Un doppio Tubb, Robot e altro

«Paura degli stranieri» è proprio un bel titolo. Così l’Urania 1572 è stato letto quasi subito da me medesimo, proprio io. Un breve romanzo di Edwin Charles Tubb del 1968 che mi era sfuggito con il contorno di un altro romanzo «Sulle orme degli angeli» (del 2003) per un totale di 318 pagine a 4.20 euri.

L’inglese Tubb (morto a settembre 2010) è stato un buon artigiano e questo libro merita. Non vi aspettate però un capolavoro o una suprema inquietudine. Per quello vi conviene comprare… no, ve lo dirò dopo.

Assai bella la partenza di «Paura degli stranieri» ma poirallenta e diventa più banale. Gli stranieri (o gli astronauti che sono stati via troppo a lungo) sono cattivi e dunque bisogna averne paura. Più o meno tutto qui, pur se con un bel ritmo, una scrittura appropriata, un investigatore privato marziano simpatico qb (quanto basta).

Diverso il caso di «Sulle orme degli angeli», originale e ambizioso anche se non riuscito sino in fondo. La trama è del tutto diversa da quella riassunta in quarta di copertina (in Mondadori leggono i libri che pubblicano?). Le due parole-chiave iniziano per z: zippare e zombie. Il mistero sembra medico-scientifico ma ogni pista è aperta. C’è un greco che porta doni e dunque bisognerà decidere se dar retta all’antico adagio post-troiano oppure no. L’effetto Kirlian di cui qui si accenna è una bufala, come qualunque esperto del Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) vi potrebbe dimostrare in mezz’ora ma questo non inficia il finale come la panzana iniziale di Elena non rende l’Odissea meno interessante.

Se invece che in edicola passate in libreria fatevi tentare dal numero 62 di «Robot» (192 pagine con molte illustrazioni e foto per 9,90 euri) rivista di fantascienza come spiega il sottotitolo, l’unica seria e continuativa rimasta.

Ogni numero di «Robot» (ora trimestrale) offre un buon mix di racconti, articoli, interviste ecc. Qui lo speciale Canada (c’è anche il mio amato Robert Sawyer con un raccontino minore) si incrocia con tre scrittori italiani: Vittorio Curtoni che torna a scrivere (evviva) dopo lunga malattia e colpisce a fondo nella zona che sta fra l’animuccia e la bile; seguito da Riccardo Restelli, piacevole ma esile; infine da Maurizio Del Santo (per me ignoto lo confesso) il quale costruisce un lungo e bel racconto di fanta-antropologia che forse potrebbe allungare a romanzo.

Se invece state cercando qualcosa di molto più impegnativo in edicola trovate «I.n.r.i» di Michael Moorcock (Urania collezione: 190 pagine per 5,50 euri) e in libreria la ristampa (Fanucci) di «Il dottor Futuro», un Dick del 1959. Di entrambi prossimamente vi parlerò ma intanto acchiappateli.

 

Redazione
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2 commenti

  • Di E. C. Tubb, ricordo un bel romanzo, “La corsa del manichino”, una società ipocrita e politically correct che mostra crepe a vagoni.
    Sarà ancora attuale?

  • Cavolacci. Moorcock stavolta non me lo perdo proprio. E’ tanto che non leggo un suo romanzo, ed è mancanza gravissima per un amante degli autori inglesi.
    Grazie, Dan! Grandi consigli, come al solito.
    PS: io suggerisco, per chi vuole, un Alan Altieri molto molto politicizzato e di denuncia: “Underworlds”, TEA, appena uscito con sconto a 8 euro circa. Alcuni racconti sono dei veri capolavori (Scarecrow, ad esempio, ambientato in un midwest americano desolato popolato di farmer repubblicani paranoici) e dentro c’è tanta, tanta fantascienza.
    Bellissimo!
    Vi

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