Un numero imprecisato

testo e collage di Pabuda

All’ingresso del cimitero di Lampedusa sta scritto: «PER UNO SCONOSCIUTO GLI SCONOSCIUTI NON PIANGONO».

In questo cimitero hanno trovato sepoltura un numero imprecisato di donne e uomini morti nel tentativo di raggiungere l’Europa attraversando il Mar Mediterraneo, unica via per cercare una possibilità  di futuro. La quasi totalità delle tombe non ha un nome e le uniche notizie che è stato possibile recuperare delle storie di queste persone riguardano le circostanze della loro morte o del ritrovamento dei loro corpi.

Ma tutti loro hanno vissuto. Hanno gioito e sofferto, hanno sperato e lottato e qualcuno li ha attesi e pianti.

Nella consapevolezza che ogni frammento di storia sia capace di produrre una crepa in quel muro che divide gli uni dagli altri e nella speranza che la memoria di queste vite non vada persa occorre continuare a raccontare affinché si raggiunga una moltiplicazione delle voci, tale da essere assordante.

Provare lutto per la morte di chi

Non abbiamo mai visto –

Implica una parentela vitale

Fra l’anima loro e la nostra –

Per uno sconosciuto – gli sconosciuti non piangono

GRAZIE: a Chiara Zanini per la foto; a Edda per la battaglia infaticabile;a Giovanna detta “Yoko Dim”per la tenacia sorridente; a mio papà, il Professore, per le belle riviste che ha lasciato, in modo che ne ricavassi materiale per i collages. Il titolo del collage di Pabuda riprodotto  qui è: “Il mio sconosciuto.

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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