Vaccinazione Covid per bambini e…

… vaccinazione antinfluenzale delle donne incinte

di Alberto Donzelli e Patrizia Gentilini (*)

 

Riteniamo che la decisione di vaccinare contro COVID-19 anche giovani e bambini sia stata una delle scelte più assurde e preoccupanti nel corso della pandemia. Anche altri paesi hanno preso una simile decisione, benché poi, ad esempio la Danimarca, ha chiesto scusa per averlo fatto.[1] Come molte altre decisioni nel corso della pandemia, anche la decisione di vaccinare bambini e giovani è stata presa non sulla base di solide prove scientifiche, ma anzi ignorando pareri contrari qualificati e sotto l’influenza di conflitti di interesse.

In Inghilterra, su The Telegraph,[2] sono emerse clamorose rivelazioni sull’opacità con cui le autorità sanitarie hanno esteso ai più giovani questa vaccinazione. Il Royal College of General Practitioners (GP) (l’organismo professionale del Regno Unito che rappresenta 54.000 medici di base) non ha dichiarato i contributi ricevuti da Pfizer proprio nel periodo in cui sosteneva la vaccinazione anti COVID-19 ai bambini. Nello specifico nel 2021 Pfizer gli ha donato 102.820 sterline britanniche (~121.000 Euro al cambio attuale) attraverso “donazioni e sovvenzioni” e “benefici in natura”, il doppio delle 49.324 sterline (59.560 Euro) che Pfizer elargiva all’organizzazione nel 2020, rispetto alle sole 4.309 sterline (5.133 Euro) del 2019. Ancor più singolare  il fatto che mentre – a settembre 2021 – le autorità sanitarie inglesi raccomandavano con forza la vaccinazione anti COVID-19 ai ragazzi dai 12 ai 15 anni, il Comitato Congiunto per la Vaccinazione e l’Immunizzazione (JCVI),  l’organo ufficiale a ciò preposto –  ha consigliato [3] esattamente il contrario. Grazie a all’associazione di difesa della salute dei bambini UsForThem [4] si sono ottenuti i verbali (poi condivisi con The Telegraph) delle riunioni svoltesi fra Il Royal College e i responsabili della salute pubblica. Dai verbali risulta che l’allora presidente del Royal College of GPs, il dottor Martin Marshall, affermava esistesse un “forte consenso” tra i medici a favore della vaccinazione dei bambini tra 12 e 15 anni e che l’organizzazione si era “consultata ampiamente”. Peccato che, benché fosse stato chiesto a tutti i partecipanti di rivelare i propri conflitti di interesse, nessuno l’abbia fatto, nonostante Pfizer fosse all’epoca l’unico produttore di vaccino COVID-19 autorizzato per i bambini. La fondatrice di UsForThem, Molly Kingsley, ha dichiarato a The Telegraph: “La decisione dell’autorità sanitaria di procedere con la vaccinazione dei bambini, nonostante che il JCVI avesse in precedenza rifiutato di autorizzare un lancio di massa, è stata una delle decisioni più controverse dal punto di vista etico dell’intera pandemia”.

Riportando questa vicenda Children Health Defense [5] ha segnalato come questa sia solo l’ultima di una lunga serie di conflitti di interesse che riguardano consulenti governativi, associazioni mediche, agenzie di sanità pubblica e Big Pharma. “Negli Stati Uniti le organizzazioni professionali, tra cui l’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), hanno preso 11 milioni di dollari dai CDC [6] per promuovere il vaccino COVID-19 come “sicuro ed efficace” per le donne incinte. Ma anche l’ associazione dei pediatri l‘American Academy of Pediatrics (AAP) [7] incassa centinaia di migliaia di dollari all’anno direttamente dalle aziende che producono vaccini per l’infanzia e altri farmaci, secondo il suo sito web. Ad esempio, Moderna, che produce vaccini contro COVID-19 e virus respiratorio sinciziale; Sanofi, che produce vaccini contro Hib B (Haemophilus influenzae tipo b), DPT (difterite, tetano, pertosse), meningococco e altri, e Merck, che produce vaccini contro HPV (Human papilloma virus), MMR (morbillo, parotite, rosolia), varicella e altri, donano ciascuno più di 50.000 dollari all’anno all’AAP. I genitori italiani avrebbero diritto di sapere come è la situazione nel nostro paese e di essere ben consapevoli che medici e pediatri sono “ricompensati” [8

economicamente se raggiungono quote elevate di vaccinazioni fra i loro pazienti: quanto incide questo sul pressante invito a vaccinare bambini e adulti costantemente ricevuto?

E non sarebbe finalmente giunto il momento di aprire un franco confronto scientifico, basato su prove, nel merito di quanto tutto ciò comporta?

Uno scandalo di almeno pari entità è la spinta internazionale a vaccinare con priorità (!) le donne incinte. Nella L.124/maggio 2024 [9] avevo già introdotto il grave problema di tale spinta universale in assenza tuttora di prove da ricerche valide sulla sicurezza. Un “RCT globale“ commissionato dall’Agenzia USA FDA a Pfizer e programmato su 4000 pazienti incinte, è stato lasciato abortire.[10] Questo RCT “in cieco per gli osservatori” (dunque le donne, e chi lo somministrava sapevano se si trattava del vaccino o del placebo…) ha avuto l’arruolamento interrotto a novembre 2021, con sole 348 donne (!), perché quelle selezionate nei paesi partecipanti erano già state vaccinate (!), dunque non più eligibili. Il RCT si è concluso in luglio 2022, ma a oltre due anni di distanza, dove sono i risultati? L’ultimo aggiornamento mostra che le donne trattate (con vaccino o nel gruppo di controllo) hanno partorito 335 bambini. Nella fase in cieco le vaccinate hanno avuto numericamente più vomito o diarrea; la preeclampsia si è avuta in 4/161 vaccinate (2,48%), e in 2/163 nel gruppo di controllo (1,23%); ma nessun risultato raggiungeva la significatività statistica per l’esiguità del campione.

C’è totale dissociazione tra l’assenza di prove da RCT e il ruolo delle Agenzie Regolatorie, e – ancor peggio – di Governi, Servizi Sanitari pubblici, Società professionali… che continuano senza sosta a promuovere la vaccinazione COVID in gravidanza come “efficace, sicura e necessaria”. La vergogna è ancor maggiore per il fatto che almeno uno (o più) ingredienti dei vaccini sono stati considerati cancerogeni negli stessi documenti regolatori presentati dai produttori. [11] Perché non si sono attuati studi di cancerogenicità e di genotossicità su modelli animali prima dell’autorizzazione provvisoria, e studi post-marketing di follow-up del rischio cancerogeno?

Tuttavia non c’è limite al peggio. Se infatti per la vaccinazione COVID in gravidanza non ci sono valide prove di sicurezza (ma piuttosto segnali di grave allarme, basti ricordare la contaminazione delle fiale Pfizer con ingenti quantità di DNA plasmidico e di frammenti del virus oncogeno SV40, usati per accelerare la produzione, e che poi non si è saputo eliminare…), per la vaccinazione influenzale in gravidanza ci sono maggiori prove di aumenti numerici di danni gravi sino alla morte nelle mamme vaccinate e nella prole. In questo caso, infatti, si dispone di quattro RCT di buona qualità metodologica, sponsorizzati dalla Fondazione Bill e Melinda Gates, d’intesa con l’OMS, con l’ambizione di dimostrare in modo definitivo sicurezza ed efficacia dell’antinfluenzale nelle donne incinte. Purtroppo i risultati sintetizzati in [12] e in una revisione sistematica con metanalisi, [13] vanno in direzione opposta. La slide riprodotta da [12, con qualche rettifica] li riassume.

 

 

La metanalisi di Hansen e Stabell Benn [13], oltre a confermare quanto riportato nella slide per materna:

e nella prole, combinando aborti (che in [12] avevo escluso), nati morti e mortalità infantile:

 

aggiunge due importanti elementi. Infatti ha rilevato un eccesso significativo di eventi avversi come infezioni non influenzali nelle mamme:

 

e nella prole:

 

Certo, la protezione vaccinale da vera influenza ha numeri assoluti maggiori, per quanto miseri in termini di numeri da persone da vaccinare (NNV) per risparmiare 1 caso di vera influenza: 71 per le mamme (ciò significa che su 71 donne vaccinate 1 avrebbe evitato una vera influenza, mentre le altre 70 avrebbero ricevuto la vaccinazione per niente…) e 53 per i bambini.

Ma gli autori spiegano che questi numeri non possono essere paragonati: infatti tutti i casi di influenza confermata in laboratorio e di polmonite sono stati meticolosamente registrati durante i RCT, mentre le ‘altre infezioni’ sono state registrate solo quando erano severe abbastanza da portare a ricoveri ospedalieri. Prova ne sia che non vi sono stati morti per influenza, né nelle vaccinate con antinfluenzale né nei gruppi di controllo, mentre si sono avuti 3 morti da infezioni non influenzali.

Il significativo eccesso di infezioni non influenzali che è andato a bilanciare la minor incidenza di vere influenze nei gruppi vaccinati sembra coerente con quanto rilevato dallo stesso gruppo di lavoro in Africa in paesi a basso reddito, dove vaccini non vivi (DTP, epatite B, antipolio inattivato, pentavalente e nuovo vaccino antimalaria sono risultati associati con effetti non specifici negativi, soprattutto nelle bambine, che hanno mostrato un eccesso di mortalità totale nonostante una miglior protezione dalle infezioni target delle rispettive vaccinazioni). Lo stesso si è verificato in un paese ad alto reddito (Hong-Kong), e proprio con la vaccinazione influenzale, in questo caso senza decessi, ma con un eccesso di infezioni non influenzali.

Qualcuno ha osservato che la vaccinazione influenzale delle mamme potrebbe avere effetti benefici a lungo termine sulla prole, che questi RCT che hanno limitato il monitoraggio a 6 mesi post-partum non potevano intercettare. Purtroppo stando ai dati (e non solo a un sano principio di precauzione) non è sostenibile neppure questo. Infatti si dispone di un ampio studio di coorte, attuato da grandi fautori della vaccinazione influenzale in gravidanza, tra cui Deshayne Fell, protagonista di studi sull’antinfluenzale nelle donne incinte sponsorizzati dalla Fondazione Gates (BMGF), che si conclude con un consolatorio “la vaccinazione non è risultata significativamente associata con rischi aumentati nei bambini durante un follow-up medio di 3,6 anni”(come se lo scopo della vaccinazione fosse di non far peggiorare…) e, con un salto (il)logico “Ora servono sforzi per incoraggiare la vaccinazione influenzale materna nel mondo”. Purtroppo un esame più attento dei risultati racconta una storia diversa. Le differenze nei cinque esiti avversi infantili considerati nei due gruppi, valutate separatamente erano significative, ma quattro esiti su cinque esiti valutati mostravano tendenza a peggiorare nella prole di madri vaccinate contro l’influenza. Se gli autori avessero aggregato i loro dati, l’eccesso netto complessivo annuo di esiti avversi sarebbe probabilmente diventato significativo. Ad esempio, i tre eventi più comuni, l’utilizzo di servizi sanitari urgenti e ospedalieri, le infezioni e l’asma (gli ultimi due correlati al sistema immunitario) nei figli delle madri vaccinate hanno mostrato stime aggiustate rispettivamente di HR 1,05 (0,99-1,16), 1,07 (0,99-1,15) [e infezioni delle vie respiratorie inferiori 1,11 (0,99-1,24)], 1,22 (0,94-1,59). I tumori sono stati lievemente più frequenti nei figli di vaccinate: HR 1,26 (0,57-2,78), solo il peggioramento del sensorio ha fatto registrare un lieve non significativo vantaggio nel gruppo dei vaccinati: HR 0,82 (0,49-1,37). Non c’è nulla che dimostri in modo conclusivo i benefici a medio termine della vaccinazione, mentre c’è una chiara tendenza al contrario.

Se a tale eccesso numerico di eventi avversi quasi generale, con i rischi futuri sconosciuti ma potenzialmente gravi, oneri finanziari e organizzativi importanti e perdita di costo-opportuità, non c’ proprio alcuna giustificazione per proporre vaccinazioni influenzali alle donne incinte, per loro stesse o per la prole (per non dire della vaccinazione ad anziani senza una sindrome coronarica acuta nell’ultimo anno) [come mostra la metanalisi 17, illustrata nella Letter /].

 

ripreso dalla “Lettera” 131 (gennaio 2025) di «www.nograzie.eu» dove trovate tutte le slides

 

 

  1. Vaccini anti virus, gli scienziati danesi si scusano: “Errore farli fare ai bimbi” – Il Fatto Quotidiano
  2. Royal College of GPs ‘failed to declare conflict of interest’ over children’s Covid vaccine
  3. Covid-19: JCVI opts not to recommend universal vaccination of 12-15 year olds. BMJ 2021;374:n2180
  4. Home – UsForThem
  5. UK Doctors Group That Pushed COVID Shots for Teens Hid Payments From Pfizer
  6. Leading OB-GYN Group Took $11 Million From CDC to Push COVID Shots on Pregnant Women, Documents Reveal • Children’s Health Defense
  7. American Academy of Pediatrics. Current Partners
  8. Incentivo ai pediatri che raggiungono il 70% di vaccinazioni. Incentivo ai pediatri che raggiungono il 70% di vaccinazioni
  9. L124/24 (pag. 10-11)
  10. Study Details | To Evaluate the Safety, Tolerability, and Immunogenicity of BNT162b2 Against COVID-19 in Healthy Pregnant Women 18 Years of Age and Older | ClinicalTrials.gov
  11. (6) Cassiopea 64 rules ok – by Tom Jefferson (substack.com)
  12. Donzelli A. Influenza Vaccination of Pregnant Women and Serious Adverse Events in the O_spring Int J Environ Res Public Health 2019, 16, 4347; doi:10.3390/ijerph16224347
  13. Hansen KP et al. Does Influenza Vaccination during Pregnancy Have Effects on Non-Influenza Infectious Morbidity? A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomised Controlled Trials. Vaccines 2021, 9, 1452. https://doi.org/10.3390/vaccines9121452.
  14. Cowling BJ et al. Increased Risk of Noninfluenza Respiratory Virus Infections Associated With Receipt of Inactivated Influenza Vaccine. CID 2012; 54:1778-83.
  15. Cowling BJ et al. Incidence of Influenza Virus Infections in Children in Hong Kong in a 3-Year Randomized Placebo-Controlled Vaccine Study, 2009–2012. CID 2014 CID;59:517-24.
  16. Mehrabadi A et al. Association of Maternal Influenza Vaccination During Pregnancy With Early Childhood Health Outcomes. JAMA. 2021;325(22):2285-93. doi: 10.1001/jama.2021.6778.
  17. Behrouzi B et al. Association of Influenza Vaccination With Cardiovascular Risk. A Meta-analysis. JAMA Network Open. 2022;5(4):e228873. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.8873.
Redazione
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Un commento

  • Come spesso accade, dopo aver fideisticamente ingurgitato innumerevoli piatti, si scopre che è polenta.
    P.S. Anche se non era difficile capire che un vaccino che non preserva dalla malattia non è un vaccino.

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