Un imprevisto (doppiamente) faraone: gran jazz più…

neuropoesia di Pabuda

Buffe cose succedono il venerdì pom/sera.

Ve ne racconto in quattro tempi con musica ASSOLUTAMENTE da ascoltare.

PRIMO TEMPO: un msg di db ad amiche/i “jazzcoinvolti”

care e cari di una mia piccola lista MUSAK

volevo segnalare tre “jazzate”

– oggi su “il manifesto” per inaugurare una serie di pagine intitolate DOPPIO PASSO hanno scelto la storia di Billie Holiday e Lester Young (Lady Day e Prez): è sempre un buon leggere e ascoltare/riascoltare (anche in rete)

– in edicola oggi è anche il nuovo “Musica Jazz” (a 9,90) con un cd di MILES DAVIS (“1963 More From Antibes“): un bel quintetto, un bel concerto

– a proposito di vecchietti jazz-arzilli (Archie Shepp, Carla Bley, Enrico Rava, Anthony Braxton, Sonny Rollins, Randy Weston…) ho scoperto che anche Pharoah Sanders suona ancora (beh in fondo ha solo 8 anni più di me, un pupotto) con il suo barbone bianco e poco fa in rete ho beccato questo – il link è sotto – che vi dono, sono quasi due ore (un buon trio) dal vivo

by-bop-db

Pharoah Sanders –
Live at Jazz Cafe
London 2011

SECONDO TEMPO: dovete ascoltare il concerto… altrimenti il post pooooooootrebbe non avere senso compiuto.

TERZO TEMPO: Pabuda dalle “vacanze” mi scrive:

Grazie! Molto bel concerto. Ci ho scritto sopra la roba che appiccico qui sotto. Domani ce ne andiamo da Milano e per una settimana stiamo sotto una quercia, senza computer, né internet né cellulare. buon ferragosto! Pabù

COSA CI FA IL FARAONE COL SAX?

quando meno te lo

aspetti,

dopo tante carezze

di note dal palco

(e financo bacetti!)

salta fuori dai polmoni

di quel canuto barbone

ripiegato sul sax

del vero baccano di strada

dei barriti pachidermici

da bollente savana,

dei latrati strozzati

di cane d’amore morente:

il vecchio Sanders

maltratta lo strumento

come ai tempi

più dispettosi e

matti e ribaldi del movimento:

Faraone, vecchio pazzo,

ti pesta in testa

e ti gratta

colla carta vetrata

fin dentro all’emisfero

del suono

e via via per arterie

e per vene

in ogni singolo globulo rosso,

come faceva

quand’era un ragazzo!

poi:

ti lascia alle cure

dei premurosi tamburi

e del buon contrabbasso;

all’orizzonte:

ottantotto tasti di un piano:

sia bianchi sia neri.

QUARTO TEMPO: cosa si diranno…

. un terzino della Sampdoria e un faraone, incontrandosi il giorno del Giudizio Universale? Così chiedeva – e rideva – Roberto Benigni quando era un vero giullare e non un guitto di regime. Risposta non c’è o forse nel sax sarà.

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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