Va’ avanti tu, che a me viene da ridere – di Mark Adin

Oggi arrivano le mazzate.

E arrivano a pioggia, sui nostri gropponi. Non basteranno più quarant’anni di lavoro per andare in pensione prima del limite di età, che nel frattempo schizza più avanti, e il calcolo della pensione andrà fatto con il criterio contributivo per tutti, manco a dirlo peggiorativo, anche per coloro che la precedente riforma aveva tenuto al retributivo. Questa la legnata più secca, ma ce ne sono altre.

Aut aut, o così o pomì,  pena il fallimento di uno Stato: il nostro.

Il Comitato di Salute Nazionale pare sia stato eletto dai mercati (leggi: dai grandi gruppi finanziari), appoggiato da Napolitano e validato dalla politica, esausta per le troppe risse televisive e per i rincari del caffè alla buvette: tutta gente irascibile ma di buon appetito e dalla deglutizione facile.

La politica, compresi i furbetti che, dopo aver negato per anni la crisi, dopo aver condiviso e ratificato tutte le scelte di governo del “Tycoon de noantri”, ribattezzato proprio da loro in tempi non sospetti “Berluskaz”, ora berciano dall’opposizione, asserragliati nel parlamento nordista e rispolverando, dopo aver ricoperto numerosi incarichi di Governo, la parola d’ordine della Indipendenza.

La classe dirigente s’è tirata fuori perché prendere decisioni difficili e indifferibili non paga, alle urne. E’ così si son ritrovati: i più fessi con Monti, i più furbi fuori.

Davanti a una guerra finanziaria, con l’Euro fatto esplicito bersaglio dei grandi speculatori finanziari mondiali (ma ce l’avranno un nome? Ci sarà qualche volto dietro la speculazione? Avranno una faccia e, di conseguenza, delle responsabilità questi cecchini che sparano su una moneta che stava alzando troppo la testa?

E’ mai possibile che le cosiddette “banche d’affari”, che sono state causa della crisi dei mutui americani sub-prime, dopo essere state salvate coi soldi pubblici dal loro stesso fallimento,  si occupino oggi di killeraggio e si trasformino in sicari incaricati di colpire le economie  dei loro stessi salvatori?

Mette i brividi persino riflettere sulla “botta finale” al nostro Premier, che si è deciso a mollare solo quando il titolo azionario del suo gruppo è stato violentemente attaccato in borsa e ha perso in un solo giorno il 12% del valore di mercato. Perché non si può sapere (oh fregnoni giornalisti embedded !) chi ha sparato su Mediaset per costringere il suo capo a rassegnare le dimissioni?

Fatto sta che i PIGS (se qualcuno non lo sapesse, l’acronimo di Portogallo, Italia, Irlanda,Grecia, Spagna, in inglese ha un significato poco simpatico, ma così ci hanno battezzato) sono alla canna del gas, e veleggiano verso il default, ovvero il crac, il fallimento.

Di fronte al disastro, che non è difficile immaginare possa portare conseguenze ancora più catastrofiche, soprattutto per gli sfigati e non certo per gli “scudati fiscali”, è stata rispolverata la formula che usò Winston Churchill dopo la seconda guerra mondiale, promettendo al paese “lacrime e sangue”.

Tutti vedono il baratro, tutti i partiti, ma nessuno ha le palle (mi si perdoni il linguaggio testosteronico) per dirlo ai suoi elettori, meglio la commedia. Meglio stare in un tunnel dove nessuno ti vede, meglio nascondere la propria pavidità dietro interviste di circostanza e frasi pietose come “Monti non ci ha convinti del tutto” (ma sei d’accordo oppure no? che vuol dire “non ci ha convinti del tutto” ?) Oppure arrivare alla nera comicità di Alfano che dice “i sacrifici devono farli tutti” (lui che è contro la patrimoniale!). Teatrino, ma i burattini veri siamo noi, è a noi che tirano i fili.

E’ ricominciata la GPF (Grande Presa per i Fondelli), e nei bar sentiremo ancora che “quello sì che ci sta difendendo”. Sarà ancora colpa dei comunisti e avanti così. Di fronte a una politica imbelle, che non ci mette la faccia, hanno scelto tutti il male minore: lasciar fare, mandare avanti un altro.

Lo sanno tutti che le famose riforme strutturali si chiamano in primo luogo pensioni, e sono secoli che ci vengono richieste dall’Europa e  non solo. Ma chi lo dice è morto da un punto di vista elettorale. Meglio specularci sopra, meglio alzare la bandiera del “giù le mani dalle pensioni” e aggiungere, ovviamente, “del nord”. E’ così che un partito si rifà la verginità, dopo anni di sottoscrizione di leggi ad personam, dopo anni di fancazzismo sulle questioni importanti, dopo aver contribuito a distruggere l’informazione pubblica, dopo le sceneggiate del Ministero di Monza, dopo il “pappa e ciccia” con l’affarismo e il salvataggio in Parlamento dei maneggioni.

E l’occasione l’ha annusata, cinicamente, con la consueta spregiudicatezza, anche Tonino il populista. Beato Vendola, che può stare alla finestra e giocare le sue carte senza sporcarsi le mani.

Vedremo come finirà, la commedia, tra tentativi di smarcarsi e assunzioni di “dolorose responsabilità”, vedremo l’epilogo di questa farsa. Sento Calderoli dichiarare che “Maroni gli farà il culo”. Purtroppo, quello ce lo metteranno i soliti.

Intanto Monti scontenterà tutti ma non i ricchi, perché questi, dopo settimane di proclami di equità, di minacce di tassare le rendite finanziarie, hanno già dato incarico agli spalloni in frontiera. Porteranno i soldi oltre confine. I capitali, forse, li “scuderà” il prossimo governo Alfano, quando la buriana sarà passata, magari al 2%, coprendosi di gloria per averli fatti rientrare.

Ci faranno male, stavolta davvero. Prepariamoci.

Ci saranno i Sindacati in piazza, ci saranno i lavoratori, saremo in molti, spero, a esercitare le libertà civili di protestare, di tentare una correzione nella attribuzione di sacrifici verso una maggiore equità. Persino la Confindustria si era detta favorevole, e con estrema chiarezza, alla patrimoniale, occasione più unica che rara, ma il PdL si è messo di traverso e ora si parla di “patrimoniale leggera”, è una vecchia storia.

La buona notizia? Per giustizia sociale, non saranno toccate le pensioni con importi sino al doppio della minima, quelle non perderanno potere d’acquisto. Dobbiamo ridere? Qual è il potere d’acquisto di meno di 1000 euri mensili?

Ma noi siamo tra i PIGS, appunto, e non tra i BRIC (acronimo che comprende Brasile, Russia, India, Cina), che hanno economie, al contrario,  in piena espansione.

Uno di questi Paesi, il Brasile, ha alla sua testa una donna, Dilma Rousseff. E’ apparsa, recentemente, una sua foto che la ritrae, fiera e ventiduenne, alla sbarra di un tribunale militare, si dice dopo ventidue giorni di tortura. Risalirebbe a quando era impegnata nella opposizione alla feroce e sanguinaria dittatura militare di allora.

E’ questa la donna che governa, dando il cambio al sindacalista Lula, il Paese che sta crescendo economicamente a ritmi per noi impensabili. La durissima formazione politica della Rousseff fa la differenza, forse, con quella di nostri attuali protagonisti, di un La Russa nei gruppi neofascisti o di un Verdini impegnato a tagliare costate nella sua macelleria. E sorvoliamo sulla formazione della Carfagna.

La nostra passata classe dirigente, maturata nella Resistenza e passata attraverso la guerra, ha saputo fare la ricostruzione, tenere insieme l’Italia e darle una Costituzione di cui andare orgogliosa nel mondo. Purtroppo non è più la stessa.  Strada facendo, la politica ha perso via via dignità e competenza, e siamo ormai a questa bruttissima pagina di disimpegno.

Ora la medicina non è amara, è amarissima.

Almeno, non ci prendano in giro.

Mark Adin

Redazione
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3 commenti

  • Analisi corretta, lucida, spietata, bipartizan. Di che riflettere in abbondanza.

  • E’ la stessa analisi che stanno facendo Di Pietro e la sinistra radicale (o quello che ne rimane). Ed è vero, ma anche qui nulla di nuovo, che l’esistenza stessa di Monti ad occupare il posto che occupa è allo stesso tempo il prodotto della, e il monumento alla, nullità della nostra classe politica. E giustamente non solo riferita al centrodestra, non solo Verdini e la Carfagna: tutta quanta, la classe politica. Se fossi un politico mi vergognerei a stare in Parlamento ad ascoltare un Monti che dà lezioni come un maestro a dei bambini un po’ stupidi, e che suona la fine della ricreazione varando una manovra (ASSOLUTAMENTE INIQUA, e diamo d’accordo su questo) che però la politica non è stata in grado di varare nè in meglio, nè in peggio.
    Il succo è questo: una manovra incisiva ci voleva. Era fondamentale farla, e farla in fretta. Certo sarebbe stato “bello” fosse stata “equa”, ma nessun politico è stato in grado di farla. A questo punto l’alternativa ad una manovra iniqua non era “nessuna manovra”: l’alternativa era il crollo dell’Italia, dei risparmi, del lavoro, di tutto. Tra il male e il peggio, forse non tutti se ne sono ancora resi conto, è meglio il male. Il punto è un altro: sarà sufficiente, questa manovra? O i sacrifici rischiano di essere inutili? Questo è il punto. Perchè temo che non tutti abbiano davvero e fino in fondo percepito che stiamo camminando su una corda molto sottile, sospesa sul vuoto.

  • E’ effettivamente il riconoscimento che l’intera classe politica italiana ha fallito. I “tecnici” ci salveranno (?).
    No comment rispetto a questo, Mark lo spiega a chiara lettere.
    Sono però convinto che non ci sono alternative, a questo punto, anche se nulla mi piace. Abbiamo scherzato troppo a lungo, abbiamo (come italiani) sostenuto per molti, troppi anni, un satrapo patetico, pieno di viagra e di coca.
    Siamo una barzelletta all’estero, oggetti di vignette che non fanno affatto ridere. Il colmo sarà rappresentato dalla lega che cerca adesso di smarcarsi per recuperare qualche voto perduto, dopo avere sostenuto il loro benefattore per molti anni. Il peggio deve ancora arrivare, probabilmente. E Monti non ne ha colpe, né – probabilmente – scenderò in piazza contro di lui. Dobbiamo manifestare contro gli italiani, contro di noi. La Grecia è vicina… anch’io non so se tutto questo sarà sufficiente, anzi penso di no…

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