Versi «lungo le strade della vita»
di Giovanna De Carli (*)
Tu mi ami così profondamente
che in superficie non si vede niente
***
Io in fotografia vengo male
non tanto per la faccia da criminale
quanto per la mancanza del suono:
io, senza le parole, non ci sono.
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Sono utili i colori?
O sono soltanto come i fiori, utili soltanto alla felicità
(nota per essere considerata dal potere
la meno necessaria delle necessità)
***
Sarà perché le spose
sono fatte di velo
che il vivere di colpo
sembra così leggero?
***
Ogni tanto
vorrei lungo le strade della vita,
che qualcuno mi gridasse
come ai ciclisti: “resisti!”
o, anche senza la erre, mi rincuorasse:
“esisti!” “esisti!”
(*) Ho incontrato Giovanna – ma per me è stata subito Zuana, non so perché – sotto forma di un librettino, infilato in una busta gialla che mi è stata data, quasi clandestinamente, a Merate. Era il “sotterfugio” di una libraia amica di Giovanna che sperava io cascassi nella trappola. Infatti ho abboccato. Il librettino (una foto e poco altro «Nel buio lunare») circola in 30 copie ma nella «edizione 7234» – dov’è il trucco? – e mi è piaciuto assai e anche più. Forse sono “uno dei 30” (o uno dei 7234?) perché a Merate avevo buttato lì due versi della Wislawa Szymborska: «Le persone istupidiscono all’ingrosso e rinsaviscono al dettaglio». Dopo il “dettaglio” del libretto mi son sentito “savio” e ho chiesto di «saperne di più». La libraia adescatrice mi ha inviato i versi che avete appena letto e questa succinta spiegazione: «è una poetessa per caso o meglio per psicanalisi». Poi, dopo questa prima dose, la libraia-pusher ha aggiunto:«se ne vuoi altre basta chiedere ;-)». Cosa credete che abbia risposto? E adesso son qui, impaziente. Fortuna che domani in blog mi posso consolare con le «neuropoesie» di Pabuda… che non è neppure un tipo geloso. E chissà poi se Giovanna (o Zuana) esiste o è la trentesima invenzione della libraia 7234. Quasi quasi mi faccio una tisana che lo shampoo l’ha finito Gaber. (db)