Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza – Roy Andersson

di Francesco Masala,

ha vinto l’ultima edizione del festival del cinema di Venezia, è un film ‘hors categorie’, come certe montagne da scalare al Tour de France.
un film costituito di 39 quadri spesso legati fra di loro, Roy Andersson dipinge un mondo che sta morendo, o è già morto, e ancora non lo sappiamo.
si ride anche, ma non è humor nero, è humor glaciale, senza pietà.
mi è venuto in mente che alcuni episodi avrebbero potuto essere scritti da Franz Kafka, umorismo sull’abisso.
tra le cose tragiche ci sono la ripetizione di una frase, parole ormai senza significato, e i due venditori che vogliono far ridere il mondo, ma loro non sanno sorridere.
ogni mattina ripartono per l’avventura (del commesso viaggiatore), e poi scornati, avviliti, e ancora più tristi tornano a casa.
la casa poi, un alberghetto o una casa del povero, forse un rifugio per senzatetto, ma con camere singole.
per chi non lo conosce ecco qualcosa di Roy Andersson, qui e qui.
da vedere e rivedere, non perdetevelo.

http://markx7.blogspot.it/2015/02/un-piccione-seduto-su-un-ramo-riflette.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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