Una “domandina” per il mesotelioma?
Lettera di Vito Totire al presidente del Consiglio
Lo Stato italiano elargisce un’elemosina di 10.000 euro ai malati di mesotelioma non professionale. In questo vediamo un elemento di incostituzionalità perchè i cittadini hanno diritto alla medesima copertura socioeconomica per malattie di questo genere. Pare giusto equiparare i trattamenti fra patologie occupazionali e ambientali. Ma alla elemosina si associa una procedura che possiamo definire carceraria: la “domandina”.
La Asl e la Regione hanno i dati sanitari e dunque dovrebbero contattare la persona malata per corrispondere quanto il ceto politico ha deciso esonerando malati e familiari – già in condizioni di distress per dolore o per lutto – dall’umiliazione di fare una “domandina”.
E infatti molti quella “domandina” non la fanno. Come già secoli fa, lo Stato preferisce “i poveri vergognosi”. Meno domande, più risparmio? Ai danni di chi è nella fase dell’elaborazione del lutto.
In attesa di una botta di “intelligenza artificiale” sarebbero utili piccole dosi di empatia e di sensibilità umana.
Bologna, 14 agosto 2020
(*) Vito Totire è medico del lavoro e psichiatra