Vado in Val di Susa fra 5 Stelle e Lega

Sesta puntata dell’«Angelo custode» ovvero le riflessioni di ANGELO MADDALENA per il lunedì della bottega

Sabato 19 maggio mi trovavo ad Avigliana, in Val di Susa, perché il giorno prima ho presentato il mio libro «Un anno di frontiera» al circolo Arci Dopotutto. Ho ritrovato Barbara, ex sindaca No Tav di Condove, oggi scrittrice. L’ho ritrovata tramite Tatiana, incontrata per caso nella piazzetta della parte antica e alta di Avigliana, che mi ha invitato a portare i miei libri il sabato mattina nel loro gazebo del movimento 5 Stelle. Ci sono andato, davanti alla Coop di Avigliana bassa e moderna (per distinguerla da Avigliana Alta, la parte antica e a tratti medioevale, molto suggestiva).

Nel pomeriggio ci sarebbe stato il corteo da Rosta ad Avigliana per celebrare il trentennale del movimento No TAV in Val di Susa. Sono arrivato un po’ prima dell’orario prestabilito, ho trovato un gazebo: non era dei 5 stelle, ma della Lega Nord Piemont! Poi sono arrivati i 5 Stelle: Tatiana, Gabriella, altri/e. La scena era un po’ comica e anche surreale. Questi due gazebi, montati davanti la Coop, che ovviamente non comunicavano fra di loro. Eppure nei giorni precedenti Salvini e Di Maio avevano proposto un «contratto del governo del cambiamento», come c’era scritto nei fogli appoggiati sul banchetto della Lega (c’era tutto il contratto). Nel banchetto dei 5 Stelle c’erano invece un foglio per riassumere il contratto e due pagine in fronte/retro con 29 punti.

Ovviamente né quelli della Lega né quelli dei 5 Stelle si avvicinavano al gazebo dirimpettaio. Era curioso osservare questa sfasatura tra il locale e il globale, fra il basso e l’alto, tra base e governo.

Mi sono avvicinato al gazebo della Lega e ho guardato i fogli, con in basso le parole “si” e “no”. Così ho scoperto sul campo quello che stava succedendo in molte città d’Italia: il referendum per chiedere a militanti e cittadini se erano d’accordo con il contratto di governo «per perseguire e realizzare, tra gli altri, i seguenti punti». Subito uno della Lega mi fa notare che nei 10 punti del foglio non appare la questione inerente il progetto della linea ad Alta velocità (TAV) fra Torino e Lione. Nel foglio dei 5 Stelle invece, fra i 29 punti, rientra il punto che propone «il riesame e la revisione del progetto della TAV Torino-Lione».

Un paio di militanti della Lega mi fanno notare che loro sono d’accordo per costruire la TAV Torino Lione e su questo punto sono distanti dai 5 Stelle, tendenzialmente contrari. Dopo un po’ di spola fra i due gazebo, uno della Lega mi chiede di dargli un foglio con il riassunto dei punti del contratto stampato dai 5 Stelle, perché, appunto, più completo di quello della Lega. E qualcuno di loro dice che «i nostri capi hanno stampato il foglio incompleto, forse per condizionare il SI o il NO».

Un amico che sento al telefono mi fa notare che i 5 Stelle non intendono toccare il progetto del Terzo Valico, quindi No Tav ma solo in Val di Susa, mentre per il Terzo Valico (cioè l’altro progetto TAV fra Genova e Milano) sembra che non vogliano interrompere il progetto. Qualcuno lo fa notare al giovane parlamentare dei 5 stelle presente al gazebo, e lui spiega i motivi di questo “doppio binario”: sembra arrampicarsi sugli specchi, traccheggia.

Qualcun altro che vive in Valle da decenni dice che anche i 5 Stelle «vogliono la TAV», nel senso che si oppongono per calcolo politico e in modo non netto o radicale, ma elettoralistico. Una posizione radicale? O solo lucida?

In questi giorni circola la notizia che Di Maio dirà alla Francia che non vuole più continuare.

La signora anziana della Lega e altri due settantenni del gazebo dicono che se non si fa la TAV dovremmo pagare una penale enorme. Durante i comizi dopo la marcia No Tav nel pomeriggio, un tipo che si presenta come tecnico (non ho registrato il suo nome) dice che non ci sarebbero penali da pagare perché in Valsusa il cantiere della TAV non è progredito in modo significativo ecc.

Un volantino della Fai, Federazione Anarchica Italiana, avverte: c’è il serio rischio che un governo della Lega a 5 Stelle diventerà comunque un governo di oppressione nei confronti dei migranti e dei più indifesi, magari con la “maschera” No Tav solo per la Val di Susa (perché fa audience e c’è un movimento di massa) mentre per il Terzo Valico non ci si pronuncia o si lascia correre… il cantiere, fra l’altro al centro di interruzioni per corruzioni varie negli ultimi anni.

Un documento sempre della FAI fa notare una cosa interessante riguardo ai risvolti del movimento Notav in Val di Susa: «Liste civiche, referendum, giochi elettorali hanno inghiottito enormi energie, senza alcun risultato, se non quello di allontanare ancora di più le persone dall’impegno diretto, dall’azione sul territorio, dal confronto sulle strategie per mettere in difficoltà l’avversario».

Intanto si avvicina la terza edizione del Festival ad Alta Felicità. Come dice Marco (interno al Movimento): «Decine di migliaia di persone al Festival e poche decine alle reti per disturbare il cantiere».

Nodi da sciogliere, non solo per dire SI o NO ma per capire, elaborare, agire.

VEDI ANCHE: http://www.notav.info/post/oltre-10-000-no-tav-in-marcia/

QUESTO APPUNTAMENTO: Un “angelo custode” per iniziare bene la settimana?

Mi piace il torrente – di idee, contraddizioni, pensieri, persone, incontri di viaggio, dubbi, autopromozioni, storie, provocazioni – che attraversa gli scritti di Angelo Maddalena. Così gli ho proposto un “lunedì… dell’Angelo” per aprire la settimana bottegarda. Siccome una congiura famiglia-anagrafe-fato gli ha imposto il nome di Angelo mi piace pensare che in qualche modo possa fare l’angelo custode della nuova (laica) settimana. Perciò ci rivediamo qui – scsp: salvo catastrofi sempre possibili – fra 168 ore circa che poi sarebbero 7 giorni. [db

LE VIGNETTE – scete dalla “bottega” – SONO DI GIULIANO SPAGNUL.

Redazione
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