Open Office e dintorni: gentile reprimenda a «Comboni-fem»

di jolek78

Il magazine Comboni-fem è una rivista che – come viene scritto sul loro sito – «promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive orientate al bene comune». Da ateo materialista, vedo nel metodo scientifico il faro che dovrebbe condurre la nostra società e dunque sono molto distante dal loro mondo ma non posso che apprezzare, stimare e promuovere tutte le iniziative (di chiunque) per aiutare a suo modo il prossimo, nei fatti invece che a chiacchiere. Ho passato troppo tempo ai Salesiani per potermi dire “feroce” oppositore della cristianità, e da parte mia, a tutti coloro che si impegnano nel sociale, potrà solo arrivare un grazie. Detto questo, ahimè, mi spetta fare una gentile reprimenda. Nella ultima newsletter di comboni-fem datata 20/01/2022 nella sezione “Che fare” si legge:

Ma oltre ai governi e ai “milionari patriottici”, ogni persona può contribuire a ridurre la scandalosa ricchezza di certi monopoli. Chi acquista attraverso Amazon? Chi usa Google come motore di ricerca? Chi compra prodotti Microsoft o Oracle? Chi ricorre ogni giorno a Facebook? Possiamo esplorare alternative ad Amazon, sostituire Microsoft con Ubuntu/Linux e Microsoft Word con OpenOffice? DuckDuckGo può essere un’alternativa a Google?

Qui ci sono un po’ d’imprecisioni che rappresentano – esattamente, purtroppo – la lontananza di molte/i di noi dalla cultura tecnico/informatica. Non è un problema quando si parla fra amici, ma lo diventa quando cerchiamo d’indicare e proporre strade alternative a quelle indicate dal sistema – qualsiasi cosa la parola “sistema” voglia dire -.  Ergo: questo articolo va considerato come espediente comunicativo, nulla più. Per comodità dividerò l’analisi in tre punti:

1. sostituire Microsoft con Ubuntu/Linux
So che potrà sembrare un cavillo ma questa frase significa qualcosa tipo “sostituire un albero di mele con la mela di un altro albero”. Microsoft è una azienda che ha in pancia molti prodotti fra cui, quello a cui si fa riferimento qui, chiaramente Microsoft Windows. Ci sta: molti confondono l’azienda con il suo prodotto di punta. Ma poi viene il resto. Capisco l’intento di fondo: si vuole proporre di passare da Windows a Gnu/Linux fornendo una alternativa semplice come la distribuzione Ubuntu. Ubuntu è effettivamente semplice, qui l’abbiamo usata per un tutorial che prima o poi certamente riprenderemo, ma non è l’unica e forse non è neanche la più “performante” in termini di risorse utilizzate. Sarebbe stato meglio quindi scrivere:

sostituire Microsoft Windows con una distribuzione Gnu/Linux

2. Microsoft Word con OpenOffice
Ancora: so che anche questo potrà sembrare un cavillo ma la frase significa qualcosa tipo “sostituire la mela di un albero con un altro albero di mele”. Microsoft Word è soltanto un prodotto facente parte del pacchetto Microsoft Office, OpenOffice è(era) un altro pacchetto office. Ho detto “era”. OpenOffice infatti non esiste più da almeno 10 anni, e il suo sviluppo è stato praticamente interrotto proprio a causa di coloro che detenevano il suo codice sorgente: la OracleCorporation. Il suo successore, cioè ApacheOpenOffice, esiste grazie al fatto che la Oracle ha praticamente “donato” alla ApacheFoundation il codice per la continuazione del progetto. Inoltre, fra le alternative disponibili, non è la migliore per vari motivi. Il primo è di performance: è un software ancora pesante e veramente poco reattivo su computer di vecchia generazione. Il secondo è di sostanza: ApacheOpenOffice ha perso il suo appeal fra coloro che supportano il movimento open-source, e molti dei coders che prima erano nel team di ApacheOpenOffice si sono spostati quasi in massa verso il nuovo progetto LibreOffice che risulta, a oggi, forse una delle migliori alternative disponibili. Sarebbe stato meglio quindi scrivere:

MicrosoftOffice con LibreOffice

3. DuckDuckGo può essere un’alternativa a Google
Tecnicamente sì:  infatti Duckduckgo è un buon motore di ricerca, ed è certamente una alternativa a Google. Ma non risponde alla vostra richiesta precedente in cui ci si chiede “Possiamo esplorare alternative ad Amazon?”. Duckduckgo include al suo interno i risultati provenienti da varie fonti – fra cui Google -, non conserva i dati degli utenti consentendo così un’assenza di tracciamento, è il motore di ricerca scelto dalla TorFoundation. Ma… Avete letto cosa c’e’ scritto nella pagina CloudSave? Tutti i settings vengono salvati, per comodità d’uso, sul cloud, e quel cloud è di Amazon. La compagnia di Jeff Bezos infatti non ha il suo business principale sulla vendita di prodotti di terze parti, ma sulla piattaforma AWS che include al suo interno vari servizi, fra cui proprio S3, lo storage che utilizza DuckDuckGo. Non criminalizzo nessuno: la piattaforma AWS è utilizzata da quasi tutte le aziende IT che conosco ed è talmente diffusa che sono nate addirittura certificazioni professionali. Però se non si vuole comprare da Amazon, non si dovrebbe neanche proporre un servizio che utilizza Amazon. Esiste una alternativa libera? Sì ed è Searx, un motore di ricerca basato su un software open-source installabile su qualsiasi macchina Gnu/Linux. A questo link si possono trovare tutte le istanze attualmente gestite dai volontari. Dunque sarebbe stato meglio scrivere:

Una istanza Searx può essere un’alternativa a Google?

Reprimenda finita.

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jolek78
Un tizio che pensava di essere uno scienziato. Si ritrovò divulgatore scientifico. Poi si addormentò su un aereo e si risvegliò informatico. Ma era sempre lui.

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