racconta come l’impatto delle misure adottate per pre­venire il contagio è stato devastante sulla paideia ed ha finito per disumanizzare la scuola; Antonio Mazzeo, Peace-researcher, con Militarismo e militarizzazione in tempi di pandemia ripercorre fatti e accadimenti di un’emergenza sanitaria, drammatica, reale, rappresen­tata e manipolata come un conflitto globale e totale onde assicurare centralizzazioni e autoritarismi decisionali, militarizzazioni dei territori e della sfera sociale, politi­ca ed economica.
L’intervento di Ecor.Network, un portale di appro­fondimento e informazione sull’aggressione del profit­to contro i territori di tutto il mondo e sui movimenti di resistenza, documenta come i promotori delle attività di maggiore impatto sull’ambiente e sulle comunità hanno approfittando della situazione creata dalla pandemia per espandersi e riorganizzarsi.
Infine con Crisi pandemica e capitalismo della sorve­glianza, il laboratorio politico Off Topic analizza come la pandemica sia stata l’occasione per una crescita espo­nenziale della digitalizzazione dei nostri comporta­menti e stili di vita ampliando a dismisura il potere di controllo delle big corporation sulle nostre vite.

Siamo dentro un inferno neoliberista che in momento storico, segnato da una immane paura, ha reso macro­scopici tutti i segni di un futuro prescritto accelerando processi autoritari e sicuritari.
Lo sviluppo capitalistico mostra il suo volto e le conseguenze sui destini di tutti gli esseri viventi del pianeta. Alla paura e all’incertezza di futuro la risposta è maggior sicurezza, controllo e re­pressione.
Il vocabolo pandemia è entrato prepotentemente nella nostra vita, ma da solo non basta a spiegare quello che stiamo vivendo, è solo un effetto.
Trenta anni fa l’antropologo medico americano, Merril Singer, coniò il sillogismo sindemia come: «l’in­sieme di problemi di salute, ambientali, sociali ed eco­nomici prodotti dall’interazione sinergica di una o più malattie trasmissibili, caratterizzata da ripercussioni sulle fasce di popolazione più svantaggiate».
Più in generale si può affermare che la sindemia è la relazione che esiste tra una pandemia e le condizioni ambientali, socio-economiche, politiche, il livello di istruzione, la povertà, il riscaldamento globale, il pro­blema della perdita di lavoro, che hanno ripercussioni devastanti sulle fasce di popolazione più svantaggiate di cui ancora non si vedono tutti gli effetti, anche nei ter­mini della perdita di vite umane.
È la logica dei dominanti che presuppone un eccesso di umanità di cui si può fare a meno. Bastano alcuni esempi.
L’uso dei brevetti sui vaccini a discapito dei paesi più poveri scegliendo consapevolmente di salvaguardare i paesi ricchi e le loro capacità di produrre, consumare e depredare di materie prime i paesi ai quali i vaccini sono negati, se poi si muore nelle strade come in India o Bra­sile poco importa.
Le politiche verso una umanità migrante ridotta in schiavitù la cui unica possibilità è sopravvivere nelle traversate del deserto, nei lager libici e al mare.
Infine, ma non da ultimo, il tentativo di portare a compimento la sussunzione della vita intera e dell’inte­ra cooperazione sociale alla produzione del valore stesso a livello globale.
Ecco allora crescere la quantità chi è parte di una Umanità a perdere espulsa e confinata nelle periferie delle nostre città come in tutti i sud del mondo.

il libro si può ricevere scrivendo a info@osservatoriorepressione.info
Prezzo di copertina: 10 euro (per 136 pagine)
alexik

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