Vai avanti tu soldato ucraino, che la vittoria è vicina

di Francesco Masala con Bob Dylan, Michele Santoro, Scott Ritter, José  Saramago, Peppe Sini … ma anche video e altro

Siamo in guerra ed è una guerra di accerchiamento, ognuno di noi assedia l’altro ed è assediato, vogliamo abbattere le mura dell’altro e mantenere le nostre. L’amore verrà quando non ci saranno più barriere, l’amore è la fine dell’assedio – José  Saramago

 

Nel complesso, c’è chi nota che LA SUPERFICIE GUADAGNATA IN TRE MESI DI KONTRASTUP È INFERIORE A QUELLA CHE I CIMITERI UCRAINI HAN DOVUTO CREARE EX NOVO PER FARE SPAZIO ALLE NUOVE SALME… (da qui)

 

Fin dall’inizio di questa guerra ci hanno descritto Putin come il nuovo Hitler.

In 18 mesi secondo l’ufficio del procuratore generale ucraino, sono 499 i bambini uccisi dall’inizio dell’invasione (Guardian).

Nei primi sette mesi del 2023 secondo l’Unicef sono morti 289 i bambini morti nel Mediterraneo

E se guardiamo i morti civili in Ucraina sono 9000 dall’inizio della guerra (da qui), mentre i migranti morti (meglio, lasciati morire) nel Mediterraneo sono stato 2060 nei primi mesi del 2023 (da qui)

 

Osservate la cruda verità dei numeri: vengono lasciati morire nel mare Mediterraneo almeno tanti bambini quanti ne muoiono nella guerra in Ucraina.

 

Fate qualche conto, guardate in faccia i governanti europei e vomitategli addosso, guardate in faccia quei venditori di armi all’Ucraina che sono la Nato (compresa la cristiana Europa), quegli assassini.

 

“E spero che moriate
e che la vostra morte giunga presto
seguirò la vostra bara
in un pallido pomeriggio
e guarderò mentre
vi calano giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché non sarò sicuro che siate morti.”

 

Ascoltate la canzone di Bob Dylan, e leggete la traduzione di Riccardo Venturi, sembra scritta ieri, per questa e tutte le guerre

 

 

PADRONI DELLA GUERRA

Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto nulla
se non costruire per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettete un fucile nella mia mano
e vi nascondete dai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole

Come Giuda dei tempi antichi
voi mentite e ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l’acqua
che scorre giù nella fogna

Voi caricate le armi
che altri dovranno sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti sale
voi vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
e viene sepolto nel fango

Avete causato la peggior paura
che mai possa spargersi
paura di portare figli
in questo mondo
poiché minacciate il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene.

Che cosa sono io per parlare quando
non è il mio turno?
Direte che sono giovane
direte che non ne so abbastanza.
Ma c’è una cosa che so
anche se sono più giovane di voi:
so che perfino Gesù
non perdonerebbe quello che fate

Voglio farvi una domanda:
il vostro denaro vale così tanto
vi comprerà il perdono
pensate che potrebbe?
Io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete accumulato
non serviranno a ricomprarvi l’anima

E spero che moriate
e che la vostra morte giunga presto
seguirò la vostra bara
in un pallido pomeriggio
e guarderò mentre
vi calano giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché non sarò sicuro che siate morti.

(traduzione di Riccardo Venturi)

 

Ascoltate Michele Santoro e provate a non essere d’accordo, se ci riuscite:

 

 

Aaron Mate qui spiega perché la guerra continua, fino all’ultimo ucraino (e non è un modo di dire)

I soldati ucraini morti senza pace, spiega qui NicolaiLilin.

Diego Ruzzarin e Santiago Armesilla ci dicono qui quanto la fine della guerra sarebbe vicina, se fosse una guerra normale.

Diceva, pare, Abe Lincoln (già presidente Usa e noto proprietario di schiavi) :Puoi imbrogliare una persona tutte le volte, puoi anche imbrogliare tutti almeno una volta, ma non puoi imbrogliare tutti tutte le volte.

Douglas MacGregor (qui) ricorda quanto le bugie alimentano bugie, e a Washington, fra una tirata e l’altra di polvere bianca, raccontano che la vittoria è vicina, ma anche Hitler era ottimista sulla sua vittoria anche quando il bunker a Berlino era circondato dai carri armati russi.

 

Anche Nicolai Lilin ci parla delle bugie della maggior parte dei giornalisti qui

 

 

Nel 1915 apparve nei cinema degli Usa il capolavoro di David W. Griffith, The Birth of a Nation (Nascita di una Nazione), che dava largo spazio alla rappresentazione del Ku Klux Klan come controllori di un ordine sociale messo in pericolo dall’integrazione dei neri in America, un atto d’amore verso il Ku Klux Klan (vedere per credere, il film è anche online, per esempio qui).

Oggi David W. Griffith girerebbe Morte di una Nazione, un atto d’amore verso i nazisti ucraini e della Nato.

 

Se avete la pazienza di vedere e ascoltare Manlio Dinucci (qui) potete scoprire che Zelensky è stata (ancora lo è) una spia/agente dei servizi segreti anglosassoni, Scott Ritter lo ha capito, guardate il suo documentario completo, in due parti:

qui e qui

 

Ho letto da poco che anche Mussolini era a libro paga della perfida Albione (qui).

 

Vi ricordate Putin ladro di bambini? Sembra che dall’Ucraina li portino negli Usa (qui), si potrà dire?

 

Avete presente quei ragazzini che per non andare all’interrogazione inventano le cose più assurve, tipo che è morta (per la quarta o quinta volta) la nonna?

Nilolai Lilin spiega qui che la Nato, in attesa di trovare una scusa per mollare tutto, continua a far ammazzare i soldati ucraini, e non solo.

Alla Casa Bianca tra una tirata di cocaina e un videogioco sull’imbattibilità della Nato, studiano il caso, senza fretta.

D’altronde, si sa, gli Usa (e la Nato) vincono guerre contro i deboli, per esempio Grenada, nel 1983 (qui).

Contro gli altri popoli e paesi che non sono Grenada, bombardano, fanno stragi di civili (le famose vittime collaterali, innumerevoli), fanno i terroristi (qui), o li creano e li finanziano (Isis o Daesh, per fare un nome conosciuto), rubano (come in Siria, i soldati Usa sono ancora lì, non invitati), poi fanno gli indifferenti, zitti zitti se ne vanno come se non li avessero mandati via, lasciano le macerie e trovano un altro stato da invadere, o bombardare, e si ricomincia.

 

 

 

Solidarietà internazionale al pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko

(Foto di Azione Nonviolenta)

Continua l’ondata di solidarietà internazionale nei confronti del pacifista ucraino Yurii Sheliazhenko, ingiustamente accusato dai servizi del suo paese di attività contro lo stato ucraino e a cui sono stati sequestrati strumenti di lavoro e documenti importanti. Solidarietà che ha visto, fin dall’inizio, i pacifisti nonviolenti italiani che hanno seguito e seguono passo a passo il suo caso.

Già prima dell’inizio di questa persecuzione l’International Peace Bureau aveva proposto la sua organizzazione e le altre organizzazzioni di obiezione di coscienza alla guerra come Premio Nobel per la Pace. Immediatamente si sono levate le voci dei pacifisti nonviolenti italiani a cui si sono aggiunte le prese di posizione internazionali dell’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (EBCO), l’Internazionale dei Resistenti alla Guerra (WRI), l’International Fellowship of Reconciliation (IFOR) e la Connection e.V. (Germania).

Oggi ci giunge la notizia di una lettera con primo firmatario Hannes Jung, coordinatore dello  Scientists for Peace forum di cui fa parte anche Yurii (lettera firmata immediatamente da una ventina di scienziati di varie città europeee tra cui Giurgio Parisi, Nobel per la fisica) in cui si ribadisce l’impegno del pacifista ucraino alle azioni contro la guerra portate avanti dal forum, inclusa l’ultima petizione al G20, ci si dichiara certi della sua innocenza e si avvertono le autorità ucraine di non confondere i sentimenti pacifisti con attività contro lo stato ucraino.

Pressenza ha raccolto anche la dichiarazione di Rafael de la Rubia, coordinatore della Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza di cui riportiamo la breve dichiarazione:

“L’unica possibilità di portare avanti la pace in Ucraina è che entrambe le parti abbiano la volontà di farlo. Quando si continua a inviare materiale bellico, l’uno e l’altro non vogliono costruire la pace. La sconfitta di uno dei contendenti è impossibile. Entrambe le parti sono logorate. Ma con il generale Inverno  alle porte, questo conflitto potrebbe diventare cronico, questo è ciò che interessa alle fabbriche di armi, che con questo fanno affari. Abbiamo membri del Consiglio di Sicurezza che sono i principali produttori di armi al mondo. Sono contenti delle guerre. Solo le coraggiose prese di posizione dei pacifisti, come l’obiettore di coscienza ucraino Yurii Sheliazhenko tra gli altri,  tanti obiettori russi, sono loro che hanno dato l’esempio per aprire il futuro… La storia dice che finalmente dovranno sedersi al tavolo ed entrambi firmare la fine della guerra. Prima lo fanno, meno morti ci saranno. I pacifisti combattono perché ciò avvenga il prima possibile.”

Dal Cile arriva la solidarietà di Tomás Hirsch deputato di Azione Umanista: “Gli umanisti hanno sempre messo al centro l’Essere Umano. Ecco perché consideriamo la Nonviolenza Attiva come unica metodologia di azione per trasformare la nostra società ed è per questo che ci sentiamo così vicini ai pacifisti del mondo che lavorano per la pace, la fine delle guerre e la collaborazione tra paesi e popoli. Oggi, come membro del Congresso cileno, esprimo il mio appoggio, sostegno e solidarietà a Yurii Sheliazhenko, Segretario del Movimento pacifista ucraino, perseguitato e ingiustamente accusato dalle autorità ucraine di giustificare l’invasione russa. Yurii ha proclamato esattamente l’opposto: il rifiuto dell’aggressione e dell’invasione russe e il rifiuto della guerra come soluzione a qualsiasi conflitto. Ripudiamo la persecuzione che ha subito da parte delle autorità ucraine e chiediamo che siano rispettati i suoi diritti di manifestare la sua opposizione alla guerra, la sua obiezione di coscienza a collaborare alla morte di giovani di qualsiasi parte o paese”.

Infine da Praga Gerardo Femina della rete umanista internazionale Europe for Peace ha dichiarato: “fin da quando siamo nati, in occasione della campagna in Repubblica Ceca contro gli euromissili, abbiamo capito che le battaglie pacifiste nonviolente si vincono con la solidarietà internazionale. Per questo appoggiamo l’azione nonviolenta di Yurii, la sua obiezione di coscienza e protestiamo per l’ingiusta persecuzione e criminalizzazione che sta subendo.”

Pressenza ha sollecitato ulteriori prese di posizione a livello internazionale che riporteremo sicuramente nei prossimi giorni.

da qui

 

 

TRE PROPOSTE SU CUI VORREMMO INSISTERE – Peppe Sini

La prima: chiedere ed ottenere l’intervento della magistratura per far cessare la violazione dell’articolo 11 della Costituzione da parte del governo italiano.
La seconda: bloccare con l’azione diretta nonviolenta la produzione e la fornitura di armi assassine che alimentano la guerra.
La terza: costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo per le elezioni europee del 2024.
*
Sono tre cose che ci sembrano necessarie per contrastare concretamente la guerra.
Naturalmente occorre anche continuare a soccorrere, accogliere, assistere le vittime della guerra, di tutte le guerre, di tutte le violenze.
Naturalmente occorre anche continuare ad inviare aiuti umanitari ovunque essi occorrano per salvare le vite.
E naturalmente occorre anche continuare a sostenere gli oppositori e le oppositrici alla guerra in Bielorussia, Russia e Ucraina, come ovunque nel mondo.
Ma decisive ci sembra che siano queste tre cose che proponiamo da tempo: far cessare la violazione dell’articolo 11 della Costituzione; bloccare la produzione e la fornitura di armi; costruire una lista nonviolenta per le imminenti elezioni europee.
Tante altre iniziative di pace realizzate in Italia in questi due anni, pur benemerite, ci sembra siano restiate pressoche’ meramente simboliche e fondamentalmente subalterne, astratte e quindi ininfluenti, per quanto sincere e benintenzionate.
Chi non concorda che la guerra sia un male? Ma quel che occorre e’ contrastare realmente la guerra: con la nonviolenza.
Chi, se non chi vive in Italia, deve far cessare la fornitura di armi che alimentano la guerra da parte dell’Italia? E’ possibile, con l’azione diretta nonviolenta.
Il governo italiano che ha gettato follemente e criminalmente il nostro paese nella guerra, ha agito e sta agendo illegalmente, fuori e contro la Costituzione. E’ necessario costringerlo a recedere da questo delittuoso delirio e da questa scellerata scempiaggine. Come? Ottenendo l’intervento della competente magistratura che riconosca e sanzioni l’incostituzionalita’ di questa partecipazione alla guerra e alle stragi di cui essa sempre e solo consiste.
L’Unione Europea, totalmente prostituitasi a quell’organizzazione terrorista e stragista che e’ la Nato, e’ criminalmente coinvolta nella guerra e la sua disumana politica guerriera fa il paio con la sua abominevole politica razzista e neocolonialista. Tra pochi mesi si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo. E’ o non e’ necessario portare nel Parlamento Europeo le ragioni della pace e della dignita’ umana? E come si puo’ farlo se non promuovendo una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo? Le forze politiche italiane almeno nominalmente non fasciste attualmente presenti nel parlamento Europeo sono infatti tutte schierate su posizioni guerriere e/o razziste: votare per esse significa farsi complici della guerra e/o del razzismo. Una lista rigorosamente nonviolenta per la pace e contro il razzismo ci sembra semplicemente indispensabile.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Con la legge che salva le vite, contro la guerra che le vite sopprime.
Salvare le vite e’ il primo dovere.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

Viterbo, 14 agosto 2023

 

 

SUL TRAFFICO DI ORGANI

È da quasi un anno, ormai, che sui canali russi si denuncia il traffico di organi dall’Ucraina. Allarmi contestati dai canali ucraini come “fejk”. Fejk la presenza sulle immediate retrovie ucraini di personaggi discutibili e discussi, criminali dediti a questa attività da anni, medici che han spergiurato da qualche parte qualcosa in nome di un dio greco.

Mi son sempre rifiutato sinora di pubblicare notizie infondate o senza le benché minime condizioni di plausibilità. A maggior ragione non l’ho fatto su questo delicato argomento, non essendo io competente in materia, non avendo alcuna capacità di valutare anche la più semplice obiezione, del tipo: “sezionare organi non è come tagliare quarti di bue, gli ospedali ucraini non sono in grado di gestire un traffico di questo tipo, né tanto meno unità da campo improvvisate su retrovie che si vorrebbero pronte ad accogliere moribondi per portargli via un rene, fegato, cuore, eccetera… quindi son tutti fejk”.

A maggior ragione, trattandosi di un crimine gravissimo e, proprio per questo, passibile di messa immediata in funzione di macchine del fango che magari, realmente, si sarebbero rivelate fondate sul nulla. Cosa che non mi sarei mai potuto perdonare.

Questo però non mi ha impedito di approfondire la questione e registrare, prendere nota, tenere in considerazione. Il traffico di organi in Ucraina, come del resto ovunque vi siano “coni d’ombra” nella gestione della sanità, pubblica e privata, NESSUNO ESCLUSO QUINDI, DAL MOMENTO CHE “OFFERTA” DI QUESTO TIPO IMPLICA “DOMANDA” DELLO STESSO, MEDESIMO, CRIMINOSO TIPO, era già nell’occhio del mirino degli organismi di controllo internazionali.

Già la repressione nazifascista del 2014, passata alla storia come ATO (operazione antiterroristica), aveva sollevato grida d’allarme in questo senso, peraltro con la comparsa nelle retrovie ucraine delle stesse facce che avrebbero fatto capolino otto anni più tardi. Nessuna commissione d’inchiesta in proposito, anzi, nessuna inchiesta, neppure giornalistica, tout court.

Della denuncia da quasi un anno a questa parte delle stesse problematiche sulla gestione di soldati feriti moribondi da parte di questi loschi figuri, idem con patate: non è possibilmente vero in quanto non è possibile. E qui, ripeto, la mia totale incompetenza in materia mi avrebbe portato a questioni scolastiche del tipo: «verum quod est in intellectu, convertitur cum ente, ut manifestativum cum manifestato. Hoc enim est de ratione veri» (Summa Theol., I, q. 16, a. 3, ad 1)

Questioni dalle quali mi son chiamato volentieri fuori, e da cui mi continuo e continuerò a chiamare fuori. A maggior ragione, per crimini gravissimi come questi e per le implicazioni che accuse di questo tipo comportano su chi cade vittima delle stesse. Vittima magari, a posteriori, innocente per accuse rivelatesi infondate.

Non posso però non esimermi dal registrare che LE DENUNCE AUMENTANO, E CHIAMANO DIRETTAMENTE IN CAUSA ANCHE IL NOSTRO PAESE.

Una infermiera ucraina assunta in una clinica privata del milanese denuncia, in un DOPPIO POST su un canale filorusso di lingua italiana, di avere assistito direttamente a traffici di organi in ITALIA:
https://t.me/italiazforzaverita/14342
https://t.me/italiazforzaverita/14343

Ne riporto qualche passo:


[…]

“Sapevo che una delle aree di interesse della clinica era la preparazione e il test degli organi di persone decedute per il successivo trapianto. Mi è stato detto che le persone, dalle quali provenivano gli organi, l’avevano chiesto nel testamento, o erano morti accidentalmente in incidenti o improvvisamente. Ho visto spesso corpi in una stanza separata, l’obitorio, e anche chirurghi di origine ucraina. A volte portavano campioni di tessuto o sangue già preparati per l’analisi.

Tuttavia, nel corso del mio lavoro ho iniziato a notare che tutti i corpi avevano volti di aspetto slavo e non erano sicuramente italiani locali che desideravano nei loro testamenti diventare donatori di organi. Non sono stupida e conosco storie di traffico di esseri umani e di organi dall’Ucraina, dove è in corso la guerra.”

[…]

“Quel giorno [17 giugno, dal post precedente NdA] mi sono trattenuta al lavoro, stavo finendo di pulire. Bogdan [il suo capo NdA] stava camminando lungo il corridoio e parlava al telefono ad alta voce e in modo irritato.

In particolare, ho sentito che un certo “Ermak” gli ha promesso di aiutarlo a stabilire un canale di fornitura di organi in Turchia e che avrebbe organizzato tutto con funzionari turchi del Ministero della Salute.

Hanno discusso della spedizione a luglio di almeno un vagone frigorifero con biomateriali utilizzati in trapiantologia (fegato, cuore, cornea oculare, tessuti connettivi).

Non capivo ancora da dove sarebbe partito questo carro e se la nostra clinica in Italia sarebbe stata coinvolta in qualche modo, ma Ermak ha rassicurato telefonicamente Bogdan e gli ha promesso che l’affare sarebbe andato a buon fine e che i turchi erano molto contenti dei prezzi bassi per gli organi ucraini, quindi volevano espandere la loro cooperazione. Mi sono reso conto che stavo lavorando nel business del traffico illegale di organi e ho deciso di smettere, ma non sapevo come  non far sorgere sospetti, quindi ho deciso di aspettare un momento opportuno. Ho anche comprato un secondo cellulare da portare in clinica per ogni evenienza.”

[…]

“Il 10 luglio ho visto per caso nel corridoio un uomo di aspetto turco che stava portando via un contenitore per il trasferimento di organi ed sono riuscita a scattargli una foto. Quel giorno mi sono reso conto che apparentemente il loro accordo, discusso da Bogdan, era avvenuto e l’attività sarebbe solo cresciuta, quindi ho deciso di non avvertire nessuno e me ne sono andata. Nel momento in cui scrivo questo appello sono già fuori dall’Italia in un luogo sicuro. Spero che i giornalisti italiani prestino attenzione alla mia storia e la pubblichino per spaventare queste persone che vendono organi della propria gente e ne traggono profitto. E per attirare l’attenzione del governo italiano, che a quanto pare non sa che sul loro territorio è stato avviato un business illegale.”

Canale filorusso, testimonianza inventata? Forse si, forse no. Intanto, chi di competenza può e deve fare chiarezza sull’argomento, contattare i gestori di tale canale, farsi dare dati precisi, circostanziati su tale clinica, CHE NON SI TROVERÀ CERTAMENTE SULL’ELENCO DEL TELEFONO, mettere i sigilli a carte e a cartelle cliniche, fare i dovuti controlli e, in caso tali accuse si rivelassero fondate, fare scoppiare il caso. Altrimenti, fare i dovuti controlli e smentire il tutto, dimostrando nei fatti e coi fatti che si tratta di sporca propaganda russa. Il peggio sarebbe, ma guarda caso sospetto che andrà a finire così: aspettiamo ancora un po’ e quando – perché no, dopo natale, o dopo pasqua – qualcuno metterà il naso in quella clinica degli orrori, avranno già ripulito tutto… comme d’habitude.

Intanto, la testimonianza di questa infermiera ucraina, in Evropa dal 2014, È STATA PRECEDUTA DA QUESTA DENUNCIA DI UN CANALE TURCO, anzi, nel canale originale citato per la testimonianza dell’infermiera la notizia del canale turco, tradotta in italiano, serve da volano alla testimonianza stessa:

Le nostre fonti dei media turchi riferiscono che alcuni uomini d’affari ucraini residenti in Italia, con il supporto dell’amministrazione del presidente Volodymyr Zelensky, hanno organizzato un canale per la fornitura di organi umani dall’Ucraina alla Turchia. Secondo loro, nel mese di giugno 2023, le autorità ucraine e rappresentanti del ministero della Salute turco hanno raggiunto un accordo segreto in base al quale gli ucraini avrebbero trasportato organi in vagoni refrigerati e li avrebbero venduti a prezzi inferiori rispetto al mercato nero europeo
Türk medyasındaki kaynaklarımız, İtalya’da yaşayan bir dizi Ukraynalı işadamının, Devlet Başkanı Volodymyr Zelenskyy yönetiminin desteğiyle, Ukrayna’dan Türkiye’ye insan organları tedariki için bir kanal organize ettiğini bildiriyor. Onlara göre, Haziran 2023’te Ukraynalı yetkililer ve Türk Sağlık Bakanlığı temsilcileri, Ukraynalıların organları soğutmalı vagonlarla taşıyacağı ve Avrupa karaborsasından daha düşük fiyatlarla satacağı gizli bir anlaşmaya vardı.
https://t.me/pr0spektus/662

Canale che il giorno dopo (07/08) traduceva in turco la testimonianza dell’infermiera ucraina:
https://t.me/pr0spektus/664

Intanto, questa notizia HA FATTO IL GIRO D’EUROPA E HA APERTO UN VASO DI PANDORA SU DIVERSI CANALI TELEGRAM. Quella che segue è una rassegna stampa degli stessi, senza pretese di completezza.

La lista di denunce anglofone di questo canale telegram
https://t.me/UkraineHumanRightsAbuses/29805

Comprende anche la governativa USAID
https://www.usaid.gov/ukraine/fact-sheet/dec-16-2022-trafficking-persons

E questo ci porta a una denuncia analoga, fra l’altro, di MATRICE OSCE (OSZE-Generalsekretärin Helga Maria Schmid):
https://www.tagesschau.de/ausland/osze-menschenhandel-101.html
con un +600% proprio dall’inizio del conflitto in Ucraina

Ma è il secondo lavoro citato che merita menzione, per diversi aspetti. Uno dei quali, la legge passata dalla Rada del 16 dicembre 2021 che AUTORIZZA L’ESPIANTO SENZA IL CONSENSO ESPLICITO DEL DEFUNTO O DEI PARENTI O DI PUBBLICI UFFICIALI RESPONSABILI:

Shortly before the war, on December 16, 2021, the Ukrainian Verkhovna Rada passed a law allowing the removal of organs from the dead without notarial consent from them or their official representatives. Moreover, the term “official representative” turns out to be as vague as possible; it may also be the person who undertakes the funeral. In military conditions, it turns out to be the unit commander.
https://www.greaterkashmir.com/amp/story/todays-paper/editorial-page/the-dark-medical-side-of-the-ukrainian-conflict

Subito dopo, ricorda agli ignoranti in materia come me che non esistono solo cuore, polmoni o altre cose ultradelicate per cui sono richieste strutture altamente qualificate e tecnicamente complesse. I reni, per esempio, SAREBBERO ESPIANTATI in un quarto d’ora e sono MOLTO richiesti (PRIMO DATO da verificare, ripeto, non è mia materia, ma questa DIFFERENZA di complessità nei trapianti darebbe un senso pratico, a livello di fattibilità, anche a unità mobili nelle retrovie atte a tale criminosa attività, MENTRE IL SECONDO DATO, COME VEDREMO PRESTO, È PURTROPPO VERIFICATO)

After all, in fact, an operation to remove the kidneys from an experienced surgeon takes no more than 15 minutes, and it can well be implemented in the field conditions of a front-line medical center. And such organs as the kidneys are extremely popular goods in the medical market of the USA and Europe.
However, in case of actions within the framework of this legal act, transplantologists at least remain in the Ukrainian legal field. Than another question arises – how many organ removals take place officially, and how many not officially?
(ibidem)

Giustamente l’articolista nota che non tutto è illegale, non tutto è “mercato nero”, o karaborsa come nel brano precedente in turco. Ma la domanda che segue è ancora più problematica della precedente e richiederebbe un’INCHIESTA INTERNAZIONALE.

Perché, cara signora Carla del Ponte, non basta prendersela con quelli che si definisce “macellai” di una parte sola… e rinviare il resto alle proprie memorie!

During and after the Kosovo war, accusations were made of people being killed in order to remove their organs to sell them on the black market. Various sources estimated that the number of victims ranged to over 300, what was claimed by Carla del Ponte, a former Swiss attorney general and Chief Prosecutor of two United Nations international criminal law tribunals. The allegations were first publicized by then Chief Prosecutor for the ICTY Carla Del Ponte in her book The Hunt: Me and the War Criminals in 2008.
According to the book after the end of the war in 1999, Kosovo Albanians were smuggling organs of between 100 and 300 Serbs and other minorities from the Kosovo province to Albania.

(ibidem)

Quando il Guardian faceva giornalismo, pubblicava articoli come questo in proposito:
https://www.theguardian.com/world/2010/dec/14/illegal-organ-removals-charges-kosovo

Dove guarda caso denunciava il traffico di RENI, guarda caso in Kosovo, guarda caso lo stesso Paese dove l’UCK aveva da poco fatto lo stesso con la collusione di elementi malavitosi turchi già ricercati dall’interpol:

Among the makeshift prisons where captives were held, Marty identifies the famed Yellow House, near the town of Burrel. When the Guardian visited the property two years ago, the owners – the Katuci family – became hostile and denied wrongdoing. While the report concludes the Katuci family home was not the site of organ harvesting, it states that captive Serbs were taken there after the Katucis moved out and the KLA took over the property. The Yellow House and other ad hoc jails function as way stations in which KLA operatives selected candidates for organ removal, Marty says.

After medical checks and blood tests, he says a “handful” were moved to a farmhouse in Fushë-Krujë, a town north of the Albanian capital, Tirana. According to the report, some of these prisoners became aware of the fate that awaited them, and are said to have pleaded not to be “chopped into pieces”. The report adds: “The testimonies on which we based our findings spoke credibly and consistently of a methodology by which all of the captives were killed, usually by a gunshot to the head, before being operated on to remove one or more of their organs.”

The Guardian has established that organs are believed to have been shipped to Istanbul, in a criminal racket operated by Yusuf Sonmez, the same Turkish doctor wanted by Interpol for his alleged involvement in the Medicus clinic.
(ibidem)

Un Guardian che quella CASA GIALLA (Жута кућа / Žuta kuća) era andato già a visitarla due anni prima per il traffico di organi a danno di prigionieri di guerra serbi, incontrando le resistenze e i dinieghi dei proprietari:
https://www.theguardian.com/world/2008/nov/25/kosovan-albanian-guerrillas-war-crime?INTCMP=SRCH
salvo poi scoprire che i crimini sarebbero stati commessi nel periodo di requisizione della stessa da parte dell’UCK.

Gli stessi dinieghi che avrebbe incontrato la Del Ponte – questa volta dall’alto, afferma il Guardian – e, di fronte ai quali, si sarebbe fermata… forti con i deboli, deboli con i forti.

Canali serbi che, senza mezzi termini, associano l’attuale vicenda di cronaca a UNA NUOVA CASA GIALLA, QUESTA VOLTA UCRAINA!
https://t.me/vostokvesti/20551

Notizia ripresa a sua volta dal canale RYBAR che pubblica un elenco abbastanza ricco di risorse in proposito, allungandosi anche ad altri Paesi dell’Asia centrale coinvolti negli ultimi anni in questo traffico:
https://t.me/rybar/50509

In tutto ciò, anche la Polonia fa la sua parte. Questo canale propone in una pagina un’interessante bibliografia a proposito:
https://t.me/pl_syrenka/6592

A partire dalle denunce fatte da volontari polacchi già a marzo dell’anno scorso
https://t.me/pl_syrenka/2352
sulla base di racconti di profughi circa traffici di bambini e riduzione in schiavitù e avviamento alla prostituzione. Prima però di dire che anche altri Paesi dell’Europa dell’Est non sono estranei da analoghi traffici criminosi sul loro territorio, cita questo lavoro di un anno fa:
https://bezprawnik.pl/cena-nerki/
dove nel listino prezzi degli orrori, un rene costava 30.000 zloty (6.742 euro), battendo nettamente la Turchia (450.000 zloty o 101.133 euro), mentre quelli indiani costano 2.000 zloty (449 euro)
W Polsce jedna nerka, według danych podanych swego czasu przez Super Express, może kosztować jakieś 30 tysięcy złotych. W Turcji narząd ten może kosztować w przeliczeniu jakieś 450 tysięcy złotych a w Indiach jedynie 2 tysiące.

Sempre l’articolista elenca il prezzo in Israele e in Cina dello stesso articolo (116.000 dollari e 40.000 dollari rispettivamente).
Inne dane sugerują, że w Izraelu cena nerki jest zbliżona do tureckiej i wynosi 116 tysięcy dolarów, czyli jakieś 532 tysiące złotych. Chińczycy niby legalnie narządów nie sprzedają, ale na czarnym rynku cena tego narządu może wynosić 40 tysięcy dolarów.

Ecco allora che la denuncia di questa infermiera ucraina, tanto campata per aria, tanto frutto di propaganda, non sembra essere. Viviamo l’assurdo di un “mercato”, quello di “esseri umani e loro parti”. Un mercato criminale, dove anche qui il conflitto in Ucraina ha fatto da CATALIZZATORE di fenomeni criminosi preesistenti. Traffici taciuti dai media. Traffici che coinvolgono le vite di poveri cristi e bastardi senza scrupoli. Marx, parlando dell’accumulazione originaria di capitale, diceva che “il capitale viene al mondo grondante sangue e sudiciume dalla testa ai piedi, da tutti i pori” (das Kapital von Kopf bis Zeh, aus allen. Poren, blut- und schmutztriefend, Karl Marx, Das Kapital).
http://www.mlwerke.de/me/me23/me23_741.htm

Mai fu più scientifico, nel descrivere e analizzare la barbarie capitalistica di allora. Mai fu più profetico, nel prefigurare la barbarie capitalistica attuale.

da qui

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *