Vecchi-giovani … ma la Giustizia prima di tutto

di Chief Joseph

Parlare dei vecchi oggi significa riferirsi tristemente al “fine vita”, alle categorie fragili da vaccinare, a pesi inutili da sopportare a casa o confinare in un geriatrico. Questa è la cinica, ma realistica fotografia della società attuale.
Per fortuna non è sempre stato così: una volta le persone vecchie erano sinonimo di saggezza, di memoria storica, di congiunzione fra il passato e il futuro. Adesso che il futuro è incerto, il passato deve essere cancellato in quanto costituisce un inutile orpello. Siamo in una società che rifiuta le prospettive votandosi all’autodistruzione. Infatti è fin troppo facile comprendere che un grattacielo senza fondamenta, che si è prefissato il presuntuoso scopo di raggiungere il cielo, è destinato a crollare miseramente al primo alito di vento.
Fino alla metà del secolo scorso il vecchio era una risorsa a cui attingere per progredire e questo si evinceva dai piccoli gesti quotidiani. Guai al bambino che osava mancare di rispetto a una persona incanutita. Adesso purtroppo si può irridere impunemente. A cominciare dalla tanta osannata Greta Thunberg la quale schematicamente sentenzia che il passato ha rovinato il mondo portando alla distruzione del nostro pianeta. Le chiedo: a quali vecchi si riferisce? Forse a Gandhi? Forse a Martin Luther King? O
forse a Che Guevara, che poi tanto vecchio non era? E per rimanere in Italia, erano obsolete cariatidi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino?
I giovani sembrano non comprendere che non è sufficiente lottare per il
clima ma occorre concentrarsi su un valore universale come la Giustizia,
rigorosamente con la g maiuscola. Fino a quando non si perseguirà tale obiettivo tutti i discorsi (e i bla-bla-bla) sul clima resteranno aria fritta.
Perseguire la Giustizia implica necessariamente operare per un’equa ridistribuzione delle ricchezze. Questo non significa tendere ad un’eguaglianza che appiattisca, ma a comprendere che fino a quando, nel mondo, 26 individui possiederanno la ricchezza di 3 miliardi e ottocentomila persona (rapporto Oxfam 2019) il feroce dominio esercitato dal capitalismo continuerà a sfruttare egoisticamente le risorse umane e quelle della
Terra.
Voglio invitare la Thunberg e i suoi seguaci – sicuramente in buona fede, ma utilizzatori di un approccio semplicistico – a scorrere la storia e scoprire che ci sono vecchi, venuti prima di loro, che hanno pagato con la vita la volontà di consegnare ai giovani un mondo migliore.
Se questi giovani non riusciranno a creare un anello di congiunzione con i vecchi che hanno perseguito i loro stessi ideali sono destinati a fallire miseramente perché anche il big-bang è sorto da qualcosa che preesisteva. Infatti – mi si perdoni il luogo comune – nulla si crea, tutto si trasforma.
La Giustizia deve essere il grande obiettivo dell’uomo. E se non si agisce nella direzione di realizzarla tutte le altre battaglie – che riguardino la pace, il clima, la libertà – saranno di retroguardia e si limiteranno mantenere lo status quo.
Sicuramente è una lotta lunga e difficile che è in atto da migliaia di anni. Si pensi ad Amos, profeta del secolo ottavo avanti Cristo, che incentra la sua prima grande predicazione sulla Giustizia da rendere agli uomini. Infatti quando nella società israelitica di Samaria, attraverso alcuni meccanismi di sviluppo economico, si attua un processo di monopolizzazione delle società terriere in mano a pochi con un forte depauperamento dei coltivatori ridotti a servi della gleba, si alza la voce di Amos per denunciare la situazione di ingiustizia e di oppressione dei poveri.
Non ci saranno mai aria pura, mari pieni di vita, terre incontaminate e soprattutto pace fino a quando non verranno sconfitti coloro che creano la povertà e prosperano sulla diseguaglianza.
La vignetta è di Altan
Redazione
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