Venezia, Turi, Ravenna: nuovi fuochi nocivi

di Vito Totire (*)

Non dimenticare la strage di Modugno

Risarcire dignitosamente le vittime

Prevenire è meglio che risarcire: al bando la produzione di “fuochi”

Il 24 luglio 2015 una orrenda strage uccideva 10 operai del comparto fuochi artificiali. Mentre la morte di operai purtroppo è facile a verificarsi dura a morire si rivela la inquinante e assurda usanza di usare fuochi artificiali. Il “logo” dei fuochi è stato usato per la nazionale di calcio e per la pubblicità del turismo in Romagna. E nel senso materiale i “fuochi” – nonostante il covid – continuano a imperversare. Qualche parlamentare ha addirittura perorato la causa dei produttori che, pare, siano stati esclusi dai “ristori” economici elargiti all’industria.

Al di là dell’uso del simbolo, evidentemente ancora abusato come segno di festa, i “fuochi” continuano ad imperversare: da Venezia per il Redentore a Turi (festa della Madonna) a Ravenna (sant’Apollinare , 22 luglio: per la modica spesa di 36.551 euro!) dove pare che i fuochi siano stati sparati più in alto del solito (per allargare l’area di ricaduta dei residui?). Si continua dunque a spendere e sprecare risorse economiche PER INQUINARE…

Significativo il caso di Turi, festa parrocchiale per la quale il fornitore si chiama Bruscella. Abbiamo pensato a un caso di omonimia ma la cosa risulta incerta; la ditta appartiene alla stessa persona che ha patteggiato una condanna a 4 anni per la strage? Stiamo facendo indagini e “speriamo” francamente in un caso di omonimia, visto che il contrario sarebbe inquietante al massimo.

I dati Inail dicono che la mortalità sul lavoro è cresciuta nel 2020 di più di un terzo; certamente la quota maggiore di questo impressionante aumento è causata dalla epidemia ma, per la precisione, dalla omissione di misura di sicurezza in corso di epidemia e non da eventi “naturali” o ineluttabili. L’impressionante incremento di mortalità deve indurre al massimo rigore non solo nella applicazione delle misure di prevenzione ma anche nella strategia di eliminazione del rischio alla fonte, nel senso del bando della produzioni di merci nocive (fuochi artificiali, armi, cosiddetto tabacco riscaldato ecc).

E’assurdo che con la situazione ambientale in atto mentre persino le istituzioni – a parole – favoleggiano svolte ecologiche (indicando però strategie o inefficaci o controproducenti come il nucleare) nei fatti si continuino a sprecare risorse per inquinare e con nuovi e più aggressivi fattori di rischio come le nano particelle che hanno assunto nei fuochi artificiali un peso e un ruolo sconosciuto in passato. Nel 6° anniversario della strage di Modugno chiediamo:

  • ai cittadini di segnalarci eventi che prevedono l’uso dei fuochi per sollecitare sindaci e prefetti a evitare lo spreco-inquinamento: la prossima scadenza a noi nota è ancora Ravenna – Lido Adriano, 14 agosto, con la scusa del santo patrono (!) occasione in cui forse qualcuno dovrà invocare la protezione di altri santi per la protezione da allergie e asma. Se poi contiamo una spesa di 36.000 euro per comune italiano… emerge una cifra economica ragguardevole e meritevole di altre destinazioni
  • al Parlamento e alla ministra Marta Maria Carla Cartabia per inserire nella riforma della giustizia UNA NORMA CHE OBBLIGHI LO STATO AI RISARCIMENTI IN SEDE CIVILE E PENALE NEL CASO CHE IL RESPONSABILE DELLA STRAGE, DELL’OMICIDIO COLPOSO E DELLA MALATTIA PROFESIONALE NON SIA RISARCITO DA UN SOGGETTO IMPRENDITORIALE RICONOSCIUTO COLPEVOLE MA INSOLVENTE; sarebbe iniquo che le vittime di stragi fossero risarcite solo con la copertura assicurativa Inail e non per il danno differenziale e morale; la responsabilità penale è personale ma è colpevole anche lo Stato per le sue omissioni (nel senso del mancato esercizio della azione ispettiva-preventiva di vigilanza) per esempio se la ditta Bruscella a Modugno lavorava nella condizioni che il tribunale di Bari ha accertato con sentenza definitiva del gennaio 2019.

PER RISPETTO E IN RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI MODUGNO ABBIAMO IL DOVERE DI ROMPERE IL SILENZIO CHE HA CIRCONDATO LA STRAGE SUL LAVORO PIU’ “RIMOSSA” CHE SI SIA MAI VERIFICATA IN ITALIA NEGLI ULTIMI 50 ANNI.

(*) Vito Totire a nome della «Rete nazionale per l’ecologia sociale» ovvero Associazione Esposti Amianto, circolo Chico Mendes, Centro Francesco Lorusso e Lega animalista

 

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