Vasco Pratolini e le donne

di Mauro Antonio Miglieruolo

(Da “La Costanza della Ragione” di Vasco Pratolini, pagg. 129-130:
Paola e Rosaria erano delle femmine, nulla di piú. Cariche delle attrattive come dei limiti che ha una donna quando è mediocre e dirle: «Stai zitta, non capisci niente, cretina» è un rimprovero e nello stesso tempo uno slancio affettuoso.

23apr-costanzaragione2Ciò che tra maschi prelude alla scazzottata, con loro si accompagna a una carezza. Le scosti, le togli di mezzo: «Check out, baby. Vai via» siccome sai che ai loro crucci si rimedia con un bacio. Non hanno orgoglio né pudicizia, ossia, ce l’hanno, Paola ad esempio ne straripava, era un giglio, una viola, ma sono dignità e pudori d’un grado fatalmente inferiore, che riguarda la loro integrità fisica non la loro morale. Disposte a tutto, cosí disinvolte da apparire dissolute, ma non a fare l’amore. Si balla il rock, si va sulla luna, siamo liberi, e loro, come le loro bisnonne, pensano alla casa. Hanno quattordici, sedici, diciotto anni, e nel loro orizzonte, anche se c’è fabbrica o ufficio, al di là del reparto e della macchina da scrivere, spunta il matrimonio. Mancato il quale, a ventidue, ventiquattro anni, si considerano vecchie, e tali appaiono cosí inacerbite, si lasciano andare, le puoi avere come si spinge il gettone ed esce musica, se non ti preferiscono qualcuno più maturo. Intanto sono operaie, sono impiegate, dovrebbero partorire gli uomini dell’avvenire di cui noi portiamo il seme, e il loro spirito è ancora schiavo del focolare. Come delle autentiche borghesi. Delle amabili cialtrone. Questo era iI caso di Paola; diversa, perché maturata in un ambiente diverso, la mentalità di Rosaria che tuttavia, alla resa dei conti, combaciava.)
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23apr-costanzaragioneNon conosco Vasco Pratolini, posso però annunciare che, dopo le pagine che presento, mi sento autorizzato a disconoscerlo. Lo cito a dimostrazione di come la reazione possa abitare in qualsiasi uomo e “quasimente” restando inconsapevole.
Più di tutto però queste parole costituiscono la conferma che i reazionari seminano i disvalori che pretendono poi di scoprire nelle realtà, come fosse la realtà a produrli e non loro a seminarli.
Piccole e grandi bugie, dette e ribadite in diecimila anni di lunga ingiustizia.
Oggi sappiamo che le donne possono non essere come Pratolini le descrive, perché su tanti punti, faticosamente, nonostante la società, sono riuscite a aprire prospettive differenti. Non hanno come unica prospettiva il matrimonio, non si considerano vecchie già a ventiquattro anni (nemmeno a trentaquattro e nemmeno a quarantaquattro, perché vecchie non sono, neppure dal punto di vista della capacità di procreare), alla casa non pensano solo loro ma tutti quelli che non ce l’hanno e benché ancora lo si faccia, sono anche meno disposte a lasciarsi insultare impunemente. Almeno non tutte. Per fortuna.
23aprLa_Costanza_della_ragione-380630483-largeChe aggiungere? Un avvertimento. Di guardate bene nelle realtà e nelle più strette evidenze. Forse si scoprirà che tante cose in cui crediamo con ingiusta sicurezza, sono indegne di essere credute. Essere liberi è anche questo, scoprire le false verità che ci incanalano dove i Padroni delle Ferriere desiderano noi ci si incanali; e lasciarle a loro, per renderli schiavi delle falsità da loro stessi create. Sorta di legge del contrappasso: hanno forgiato catene di schiavitù per noi, le catene della menzogna perderanno tutti loro.

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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