Una pistola puntata contro l’Usb

di Stefano Andaloro e Sara Zuffardi

Mercoledì 6 aprile nella sede del sindacato USB in via dell’Aeroporto 129 a Roma, intorno alle ore 10:00 si sono presentati i Carabinieri per una perquisizione, a seguito di una telefonata anonima che dichiarava la presenza di armi in sede, con l’indicazione precisa della loro posizione all’interno dello scarico del bagno.
E’ stata trovata una calibro 22 semiautomatica Beretta modello 76 con matricola abrasa, un caricatore monofilare, otto cartucce all’interno del caricatore calibro 22 con simbolo W nel fondello, il tutto all’interno del cellofan.
I rappresentanti sindacali hanno fatto notare la curiosa coincidenza dell’evento di oggi con l’inizio delle elezioni delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) nel pubblico impiego.
Inoltre, siamo venuti a conoscenza di un’altra perquisizione, avvenuta verso le ore 13:00, presso l’abitazione di un altro rappresentante sindacale dell’organizzazione, ma durante la stessa non è stata riscontrata nessuna irregolarità. Non se ne conoscono i reali motivi né la scelta della persona, ma è noto che ultimamente il sindacalista insieme ai colleghi ha partecipato ad alcune battaglie sindacali molto dure con personaggi particolari.
Durante la conferenza stampa è stato ricordato il coinvolgimento del sindacato nella denuncia della scelta di inviare armi nei teatri di guerra, ricordando la manifestazione di Pisa e del coraggioso rifiuto dei lavoratori di Genova a caricare armamenti dichiarati come aiuti umanitari tramite porti civili.
Nonostante la perquisizione, nella sede del sindacato non sono stati apposti sigilli.
Nel caso di un eventuale processo USB si costituirà parte civile.
Il sindacato ha ricevuto la solidarietà delle rappresentanti della componente Manifesta, del partito di Rifondazione Comunista, Potere al Popolo, altri partiti e rappresentanze.

Nel video che segue Guido Lutrario, esponente dell’Usb, avanza delle ipotesi su quelle che ha definito “strane coincidenze”.

http://youtu.be/D67zCBX5jSk

 

ciuoti

Un commento

  • Comunicato Collettivo di fabbrica GKN su USB
    La notizia secondo la quale i Carabinieri avrebbero fatto irruzione nella sede nazionale dell’USB (Unione Sindacale di Base) con il pretesto di cercare armi (per imprecisate segnalazioni telefoniche) è di una gravità inaudita. Per quanto ci riguarda è una violazione pari a quella perpetrata da Forza Nuova con l’attacco alla sede nazionale della CGIL di questo autunno. In entrambi i casi infatti si tratta di un attacco simbolico e devastante alla libertà di attività sindacale nel paese. Gli stessi attacchi che, sia chiaro, subiscono quotidianamente delegati o attivisti sindacali di questo paese, come ad esempio la sequela di misure contro il Si Cobas.
    Nel caso specifico non può sfuggire a nessuno che l’accusa a un sindacato nazionale di “nascondere armi” in una sede nazionale è di una gravità tale che di solito si accompagna con indagini approfondite, verifiche accurate. Ma in questo caso invece si trattava e si tratta evidentemente di una perquisizione “bufala” il cui scopo non è avvalorare l’accusa ma intimidire chi riceve la presunta accusa. Diamo la massima solidarietà all’USB Unione Sindacale Di Base pag. nazionale ma ci chiediamo anche per quanto il resto del movimento sindacale voglia voltare la testa dall’altra parte solo per il fatto che “oggi non tocca a me”.
    #insorgiamo

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