[Valsusa] Diritto e Ragione

Verso la manifestazione di domenica 30 luglio

di Man.Co.

Una pietra non può valere la condanna della ragione. Domenica 3 luglio in Val Susa decine di migliaia di persone sono state minacciate e aggredite dallo Stato, perché? Perché hanno ragione e difendono il diritto.

Per la loro testarda volontà di partecipare direttamente a una decisione che riguarda il territorio che abitano. Una partecipazione garantita dalla legge ma impedita di fatto. E perché viene impedita? Perché è solo un diritto. Perché il diritto è carta se non lo riconosciamo e non lo conquistiamo, difendendolo ogni giorno. E la partecipazione fa paura. I diritti fanno paura, più delle pietre. E del diritto il Tav ne è la tomba, in più sensi.

Il Tav è una “grande opera” voluta dalla legge obiettivo, che è una legge illegale, inventata ad hoc per celare il giro di tangenti che conoscevamo come Tangentopoli prima, come P2, P3, Pinfinito, poi. Una copertura. Una truffa. La negazione del diritto. Un diritto senza copertura economica è solo una dichiarazione di intenti e se la copertura economica serve ai corrotti e corruttori non può bastare per il resto. Il resto sono i servizi: la scuola, il lavoro, le cure mediche, i trasporti, la sicurezza. Ma come fa questa legge a coprire una decisione così scandalosa che sacrifica i diritti di tutti per l’interesse di pochi? Mischia due contratti tipici del mercato libero che regolano i rapporti economici tra pubblico e privato: l’appalto e la concessione. Mette insieme i vantaggi dell’uno e dell’altro per le imprese private, caricando ogni rischio e ogni spesa sul pubblico. Svela un intento che sul mercato libero aleggia come un sussurro, un sogno proibito, di quei privati che vogliono papparsi il tesoro pubblico in dote a ogni Stato, che senza controllo sulla propria ricchezza e sul proprio patrimonio si svuota dei diritti lasciando nudo uno scheletro in bilico su una voragine di debiti e di barbarie.

La barbarie della forza pubblica sganciata dal diritto, opposta al diritto. I debiti ambientali, cancerogeni, economici che vedremo presto. E anche dopo. Per generazioni.

Il debito economico al momento non è visibile, si può solo stimare perché sul bilancio dello Stato non compare. Perché non compare? Gli investimenti sono tutti pubblici e come tali dovrebbero essere rendicontati, resi trasparenti al pubblico e ai controllori. Perché quindi non li mettono a bilancio? Perché dicono che sono privati, che sono gli imprenditori a rischiare il proprio patrimonio e invece gli imprenditori privati usano uno strumento privato, la SpA, per impegnare soldi (Tav SpA) e patrimonio (Patrimonio SpA) pubblici in un’opera che né a loro né al Paese serve finita, anzi, più i tempi si allungano all’infinito e più soldi e patrimonio pubblici finiscono nel diritto privato e nelle tasche degli imprenditori privati. Debiti economici a babbo morto, per i nostri figli e nipoti. Grazie a come è scritta la legge obiettivo anche i bilanci degli enti locali sono a rischio debito, perché finanziano le loro piccole opere pubbliche con il project financing, che sul mercato libero è lo strumento per far partecipare i privati agli investimenti pubblici ma che qui serve per garantire con soldi pubblici i privati che vogliono cimentarsi nell’edilizia e nei servizi locali. Debiti locali che si sommano a quelli statali. Debiti che ai lavoratori costeranno cari, pagheranno con il sangue e con la vita stessa, come accade oggi ed è accaduto negli anni, nei cantieri delle grandi opere che eludono la legge antimafia sul sub appalto, sub contrattando i lavori a imprese mafiose che, a loro volta, offrono lavoro nero, sotto pagato e senza diritti. Così il prezzo umano che si può stimare anche solo per la galleria Tav in Val Susa è di un morto per chilometro costruito: 52 km di galleria, 52 morti

E per far quadrare il cerchio, i nostri imprenditori di imprese private a rischio pubblico, si sono barricati dietro ad altre leggi e leggine che rendono questa truffa addirittura una beffa! Molte leggi che regolano lo smaltimento dei rifiuti tossici sono piccole trappole per topi e ci ritroviamo con paste cementizie intossicate e intossicanti con cui si costruiscono le grandi e piccole opere pubbliche come quelle private. I danni ambientali sono prevedibili. Anche quelli alla salute umana. Debiti cancerogeni. Nazionali. Che si sommano a quelli locali, sotto gli occhi di tutti, opera per opera. In Val Susa è dimostrato, certificato, dichiarato ufficialmente. Se si bucano quelle montagne, quelle montagne rilasciano veleni mortali, amianto e uranio. Se si lavora per vent’anni in quella valle così stretta, con tutti i veleni rilasciati dalla cantierizzazione, la salute di chi l’abita viene gravemente compromessa. Debiti cancerogeni locali.

I debiti ambientali sono poi ulteriormente aggravati dalle incognite che riserva la natura quando viene maltrattata così tanto e così a lungo. Nel Mugello abbiamo perso torrenti, fonti, falde.. in Val Susa che accadrà veramente?

Una voragine di debiti, appunto, scavata da forzati del lavoro e che ingoia il futuro e il presente evacuandoli e seppellendoli in una tomba avvelenata. La tomba del diritto.

L’unica pietra che fa veramente paura è quella lapidaria.

Di certo nasceranno fiori tra le pietre E profumeranno di vita, ignari di ogni diritto e di ogni ragione.

Rom Vunner

2 commenti

  • ginodicostanzo

    Ottimo articolo, forse meritava una maggior esplicitazione la parte legislativa, il meccanismo con cui il privato non rischia quasi nulla, magari con qualche banale esempio. Sottolineo ottimo articolo.

  • per non appesantire lo scritto non ho voluto mettere riferimenti, purtroppo numerosi e anche noiosetti se non ci si intende di appalti pubblici, ma per approfondire suggerisco i seguenti link
    dibattito tra comitati Notav dalla Val Susa, Bolzano, Trento e Mugello: http://lpp.opencontent.it/blog/?p=1189
    breve storia dell’alta velocità di C. Cancelli:
    http://lpp.opencontent.it/blog/?p=8
    le grandi opere del cavaliere di I. Cicconi:
    http://lpp.opencontent.it/blog/?p=524
    il disastro in Mugello dalla sentenza di I grado nel processo Cavet
    http://associazioni.comune.firenze.it/idra/3-3-%2709.htm

    l’inghippo, spiegato molto bene nel libro dell’ing. Cicconi, è tutto nella legge obiettivo, legge n.443 del 2001, e nel suo decreto attuativo DL 190/2002, dove sono stati introdotti la fiugra del contraente generale, general contractor e dello strumento del project financing, il primo addirittura inventato di sana pianta dal nostro legislatore e il secondo snaturato sotanzialmente rispetto alle direttive europee, come la 93/37/CEE, cui pure si fa riferimento nella legge. Queste due distorsioni hanno prodotto il mostro legislativo che permette la truffa e che è quanto di più lontano suggerisca la normativa europea. Nella definizione dei compiti del contraente generale infatti si prevede la possibilità che a questo vengano affidati tutti i poteri del concessionario, che in un normale contratto d’appalto invece sono in capo al committente pubblico ma che nel contratto di concessione vengono attribuiti al concessionario purchè rischi di suo gestendo poi l’opera che ha costruito con cui deve recuperare il 50% almeno dell’investimento economico, ma è definito come un soggetto economico cui il committente garantisce il 100% del corrispettivo necessario alla progettazione e alla realizzazione dell’opera, come fosse un appaltatore. Così diventa un concessionario e come tale senza rischi, perchè non deve per forza gestire l’opera terminata, unico modo nelle direttive europee per recuperare i soldi spesi per costruirla ed è appaltatore perchè lo si retribuisce interamente. Il project financing è legato al contratto di concessione e quindi a come questo è stato snaturato nella legge obiettivo e decreto attuativo relativo, non più solo il 50% del costo dell’opera ma il 100% è garantito dal committente pubblico! Il PF quindi ogni volta venga usato non è da intendersi all’europea, il 50%, ma all’italiana, il 100%.. Le conseguenze sono purtroppo evidenti. Se chi costruisce l’opera non è obbligato a recuperare almeno il 50% del suo costo gestendola ed è garantito al 100% dal committente perchè dovrebbe costruirla bene? e nei tempi previsti? anzi, semmai gli converrà allungare oltre misura i tempi e i costi, tanto questi sono coperti interamente dal committente pubblico.. sic! Proprio quanto sta succedendo in tutta Italia! Consiglio vivamente però di leggere e ascoltare gli esperti in materia. Questo è un sunto stringatissimo.
    Su altri riferimenti normativi alle leggi truffa sui rifiuti tossici vedi:
    incenerimento ed energia:
    http://lpp.opencontent.it/blog/?p=2164
    decreto rifiuti del 24 maggio 2008:
    http://lpp.opencontent.it/blog/?p=857
    e altro ancora, rifiuti ferrosi e paste cementizie soprattutto, sempre sul blog di lpp – laboratorio politiche pubbliche
    Man.Co.

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