Verso l’instabilità politica tedesca?

di bortocal15 (*)

Sembra incredibile, ma a due settimane esatte dalle elezioni politiche tedesche le trattative per il nuovo governo in Germania non sono ancora iniziate: infatti si annunciano molto difficoltose e forse si sta aspettando che le tensioni decantino.

La Merkel deve fare il miracolo politico di mettere d’accordo la destra classica dei Liberali libertari e liberisti, col centro dei Verdi, antitetico del tutto su molte questioni: l’immigrazione, ma anche l’Europa, e poi la tutela ambientale, alla quale i Liberali non sono poi troppo sensibili.

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Ma i suoi primi problemi la Merkel li ha in casa, col partito fratello bavarese della CSU.

Il contrasto è sull’immigrazione, e proprio oggi [8 ottobre] si tiene un incontro a porte chiuse per provare a definire una piattaforma comune, prima di andare a trattare con gli altri.

La Merkel è protestante, figlia di un pastore luterano: la sua posizione sugli immigrati (un milione e seicentomila profughi in due anni) è stata anche una scelta etica cristiana, fatta senza guardare ai sondaggi, che anche qui mostrano tensioni e difficoltà di accettazione.

Anche se poi nessuno fa del razzismo becero come in Italia: neppure la destra dell’Alternative fuer Deutschland, troppo calunniata da noi.

L’altro partito democristiano, la CSU bavarese, esprime invece l’anima cattolica della regione, e il suo cristianesimo è formale, tradizionalista, identitario, fatto di riti barocchi, e molto lontano da papa Francesco: e vuole fissare delle quote massime.

Ci sarà una trattativa?

No: la CSU ha detto che la sua posizione sul tema non è negoziabile.

Forse la Merkel farà la piega; non pare abbia altra scelta.

Ma poi dovrà vedersela con i Verdi che sono su posizioni alquanto diverse.

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Il segretario dei Verdi, un turco nato in Germania (ius soli senza discussioni, qui) potrebbe essere il nuovo ministro degli Esteri, se si farà la coalizione Giamaica: nera, gialla e verde.

Ma Erdogan ha già iniziato un fuoco di sbarramento, dichiarando che, se sarà lui, si rifiuterà di riceverlo, e Ozdemir per parte sua ha già dichiarato che bloccherà le trattative per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea: vive da un anno sotto protezione della polizia, da quando ha votato, assieme alla maggioranza del parlamento tedesco, il riconoscimento del genocidio armeno. 

Un turco democratico sarà, per non dire che è già, il più sicuro nemico di Erdogan, e la sua scelta avrebbe un grande valore simbolico per i 3 milioni di turchi che vivono in Germania. E che sono oramai una specie di sesto partito non ufficiale, col quale Erdogan interviene pesantemente da tempo nella vita politica interna tedesca.

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Scommettere sulla riuscita della Merkel è difficile: su qualche quotidiano escono i primi sondaggi strumentali per dire che molti elettori vorrebbero rifare le elezioni, e da quanto si sente in giro pare che sia davvero così.

Ma che cosa risolverebbero le elezioni? segnerebbero certamente l’uscita della Merkel dalla scena politica, ma non credo che risolverebbero i problemi politici della Germania: i risultati non potrebbero cambiare un granché, ma in compenso avvierebbero una fase di instabilità dagli esiti imprevedibili.

E per sostituire la Merkel senza elezioni servirebbe una coalizione del tutto inverosimile di tutti gli altri partiti tradizionali.

Dunque aspettiamoci mesi di trattative; e incrociamo le dita che la Germania non abbia imboccato la strada di Weimar.

(*) ripreso da «corpus15.wordpress.com»

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