Un vero capitano: Carola Rackete della Sea Watch 3

di Domenico Stimolo

Foto pubblicata dal sito https://www.deutsch-perfekt.com/deutsch-lesen/als-kapitaen-auf-der-sea-watch (che riporta un’intervista a Carola Rackete)

 

Un vero “capitano coraggioso” che difende i fondamentali diritti umani: è Carola Rackete, la trentunenne tedesca della Sea Watch 3 che , dopo avere salvato 5 giorni fa 53 rifugiati nel mare Mediterraneo, si trova ora a 15 miglia dall’isola di Lampedusa.

Carola Rackete ribadisce una verità fondamentale: «Lampedusa è e rimane il porto sicuro più vicino al punto dove abbiamo effettuato il salvataggio».

Le vicende in corso sono drammaticamente ben note. Dopo il trasporto nell’isola da parte della Guardia costiera di 10 migranti bisognosi di cura, domenica al capitano della Sea Watch 3 è stata notificata l’ingiunzione – conseguente al “ Decreto sicurezza bis” – che impone «il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane».

La portavoce di Sea Watch 3 Giorgia Linardi già domenica in una lunga dichiarazione fra l’altro ha evidenziato: «Riportarli in Libia costituirebbe sicuramente un respingimento collettivo, crimine per cui l’Italia è già stata condannata». E ancora, a propositi di porti sicuri: «Il diritto internazionale è chiaro e lo è anche il contesto. La Libia è in guerra, fatto internazionalmente riconosciuto. Riconosciuto anche a livello nazionale, come dimostra il bollettino per i viaggiatori della Farnesina» (il testo integrale della dichiarazione è riportato sul sito Diritti Globali : www.dirittiglobali.it/2019/06/sea-watch-3-la-portavoce-della-ong-giorgia-linardi-sono-sfuggiti-allinferno-respingerli-in-libia-e-da-criminali)

In questi momenti drammatici – resi ancor più gravi dalle nuove vessatorie normative varate dal governo – Carola Rackete, l’equipaggio della Sea Watch e i rifugiati salvati (fuggiti dai lager libici ove vengono costantemente violati tutti i fondamentali diritti umani) hanno bisogno del sostegno di una grande mobilitazione popolare. Come è avvenuto in altri recenti eventi che in particolare hanno riguardato porti siciliani (Catania, Siracusa…). La partecipazione attiva e pressante di molte migliaia di cittadini, amanti della democrazia, della libertà e dei valori fondamentali dettati dalla nostra Costituzione – sul rispetto della dignità umana, per l’accoglienza e la solidarietà – permise lo sbarco dei rifugiati salvati in mare.

Una riflessione sui tanti profughi morti in mare, sul coraggio dei salvatori e dei capitani veri che li guidano, è in una poesia (del 1919) di Pablo Neruda che guarda il mare: «La ballata dell’acqua di mare«».

Eccola.

Il mare

sorride in lontananza.

Denti di spuma,

labbra di cielo.

 

Cosa vendi, giovane torbida,

con i seni al vento?”.

 

Signore, vendo

L’acqua dei mari”.

 

Cosa porti, giovane bruno,

misto al tuo sangue?”.

 

Signore, porto

L’acqua dei mari”.

 

Da dove vengono, madre

Queste lacrime salmastre?”.

 

Signore, vengono

Dall’acque dei mari”.

 

E dove, nasce, cuore,

questa tua greve amarezza?”

 

E’ così amara

L’acqua dei mari!”

 

Il mare

sorride in lontananza.

Denti di spuma,

labbra di cielo.

 

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

5 commenti

  • Firma su Change: Immunità per chi salva vite umane nel Mediterraneo!
    https://www.change.org/p/matteo-salvini-immunit%C3%A0-per-chi-salva-vite-umane-nel-mediterraneo?recruiter=639243380&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=facebook&utm_source=share_petition&fbclid=IwAR2YVBp5Ifb_KTDJXH4h1rVaz7WCOEAql5ig1opK_79HSvS20Sc-Q0RaYrw

    SAURO PARI, Direttore Fondazione Cetacea Onlus ha lanciato questa petizione e l’ha diretta a Matteo Salvini, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Ministro dell’Interno e Segretario della Lega Nord e a 2 altri/altre
    Mi chiamo Sauro e conosco bene il mare e molti uomini e donne che lo amano e vi lavorano, la solidarietà in mare è una regola imprescindibile. Non si può nemmeno immaginare l’ipotesi di essere in pericolo in mare senza avere la possibilità di essere soccorsi.Per questo il soccorso in mare e l’accesso ad un porto sicuro è una regola imprescindibile per tutti:se il capitano Pia Klemp e gli altri 9 membri dell’equipaggio della nave di salvataggio privata Iuventa fossero condannati a 20 anni di reclusione in Italia per il salvataggio di persone che affogano nel Mar Mediterraneo, quella sarebbe la resa incondizionata dell’umanità in Europa.

    È già grave che mercenari nazisti e partiti politicamente spietati si mobilitino contro l’empatia e la compassione, ma il fatto che anche gli oppositori politici siano ora messi a tacere dalla giustizia, è un orribile ricordo degli inizi fascisti e dell’era nazista. Questa è un’ingiustizia per tutte le persone bisognose che, per disperazione, fuggono attraverso il Mar Mediterraneo e rischiano la vita. Ritornare ai campi profughi libici con la prospettiva di corruzione, tortura e tratta di esseri umani non è un’opzione per coloro che sono stati tratti in salvo!

    Per i valori universalmente accettati, la mancanza di volontà di fornire aiuto è punibile, mentre l’aiuto in sé è dovuto, per fortuna, e non – almeno non ancora- punibile . Per mantenere questi valori, vi chiedo di firmare questa petizione in solidarietà con tutti i soccorritori coraggiosi e impegnati e di fare appello al ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, per liberare immediatamente i soccorritori!

    Ai miei occhi, ogni singola vita umana ha lo stesso valore, motivo per cui è indispensabile aiutare i bisognosi. Non saremo mai costretti a ripensare questi concetti morali a causa di possibili punizioni! Il silenzio non è più un’opzione!

    Resistere agli inizi. Per una democrazia forte e liberale.

    Potete supportare Pia e il suo equipaggio per far fronte alle spese processuali tramite questo link:
    http://www.iuventa10.org

  • domenico stimolo

    FATECI SBARCARE”!

    E’ questo il lacerante urlo di dolore che si alza sempre più forte dai profughi che ormai disperati si trovano sulla Sea Wtch 3, apochi kilometri da Lampedusa.

    L’eroica capitana ha fatto tutto quello che era necessario. I diritti umano sono strutturalmente violati. L’Italia civile e democratica rimane silente. Per ciò che è nella comune conoscenza non risultano mobilitazioni di sostegno, in nessuna realtà territoriale. Solo a Lampedusa da alcuni giorni alcune decine di cittadini passano la notte davanti alla chiesa, assieme al parroco, per protesta alle decisioni assunte dal governo nazionale. Questa sera a Catania manifestazione della Rete ” Restiamo Umani” in piazza Duomo.

    In Italia a parte il chiacchericcio di questi e quelli, ad ora ( ormai si è alla fine….. della ” puntata”) di operativo non c’è nulla, di significativo nella partecipazione, per manifestare orrore e sdegno. Organizzazioni politiche, sindacali, sociali, associazioni, centri sociali……., sono assenti. La sinistra, nelle sua varie articolazioni, è in disfacimento, proprio sui VALORI fondamentali.

    Sembra proprio che sia passata la rassegnazione, la resa, e l’esaltazione sterile dei vari “corporativismi”.

    Già avvenne agli inizi degli anni 20 del secolo scorso, con tutte le conseguenze ben note.

    Una situazione drammatica per la tenuta democratica del nostro paese. Gli occhi si sono bendati. I sentimenti civili e democratici sono scomparsi.

  • domenico stimolo

    La capitana Carola Rackete è ritornata libera in Germania, non espulsa come richiedeva il ministro Salvini…………nel frattempo

    SOS MEDITERRANEE RITORNA IN MARE – nota stampa

    TORNIAMO IN MARE!

    Cari amici e care amiche,
    nel momento stesso in cui scriviamo, annunciamo il nostro ritorno in mare con una nuova nave. È una notizia importante, che vogliamo condividere con voi senza attendere oltre.

    La nuova nave è già in mare e fa rotta verso il Mediterraneo.
    Per motivi di sicurezza siamo stati costretti a mantenere la massima riservatezza intorno ai nostri preparativi, per non correre il rischio di blocchi amministrativi prima ancora di ripartire verso il Mediterraneo, dove l’emergenza è inalterata mentre il tasso di mortalità è drammaticamente aumentato.

    Quest’anno ancora, uomini, donne e bambini continuano a prendere il mare, “stipati” su imbarcazioni di fortuna, per fuggire dalla Libia, paese in cui regnano abusi, torture e una guerra civile che in questi ultimi mesi si è intensificata. Il più delle volte queste persone in difficoltà sono intercettate dalla cosiddetta guardia costiera libica e ricondotte verso l’inferno da cui stanno cercando di fuggire o – in assenza di sufficienti mezzi di soccorso – scompaiono in mare senza testimoni. Il tasso di mortalità non è mai stato così alto nel Mediterraneo centrale come nel 2019. Secondo l’OIM, negli ultimi cinque anni almeno 20.000 persone sono morte annegate nel Mediterraneo.

    È dunque d’importanza vitale che questa nuova nave sia in mare per tendere la mano a chi annega.
    La nave si chiama Ocean Viking, è progettata per il salvataggio in mare e batte bandiera norvegese. È robusta, lunga 69 m, ed è più veloce e più moderna della Aquarius. Abbiamo lavorato parecchie settimane per allestirla, per installare diverse aree protette per i sopravvissuti, la clinica del nostro partner medico Medici Senza Frontiere e le nostre attrezzature di soccorso.

    Dal momento che dal giugno 2018 nel Mediterraneo centrale non esiste più alcun meccanismo automatico di sbarco in un luogo sicuro, siamo pienamente consapevoli che ogni operazione di salvataggio può essere seguita da giorni difficili e da negoziazioni per la ricerca di un posto sicuro dove i sopravvissuti possano sbarcare. Questa nave è stata quindi attrezzata appositamente per affrontare soggiorni più lunghi in mare.

    Questa nuova nave è la vostra nave.
    È grazie al vostro sostegno e a quello di migliaia di cittadini europei se oggi siamo in mare e se possiamo proseguire la nostra missione in modo indipendente.
    Insieme, possiamo agire per salvare vite in mare
    Il team di SOS MEDITERRANEE
    SOS MEDITERRANEE ITALIA OdV

    SOS Méditerranée Italia
    c/o MBE, C.P. 281
    Via Costanza, 5
    20146 Milano

    IBAN: IT 72X 07601 04600 001031727819
    Intestato: SOS Mediterranee Italia
    BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX
    Devolvi il 5×1000

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