Una Val Susa in Nord Dakota

di Fabrizio Salmoni (*)

standing-rockMentre l’America si contorceva nella disgustosa campagna elettorale che sappiamo, c’era una comunità che contrastava lo squallore tracimante opponendogli dignità, deteminazione, valori collettivi, nel silenzio generale del mainstream.

E’ quella dei Lakota Sioux Hunkpapa e Yanktonai della riserva di Standing Rock, North Dakota, che da sei mesi si oppongono con i loro corpi alla costruzione della Dakota Access Pipeline, un megaoleodotto che rischia di inquinare le acque del Missouri, prosciugare le riserve acquifere del territorio, profanare le terre sacre dei Nativi.
Siamo nell’estremo nord del Far West, dove la prateria incontra un cielo sconfinato e definisce un panorama unico e ancora antico, a breve distanza da uno dei siti in cui sono sepolte le spoglie di Toro Seduto (l’altro è a meno di 40 miglia a sud) e dal luogo dove il 15 Dicembre 1890 il grande leader spirituale fu ucciso da membri rinnegati della polizia indiana.
Subito sotto Standing Rock, in territorio del South Dakota, c’è la Riserva Cheyenne; a ovest il Cannonball River che confluisce nel Grande Fiume, già ampiamente interrotto da dighe e bacini idroelettrici che, secondo progetti poi cancellati, avrebbe dovuto già essere deviato per aumentarne la portata sommergendo la storica località di Fort Yates, sede del Consiglio Tribale.
Ora il Missouri è minacciato seriamente dalla grande opera, concepita in nome dell’autosufficienza energetica, che dovrebbe convogliare il grezzo per 1172 miglia  fino all’Illinois.

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A sostenere la lotta dei Nativi sono accorsi numerosi gruppi di solidali dalle comunità Cheyenne, Mandan, Chippewa, Hopi. Insieme hanno dato vita all’Indigenous Environmental Network e a presidii pacifici per ostacolare i lavori e per questo sono stati attaccati a più riprese dalla polizia con manganelli, tasers, pallottole di gomma, idranti e lacrimogeni.
Da Agosto a oggi sono stati arrestati almeno 400 dimostranti, molti dei quali provvisoriamente rinchiusi in canili per mancanza di strutture detentive.

La pipeline, che costa almeno 3,9 miliardi di dollari, è costruita dalla Energy Transfer Partners (Etp), corporation di Dallas, Texas, con alla guida il multimiliardario Kelsy Warren, grande finanziatore di Donal Trump.
La Etp è anche responsabile del progetto del Trans Pecos Pipeline, il gasdotto che sta devastando il West Texas e sollevando anche li aspre proteste.

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Il via libera definitivo all’opera è stato dato a Luglio dal Corpo dei Genieri dell’Esercito a cui è seguito un esposto, rigettato da una corte d’appello.
I resistenti si sono quindi appellati all’allora Presidente Obama che già aveva fermato provvisoriamente il gigantesco progetto Keystone e che ha promesso di riesaminare il caso pensando magari di “deviare su altro percorso” l’oleodotto.
Obama aveva chiesto una moratoria di 30 giorni che era stata salutata dal Network come una parziale vittoria.
Il progetto aveva già subito una variazione che ai Nativi era suonata come una amara beffa: doveva passare a nord della capitale di Stato, Bismarck, ma era stato bloccato per timore che inquinasse l’acqua della città, cosi è stato ridirezionato per passare nella Riserva…

In questi mesi, il movimento ha trovato il sostegno di tutti gli ambientalisti della nazione, di personaggi della politica e dello spettacolo, e ha ricevuto solidali anche dall’estero. A 140 anni dall’ultima coalizione indiana, quella che sconfisse Custer, si è concretizzato quello che la Nbc ha definito “il più grande movimento di protesta dei Nativi americani della storia moderna“.

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Sono stati posti blocchi, presidi, ostacoli sul terreno ma i dimostranti soprattutto hanno messo i propri corpi come barriera.
Si è discusso molto intorno ai fuochi da campo per poter spiegare l’importanza della mobilitazione:
Quando quell’acqua venisse contaminata, il danno colpirà tutti da qui al Golfo del Messico”;
Quell’oleodotto è solo un modo per dar soldi all’impresa privata che ha devastato la terra e rubato la libertà in cambio di profitto e vantaggi materiali“;
E’ solo avidità per un mondo dove niente è mai abbastanza“.
Parlano di vecchi abbattuti a manganellate, di un cavallo che ha dovuto essere soppresso, del ragazzo a cui i poliziotti hanno fratturato i polsi.

Nei giorni scorsi è girato un appello per andare oltre la moratoria sostenendo che la ridefinizione del percorso non è una via sicura per nessuno, che bisogna fermare l’opera definitivamente perchè, via l’affluente Missouri, potrebbe inquinare anche il Mississippi.

La controparte obietta avanzando ragioni che non sono originali, le stesse di tutti i developers:
l’opera è sicura e non inquinerà; sarà meglio che trasporare il grezzo via strada o treno; porterà dagli 8 ai 12mila posti di lavoro e oltre 150 milioni di dollari in tasse; diversi proprietari hanno già firmato contratti con l’Etp; ci sono altre otto pipelines già funzionanti nel cuore del Paese, perchè fermare proprio queste?.

Già sentite? Intanto l’Etp arruola guardie private, gioca al tavolo delle divisioni tra i locali, tra la comunità bianca e quella nativa, tra i locali e i soliti “esterni”. Anche questo non è nuovo.

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I politici

Il pronunciamento più forte contro l’opera è stato quello di Jill Stein, candidata del Green Party e quindi poco influente.
Anche Bernie Sanders, prima di ritirarsi dalle primarie, si era pronunciato per la cancellazione del progetto e sembra che avesse interessato la Clinton che però si è dimostrata tanto tiepida sulla questione da non sentirsi neanche di pronunciarsi in merito.

Obama ha imposto la moratoria di 30 giorni “auspicando” una modifica del tracciato che sarà difficile ottenere considerando che il nuovo Segretario all’Energia sarà probabilmente Harold Hamm, imprenditore del fracking e…uno dei titolari della Etp (come dire, quello che in piccolo era Lunardi nel governo Berlusconi). Una strada tutta in salita che dà poche speranze.

sioux-protesterSabato 5 Novembre, in un’intervista il candidato democratico alla vicepresidenza Tim Kaine aveva espresso “un esitante sostegno” alla possibilità di deviare il progetto. “Sono ottimista – ha detto – E’ già stato deviato una volta” ma il risultato elettorale non permetterà di misurare la sua effettiva volontà di intervenire efficacemente.

Il 17 novembre il Corpo dei Genieri dell’Esercito a cui il Clean Water Act dà mandato, insieme all’Agenzia per l’Ambiente, di regolare le vie d’acqua, ha annunciato di sospendere la costruzione dell’oleodotto Dakota Access Pipeline (DAPL) e di approfondire la ricerca sui possibili rischi ambientali.
Una momentanea vittoria per la coalizione di tribù indiane e i gruppi di ambientalisti che da mesi si battono per fermare l’Opera. La maggiore preoccupazione è lo scavo pianificato sotto il fiume Missouri  che minaccerebbe il lago Oahe, principale risorsa idrica della Riserva.

Le reazioni sono state forti:

La Energy Transfer Partners, (ETP) ha definito con stizza la decisione “ingiusta” e che quindi avrebbe continuato i lavori. Il Ceo Kelsy Warren è sponsor personale di Donald Trump con 100.000 $ per la campagna elettorale e lo stesso Trump possiede azioni di un fondo che controllerà il 25% dei ricavi dell’opera.
Malgrado le azioni ETP siano salite dopo il risultato elettorale, alcuni investitori hanno espresso dubbi sulla sua capacità finanziaria.
La banca norvegese DNB si è detta preoccupata per il prestito di 342 milioni di $ alla ETP cosi come la Citigroup che sollecita una soluzione pacifica.
Intanto centinaia di dimostranti hanno inscenato proteste davanti alle sedi bancarie finanziatrici a New York, Washington D.C. e in tutti gli States.
C’è poco tempo. Solo fino al 20 Gennaio.

(*) Tratto da Maverick. Opinioni senza marchio.

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Guarda questo ottimo filmato sulla protesta, e poi leggi il seguito: puoi fare qualcosa anche tu !

Zeke Johnson
Individuals at Risk Program
Amnesty International USA

Traduzione di Paola Rebuffo

Oggi ho intenzione di andare alla Riserva Sioux di Rock Sioux in qualità di Osservatore dei Diritti Umani per monitorare la risposta della polizia a coloro che si oppongono alla Dakota Access Pipeline. Sono stato là due volte prima e quello che ho visto mi ha profondamente turbato.
La polizia ha usato una forza eccessiva contro difensori pacifici dei diritti umani, affrontando uomini, donne e bambini con armi e attrezzatura di tipo militare.
La protesta pacifica è un diritto umano. Difendi tale diritto – invia un messaggio allo sceriffo Kyle Kirchmeier richiedendo che gli agenti delle forze dell’ordine rispettino i diritti umani internazionali, mentre vigilano
sulle proteste contro l’oleodotto.
Abbiamo bisogno difendere i diritti umani, oggi/Aggiungi un appuntamento per oggi/più che mai.
Il Presidente eletto Trump ha promesso di velocizzare i tempi di costruzione dell’oleodotto nei suoi primi 100 giorni, e siamo molto preoccupati per il diritto alla protesta pacifica sotto la sua amministrazione in base a quanto ha detto durante la campagna elettorale.
Secondo gli standard internazionali sui diritti umani, la polizia dovrebbe cercare di ridurre la tensione e facilitare – non ostacolare – il diritto alla protesta pacifica.
La polizia ha invece trattato la situazione come un campo di battaglia, con i veicoli blindati, militari di grado, mitragliatrici, la sorveglianza in tenuta antisommossa.
Le persone radunate nei pressi di Standing Rock vogliono difendere i diritti delle popolazioni indigene e proteggere i diritti di acqua e ambiente puliti. Essi non devono essere trattati come nemici.
Agisci. Aggiungi la tua voce ad Amnesty, richiedendo alla polizia di proteggere i diritti umani degli attivisti pacifici a Standing Rock.
Amnesty International ha sempre monitorato le proteste e la condotta della polizia, e ora più che mai, si adopererà per garantire che le comunità di Standing Rock e di tutto il mondo possano esercitare il diritto umano alla protesta pacifica in tutta sicurezza.
Mostra alla gente a Standing Rock che c’è un enorme sostegno per il loro diritto alla protesta pacifica.
Firma ora.

alexik

2 commenti

  • Inoltriamo il messaggio del Movimento No Tav al popolo Sioux di Standing Rock, Nord Dakota, che si oppone alla costruzione di un megaoleodotto sulle terre sacre Lakota e al conseguente inquinamento delle acque. Sotto, il testo dei messaggi che il Movimento No Tav invita tutti a inviare per sostenere la lotta dei Sioux e per boicottare la convention di tour operator a Bismarck, Nord Dakota, nel 2017. Si prega di diffondere.

    La Val Susa con il popolo Sioux
    Il Movimento No Tav della Val Susa (ovest di Torino, Italia), riunito in Coordinamento Mercoledi 23 Novembre 2016, saluta e manda la sua solidarietà al coraggioso popolo Sioux di Standing Rock e alll’Indigenous Environmental Network in lotta contro la costruzione del Dakota Access Pipe Line (Dapl) sulle sacre terre Lakota.
    La vostra causa, la protezione della Madre Terra e dell’acqua che ne è il sangue, è anche la nostra.
    Da più di venti anni il Movimento No Tav si oppone con ogni mezzo alla costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (Tav) da Torino a Lione, Francia, che porterebbe devastazione alla nostra Valle e prosciugherebbe il debito pubblico del nostro Paese. La forte pressione popolare ha costretto le lobbies industriali e i partiti politici a tagliare gradatamente il progetto iniziale e ridurlo a un unico tunnel di 57 km sotto le Alpi. Molti sono i governi che abbiamo visto cadere e molti sono i politici o esponenti del mondo industriale arrestati o perseguiti per corruzione o malversazioni, mentre noi siamo ancora vivi e vegeti. Il nostro obiettivo è la cancellazione definitiva del progetto
    Stiamo soffrendo per la violenza poliziesca, la militarizzazione della Valle e la rappresaglia giudiziaria. Solo in questi giorni 38 attivisti sono stati condannati a un totale di 84 anni complessivi di prigione e più di mille sono i procedimenti giudiziari ad oggi contro di noi. Ma abbiamo costretto gli speculatori a proteggere il cantiere come un fortino: filo spinato, reti metalliche, blocchi di cemento, polizia e truppe speciali alpine richiamate dall’Afghanistan. Dal 2011 quando la polizia sgomberò il nostro presidio, assediamo il cantiere giorno e notte con la forza dei nostri numeri, con la nostra determinazione e con il sostegno di tutti i cittadini consapevoli, dei movimenti ambientalisti e per i diritti civili.
    In tutti questi anni abbiamo imparato che tutte le Grandi Opere sono un furto di denaro pubblico, un modo subdolo di finanziare il sistema dei partiti e le mafie, di alimentare la corruzione; abbiamo imparato che le Grandi Opere sono spesso inutili e sempre devastanti per l’ambiente; che gli interessi che le sostengono riguardano la struttura portante del potere politico; che i media sono usati come arma contro ogni forma di dissenso perchè appartengono agli stessi poteri.
    Cari amici, il nostro nemico comune è il capitalismo globale che sta distruggendo la Terra per il profitto
    materiale. Su questo terreno siamo con voi e da oggi ci impegnamo a trovare le forme di pressione più efficaci per sostenervi.
    I nostri cuori, i nostri pensieri e le nostre preghiere d’ora in poi saranno anche con voi.

    No Tav. No Dapl!
    Val Susa, 23 Novembre 2016

    Messaggio per il Governatore del North Dakota, Jack Dalrymple (www.nd.gov/contactus)

    Your action against the people of Standing Rock is disgusting and a violation of human rights. Your choice for violence and environmental devastation is shameful.

    We ask you to immediately stop police operations against defenceless people who stand for principles shared by all conscious mankind.

    We from Italy will do all that’s in our power to boycott tourism to North Dakota until what you have started ends.

    Messaggio agli organizzatori della convention 2017 di agenti di viaggio italiani a Bismarck, ND. (info@internationalroundup.com – realamerica@themasrl.it )

    No al Round Up a Bismarck finchè non cessa l’aggressione ai Sioux di Standing Rock!

    Niente turisti in North Dakota, uno Stato colpevole di violazione dei diritti umani!

    No Dapl!

  • Aggiornamenti: Standing Rock. Una situazione drammatica
    da: https://mavericknews.wordpress.com

    Accorati appelli si succedono in queste ore dal presidio Oceti Saskawin per richiedere l’attenzione di tutti su quanto sta accadendo.

    La situazione sta precipitando insieme all’abbondante neve che avvolge le tende e la temperatura che sfiora i -9°.

    Il Governatore del Nord Dakota ha chiesto l’intervento dei militari per sgomberare i tre presidi che bloccano il procedere dei lavori.

    Il Corpo dei Genieri dell’esercito, che è competente insieme all’Agenzia per l’Ambiente per la gestione del territorio, mostra cautela ma il Governatore conferma che lo sgombero ci sarà. La carta che sta giocando per costringere il gran numero di Water Protectors, ormai circa 15.000, ad andarsene è quella del soffocamento per fame e freddo della resistenza.

    Da ieri, la polizia ha bloccato la strada che porta a Bismarck con barriere di cemento e filo spinato per impedire l’afflusso di viveri e di propano da riscaldamento. Tagliata anche la fornitura di acqua e di elettricità in tutta la zona. Gli agenti inoltre fermano e ritardano la circolazione delle ambulanze.

    I testimoni dicono che non si è mai visto un eccesso tale di violazione dei diritti umani. Si denunciano le tante violenze subite da agenti di polizia e guardie private, la detenzione dei fermati nelle gabbie dei cani, le sevizie (cappucci in testa, ginocchia su collo e torace degli ammanettati, morsicature di cani).

    Insomma un mix di violenze dirette e indirette che un Governatore e un apparato statale asserviti agli interessi delle corporation del fracking e delle infrastrutture usano indiscriminatamente.

    I tempi sono stretti per tutti: Domenica 4 Dicembre sono in arrivo di rinforzo ai Water Protectors 4000 veterani di guerra e il 1 Gennaio scadono i contratti stipulati dal general contractor Etp con le imprese appaltanti. La Etp rischia, se non completa i lavori, di dover rimborsare penali altissime e quindi probabilmente la bancarotta. Per ora i lavori sono fermi anche a causa della tempesta di neve che si è scatenata sull’area.

    Si tratta quindi di resistere in condizioni disperate e per questo da Standing Rock si chiede di fare di tutto per ottenere l’intervento permanente e consapevole dei media, la fornitura di viveri e gas da riscaldamento, l’attenzione del mondo. (F.S. 2.12.2016)

    Per richiedere l’intervento del Pres. Obama: http://act.350.org/sign/stop-dakota-access-pipeline/

    Per i testi dei messaggi di solidarietà https://mavericknews.wordpress.com/2016/11/23/solidarieta-ai-sioux-di-standing-rock/

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