Un progetto di donne in Uganda
di Maria Rosaria Baldin (*)
Il mese scorso il mio amico poeta Hamid Barole Abdu, che attualmente si trova a Kampala, in Uganda, mi ha raccontato la storia di un gruppo di donne che stanno cercando di rendersi autonome tramite questo allevamento di polli e senza aiuti di Ong (a suo tempo promessi, ma successivamente disattesi). Ecco cosa mi ha raccontato Hamid.
«Anni fa quando mi capitò di leggere il libro di Dambisa Moyo dal titolo “La Carità che uccide” (Rizzoli) rimasi sconvolto. Secondo la scrittrice dello Zambia ma che vive in America, una donna documentatissima, di ogni dollaro che va alla cooperazione allo sviluppo in Africa ai destinatari (i dannati della terra) non arrivano nemmeno 10 centesimi. Vedo con i miei occhi qui in Uganda i soggetti della cooperazione allo sviluppo che girano con fuori strada da più di 100 mila euro, alloggiano nei migliori hotel o nelle migliori ville con domestici e autisti locali e chissà quanto sono stipendiati…
Il progetto è fatto dal basso e so che si tratta di donne sfortunatissime. Vedo come Margaret, la responsabile, e le altre donne cercano di sopravvivere con tanta umiltà.
Qui il salario delle persone è quasi zero, soprattutto per le donne. Una ragazza/donna di servizio che lavora quasi 24 ore su 24 presso una famiglia benestante/ricca prende trenta/quaranta euro al mese. Lo so di certo perché un ragazzo conosciuto nella casa dove vivevo fino a tre giorni fa ha una sorella che lavora presso una famiglia di eritrei che la pagano proprio quella somma, compreso il mangiare e il dormire.
Le somme indicate nel progetto, cioè 120,000 shillings corrispondono a circa 35 € (1 € è 3330 shilling circa) e 220,000 shillings sono meno di 65 €.
Purtroppo è la verità.
Mentre scrivo c’è un idraulico che sta montando il boiler e un nuovo Wc. Immagina quante ore dovrà lavorare perché il bagno è nuovo. Bene nel preventivo che mi ha fatto vedere, cioè la lista di tutti i materiali che gli servono ha messo anche il costo della manodopera che è di 70,000 shillings pari a € 20. Questo ragazzo dovrà ritenersi fortunato perché è specializzato, ma non è che trova facilmente persone disposte a dargli questa somma.
Aprire un conto corrente qui non è facile come in Italia, per entrare in banca le persone vengono perquisite da una dozzina di poliziotti armati, come detenuti o potenziali terroristi. Se tu e altre persone e/o associazioni volete sostenere il progetto, vi dò la mia disponibilità a fare da garante soprattutto relativamente alla rendicontazione e realizzazione del progetto. Il mio consiglio è inviare denaro tramite Western Union o altre agenzie simili; è semplice, veloce e si ha la ricevuta del versamento».
Ecco, questa è la storia che mi ha raccontato Hamid. Qui sotto un box. Ora tocca a noi riflettere e decidere se vogliamo dare una mano a queste dieci donne, madri di famiglia, a rendersi indipendenti: bastano 4500 euro perché possano partire! Chi volesse informazioni più specifiche può contattarmi via mail. Grazie.
ASSOCIAZIONE VOLONTARIE VILLAGGIO DI KAWUKU
La situazione per noi donne svantaggiate in Uganda è allarmante. Siamo divorziate, abbandonate, vedove e vittime di violenza. Abbiamo difficoltà ad accedere a lavori che sostengano sia noi che i nostri bambini. In queste condizioni abbiamo deciso di formare un gruppo di dieci donne per combattere la disoccupazione e la povertà e diventare così indipendenti. Questo gruppo si chiama Kawuku Women Volunteers Association. E’ legalmente registrato come associazione e ha sede nella periferia di Kampala, capitale dell’Uganda, nel villaggio di Kawuku. Crediamo in noi stesse ed è con la nostra capacità che possiamo lavorare e cambiare le nostre vite.
Al fine di raggiungere questi obiettivi, abbiamo dato vita al progetto di un pollaio. In particolare, piano piano, attraverso i nostri risparmi, abbiamo costruito due pollai che riescano a ospitare fino a 2000 polli. Per dar vita al nostro progetto e coprire i costi di produzione, abbiamo bisogno di un capitale iniziale che varia dai 7 agli 8 milioni di scellini per 1000 polli (corrispondenti a € 2.320) e dai 14 ai 16 milioni per 2000 polli (corrispondenti a € 4.650). Con questi livelli di produzione, il profitto può arrivare a un milione duecento mila scellini per 1000 polli (corrispondenti a 350 €) e due milioni quattrocentomila scellini per 2000 polli (700 €). Cosi facendo ogni membro può arrivare a guadagnare 120 mila scellini per 1000 polli (corrispondenti a € 35) e 220 mila scellini per 2000 polli ogni 7/8 settimane.
Dunque 4650 € (totale capitale iniziale occorrente) per assicurare all’incirca 65 € di guadagno, ogni mese, per le 10 donne.
(*) ripreso da «E io scrivo» 18 Marzo 2014, 17:17; dove trovate anche alcune foto fra cui quella di Mukasa Margaret, coordinatrice del progetto.