Uranio impoverito: il Parlamento batta un colpo

di Gregorio Piccin (*)

E’ morto Marco Diana, 50 anni, ex maresciallo dell’Esercito. Con lui salgono a 381 i morti per esposizione all’uranio impoverito mentre sono oltre 7500 gli ammalati.

Il dossier “uranio impoverito” è stato uno dei cavalli di battaglia (tra gli altri No Tav, No F35…) con cui il M5S, in passato, ha fatto il pieno di voti e conquistato un consenso straripante.

La giustizia e la verità per le centinaia di morti e le migliaia di ammalati per esposizione all’uranio impoverito sono state ignorate quando non apertamente avversate da centrodestra e da centrosinistra ma di fatto sparite dal quadrante degli stessi pentastellati una volta raggiunto l’agognato governo.

E’ arrivata in questi giorni sulla scrivania del Presidente della Commissione Difesa, Gianluca Rizzo (M5S) una lettera dell’Associazione nazionale vittime dell’uranio impoverito (Anvui). Vincenzo Riccio, presidente Anvui, non fa sconti: “Nell’attuale legislatura tutti i posti “utili” a cambiare le cose sono stati occupati da figure appartenenti al movimento di cui lei fa parte”. Il riferimento è alla proposta di legge, ancora tenuta nei cassetti, seguita alla relazione finale della Commissione d’inchiesta parlamentare presieduta dall’on. Gian Piero Scanu (PD) che inequivocabilmente accertava “sconvolgenti criticità, in Italia e nelle missioni all’estero nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari, che hanno contribuito a seminare morti e malattie.”

Pur riconoscendo all’on. Rizzo un contributo fattivo in sede di Commissione d’inchiesta, il presidente delle vittime gli ricorda che è arrivato il tempo di continuare “la battaglia iniziata dall’on. Scanu il quale, dopo aver manifestato stima nei suoi confronti, la pregava di intestarsi la proposta di legge per far si che l’iter parlamentare potesse finalmente iniziare e la invitava, soprattutto, ad avere il “coraggio politico” di portare a temine il percorso di approvazione”.

Ma è davvero dura anche perché l’iter della proposta di legge viene bloccato, a detta di fonti bene informate, anche dalla presidente della XXI commissione Lavoro presieduta da Deborah Serracchiani.

Gian Piero Scanu è attualmente presidente onorario dell’Associazione vittime dell’uranio impoverito e rappresenta la “memoria storica” di una vicenda che, con la dovuta contestualizzazione, non ha nulla da invidiare ai depistaggi per le stragi di stato della prima repubblica.

In cosa consiste questa legge di cui bramano l’approvazione le vittime dell’uranio impoverito?

La legge nasce dalla relazione finale della IV Commissione d’inchiesta da me presieduta e farebbe molto in termini di prevenzione. Di fatto smantella la così detta giurisdizione domestica in materia di causa di servizio dove il controllore ed il controllato sono entrambi militari che fanno capo al ministero della Difesa, e dove tra l’altro il controllore è gerarchicamente subordinato al controllato. La legge attribuirebbe la competenza del controllo ad un ente terzo come l’Inail e proprio da questo punto nasce la strenua resistenza alla sua approvazione. Il paradosso oggi è che i soldati che prestano servizio nelle così dette “missioni di pace” sono i meno tutelati.

Ma perché ha “affidato” all’on. Rizzo questa proposta di legge figlia della Commissione d’inchiesta che ha presieduto e che lei stesso aveva redatto?

Ho “invocato” il suo interessamento perché aveva partecipato attivamente ai lavori della Commissione d’inchiesta, aveva votato a favore della mia relazione finale a differenza di alcuni colleghi del mio stesso partito e perché nel frattempo era stato nominato presidente della Commissione Difesa. Rispetto a me, la mia partita si è chiusa con la bocciatura della proposta di legge da parte del governo e poi, finita la legislatura, con la mia estromissione dalle candidature voluta da Renzi. Devo dire che le cose sono andate malissimo col governo giallo-verde ma con questo governo stanno andando anche peggio.

Ma è solo colpa dei cinque stelle se la legge in questione è ancora ferma nei cassetti? 

Assolutamente no. Con questo governo devo rilevare che per la seconda volta il Pd, quello che nonostante tutto continua ad essere il mio partito, si sta opponendo ad un atto di giustizia che ciascuna persona di buon senso dovrebbe invocare. E’ sconsolante ritrovare nell’attuale ministro della Difesa Guerini la stessa pervicacia ostativa che fu della Pinotti e poi della Trenta. 

E poi chiamiamo le cose col loro nome perché la colpa di questo stallo è del parlamento nel suo insieme: non c’è solo la commissione Difesa ma ci sono le due commissioni di merito Lavoro e Affari sociali dove questa legge dovrebbe essere incardinata. A presiedere la commissione lavoro c’è l’on. Serracchiani, sempre del mio partito, ma sono presenti tutte le forze politiche. Bene, le commissioni di merito stanno bloccando la proposta di legge perché a quanto pare, quella volontà sovra ordinata che ha campeggiato durante la passata legislatura diramando ordini e stabilendo atteggiamenti è ancora presente ed attiva e continua ad impedire un salto di civiltà che è sempre troppo tardi raggiungere. E’ un atteggiamento che non si addice ad un Paese civile. Stanno demolendo la credibilità istituzionale nel suo complesso.

L’Associazione delle vittime dell’uranio impoverito definisce la ex-ministra della Difesa Pinotti una “figura che da sempre ha avuto un atteggiamento negazionista, ostativo e a dir poco sgradevole sotto il profilo umano e politico”. Cosa ne pensa della sua recente nomina a presidente della Commissione Difesa del Senato?

Certamente non una fonte di speranza. 

(*) una versione ridotta di questo testo è uscita sul quotidiano «il manifesto» del 9 ottobre.

Nella foto – scelta dalla “bottega” – il maresciallo Marco Diana.

 

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