Un ricordo di Marina Cvetaeva

di Doriana Goracci

E un appuntamento per chi domani è dalle parti di Oriolo Romano

MarinaCvetaeva

Avevo letto, tanti anni fa, alcune poesie di Marina Ivanovna Cvetaeva. Ma mai la sua biografia e, che diamine, la fine della sua vita (che è tutta un romanzo) si concludeva così: «l’ultimo giorno d’agosto dell’anno 1941, Marina Ivanovna Cvetaeva salì su una sedia, rigirò una corda attorno ad una trave e si impiccò nella casa che aveva affittato. Lasciò un biglietto che scomparve per mano della polizia. Sembra che la vera intenzione fosse quella di cancellare il suo ricordo, privarla di ogni dignità. Nessuno sa dove fu sepolta. Il 3 settembre, al suo funerale, si presentò il signor Nessuno “Sembra troppo forse, troppa tutta quella povertà: “…Perché i cuori e le anime non si danno al deposito bagagli. Le cose dei poveri – più scipite e più secche: più scipite del tiglio, più secche dei ceppi. Le cose dei poveri – semplicemente – anime, e per questo bruciano così facile…”. Era nata a Mosca l’8 ottobre 1892 e morì a Elabuga il 31 agosto del 1941, con la “qualifica” di poetessa e scrittrice russa. «A venticinque anni, dunque, era rimasta sola con due figlie in una Mosca in preda ad una carestia così terribile quale mai si era vista. Tremendamente poco pratica, non le riuscì di conservare il posto di lavoro che il partito le aveva ‘benevolmente’ procurato. Durante l’inverno 1919-20 si trovò costretta a lasciare la figlia più piccola, Irina, in un orfanotrofio, e la bambina vi morì nel febbraio per denutrizione… La figura di una donna ‘eterna ribelle’, istintiva e passionale, sempre in conflitto sia con l’ambiente familiare che con la vita coniugale e con gli affetti profondi, quasi in difficoltà nel trovare una dimora stabile in un preciso luogo che potesse diventare il luogo dell’anima, il rifugio, la propria “casa”. La sua richiesta di “essere libera, libera da tutto. Essere sola e scrivere. Mattina e sera…” quasi a dedicarsi esclusivamente all’arte, il suo unico destino… prima del buio definitivo della morte. Lasciò un biglietto, poi scomparso negli archivi della milizia. Nessuno andò ai suoi funerali, svoltisi tre giorni dopo nel cimitero cittadino, e non si conosce il punto preciso dove fu sepolta»…

Sparsi fra la polvere dei magazzini,
dove nessuno mai li prese né li prenderà,
per i miei versi, come per i pregiati vini,
verrà pure il loro turno.

Con grande coraggio e amore per l’ arte e la condivisione.

   Sabato 23 aprile a Oriolo Romano incontreremo la poesia di Marina Ivanovna Cvetaeva. Ci attendono alle ore 17,30, a Palazzo Altieri nella Sala degli Avi, per l’appuntamento «VOCI SEGRETE» reading poetico-musicale la voce di Tiziana Biscontini, Alessandro Battafarano-synthesizer, Matilda Russo-coreografia e danza. L’ingresso è libero, come sempre e come sempre ringrazio la direttrice del Museo di Palazzo Altieri Patrizia Miracola, il sindaco di Oriolo Romano, Graziella Lombi.
Con l’ occasione informo anche che alle ore 12, ci sarà l’inaugurazione della Mostra fotografica con premiazione dei partecipanti al contest “Tuscia sul filo del tempo”, promosso dal Consiglio Comunale dei giovani di Oriolo Romano, che darà il via ad un percorso espositivo a ingresso libero, aperto fino al 20 maggio, durante il quale si potrà fare un vero e proprio salto all’indietro nel tempo, scoprendo volti e luoghi del viterbese, visti con l’occhio dei primi obiettivi fotografici. Questa iniziativa è promossa non solo dal Museo di Palazzo Altieri ma anche dal Polo Museale del Lazio del ministero per i Beni e le Attività culturali.

http://www.agoravox.it/Marina-Ivanovna-Cvetaeva-poetessa.html
foto e video

 

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