Verona, com’è nera l’università

di Qbea (questo blog è antifascista)

Tempi bui per la conoscenza quando la propaganda di una fazione politica, contro cui si basa la nostra Costituzione, diviene l’unica detentrice della verità storica, senza possibilità di verifica, confronto, discussione. Cosa è successo?

Ricapitoliamo. All’università di Verona era stato organizzato dai collettivi studenteschi Studiare con lentezza e Pagina 13 per il giorno 12 febbraio un incontro con la storica Alessandra Kersevan sul tema delle foibe. Un incontro organizzato all’interno del corso del professor Gian Paolo Romagnani. La cosa aveva fatto imbestialire l’estrema destra veronese, con in capo il sindaco Flavio Tosi, già legato a Forza Nuova, eletto insieme a una pletora di noti estremisti di destra veronesi. Queste proteste avevano spinto il “Magnifico Rettore” – noterete le virgolette – a vietare l’incontro dicendo che «c’è un tempo per la conoscenza e uno per la pietà», un vero rappresentante illuminista. Studenti e docenti, insieme all’ospite, decidono di tenere comunque il seminario. Il responsabile delle aule arriva al ridicolo togliendo la luce all’intero piano in cui si trovava l’aula. Nel frattempo però arriva anche un gruppo di estremisti di destra che entra all’università con caschi, mazze, fumogeni e spray al peperoncino. Questi riescono a mettere fine al seminario, obbligando i presenti ad abbandonare l’aula e procurando un bello spavento alla relatrice e alla figlia che era presente. Ovviamente il “Magnifico Rettore” prende subito posizione c come prima cosa minaccia gli studenti dei due collettivi organizzatori di essere privati dei loro spazi nell’Ateneo. In seconda battuta apre una procedura disciplinare verso il docente che ospitava il seminario. Non è dato sapere se abbia consegnato un encomio agli squadristi.

Le giornate del ricordo sono diventate le paludi dell’oblio, cancellando cosa è stato il nazifascismo, cosa fu l’occupazione italiana in Yugoslavia. Valgono solo gli urli di La Russa e camerati. Quello che mancava era lo sceneggiato, ordinato dal ministro camerata Maurizio Gasparri, in cui i repubblichini diventano i buoni e i partigiani i folli cattivi.

Al di là di questo viene negata ogni possibilità di studio e approfondimento anche all’università. La Kersevan viene apostrofata con epiteti utilizzati verso chi nega l’Olocausto, non parrà vero ai “punti neri” di poterlo fare.

Alessandra Kersevan ha compiuto da anni ricerche su archivi e documenti, come si usa per studiare davvero, ma l’intelletto deve essere spento se si vuole lasciare spazio alla sola propaganda. Fra i libri della Kersevan è opportuno segnalare: «Porzus, dialoghi sopra un processo da rifare» (Kappa Vu editrice, 1995), «Un campo di concentramento fascista: Gonars 1942-1943» (Kappa Vu, 2003), «Lager italiani» (Nutrimenti, 2008). Un altro libro fondamentale sulle foibe è «“Bono taliano”: militari italiani in Jugoslavia dal 1941 al 1943: da occupatori a disertori» (Odradek, 2012) di Giacomo Scotti, minacciato di continuo da fascisti italiani e croati.

Tornando a Verona, in solidarietà contro la vile aggressione – e per protestare contro l’ancora più codarda risposta del sempre fra virgolette “Magnifico Rettore” – è sceso in campo l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e alla manifestazione antifascista che si è tenuta il 18 febbraio hanno aderito tutte le forze antifasciste della città, compresa l’Anpi. Che sia solo l’inizio.

Redazione
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10 commenti

  • Daniele, fuori tema. Conosco o immagino le tue opinioni, ma, personalmente, credo sia necessario manifestare solidarietà, subito, a Massimo Giannini, attaccato oggi da nientedimenoche il Presidente della (nostra) Repubblica, in modo diretto e vergognoso, in una lettera pubblicata sul quotidiano Repubblica. Tra tutti, e dico tutti, il Presidente della Repubblica censura Giannini. Che si vergogni, Napolitano. Vergogna. E passo le giornate a trattenere gli insulti. Esploderò ?

    • grazie Agostino, sei fuori tema ma…. fino a un certo punto. Sempre di legalità costituzionale parliamo.
      Non comprando «Repubblica» ignoravo la faccenda ma ora ho letto (in rete) e concordo con te sulla gravità della lettera di Napolitano che suona più come una intimidazione che una rettifica.
      Infatti chiunque sia in grado di leggere e comprendere la lingua italiana ha inteso il messaggio di Napolitano (dopo l’ultima bravata del Pdl contro i giudici) come la richiesta ai giudici di non toccare Berlusconi in questo momento. Se invece il presidente della Repubblica non intendeva ciò che tutte/i abbiamo capito dovrebbe scusarsi e spiegare che lui (o chi gli scrive i comunicati) ha commesso un grave errore.
      Al di là della simpatia (io da sempre ne ho poca per Napolitano) o delle diverse opinioni politiche che si possono avere, bisogna registrare che oggettivamente questo presidente si pone spesso fuori dalla Costituzione che dovrebbe tutelare: troppe volte tacendo contro i fascisti e gli eversori, parlando a sproposito (di Monti e non solo) ma anche con piccoli – però gravi – gesti come quello di ricevere “in pompa magna” i due marò sotto processo in India. Non è certo il mio presidente. (db)

  • per chi volesse ascoltare con le proprie orecchie l’esposizione di Alessandra Kersevan sulle foibe, segnalo questo intervento su http://www.radiazione.info
    http://www.radiazione.info/2013/02/la-giornata-della-menzogna/

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