Violenza

di Monica Lanfranco

Dieci anni fa, dopo il G 8 di Genova, si temevano scontri e incidenti in occasione del Social forum di Firenze (settembre 2001) ma non ci fu violenza.
Sembrava che il dibattito sulle pratiche di piazza potesse evolvere, dentro ai movimenti, elaborando il lutto per la morte di Carlo e per l’occasione perduta di denunciare a mani nude e a volto scoperto la violenza del sistema, rispondendo con la costruttività dell’alternativa, con la fermezza composta dei genitori di Carlo e delle vittime della polizia nel continuare a chiedere verità e giustizia.
Dieci anni nei quali alcune di noi hanno continuato a produrre materiali, a costruire eventi collettivi (ultimo in ordine di tempo Punto G 2011) e a lavorare nella formazione alle pratiche sociali che costruiscono, che curano e non distruggono.
Donne disarmanti (così chiamammo il testo che ho curato assieme a Maria Di Rienzo) è stato nel 2002 uno dei contributi in questa impresa, assieme al quotidiano agire attraverso le nostre riviste di donne, i blog, i siti, le radio.
Questo lavoro, attento a non cadere nella trappola militarizzante che scatta quando per “smantellare la casa del padrone si usano gli stessi attrezzi del padrone” (per citare Audre Lorde), fatto da studiose e attiviste donne e da pochi uomini in Italia è sempre stato guardato con sospetto, sufficienza, noncuranza (a seconda di chi osservava) anche e soprattutto dentro i movimenti altermondialisti.
La tendenza è stata (ed è) quella di galleggiare ambiguamente nella nebbia del “non mi sento di giudicare”, “non mi sento di condannare”, “ci sono pratiche diverse e linguaggi diversi”, “non bisogna dividere tra buoni e cattivi”, quando si era messi di fronte ad atti violenti, sia quelli dei blocchi neri o degli antagonisti in varie occasioni.
Come se ci fosse una violenza buona e giusta (quella dei movimenti, che reagiscono) e una cattiva (quello dello Stato e della polizia).

La violenza è violenza.
Lo sanno bene le donne, che fino al 1996 in Italia erano vittime di stupro ma a essere violata era la morale, prima della modifica legislativa che si attendeva da oltre 20 anni: che accadrebbe se la rabbia delle violentate, delle mobbizzate, delle vittime di stalking si mutasse in violenza verso gli uomini? So bene di proporre un paradosso ma quello che oggi viene celebrato, nei fatti di Roma come giusta reazione all’ingiustizia è, nei fatti, un farsi giustizia da soli che non solo non sortisce effetti se non buttare discredito sui movimenti pacifici e fare alzare il livello di repressione e di militarizzazione, ma è anche e soprattutto una non risposta.
E’ l’attivazione della solita tragica vecchia spirale.
Basta con le giustificazioni per chi viola lo spazio pubblico con la logica testosteronica militare, organizzata e non. Occorre ammettere che sono state sottovalutate, a sinistra come dentro i movimenti che non si riconoscono nelle politica tradizionale, alcune derive violente nei linguaggio, come nelle forme, così come nei contenuti di frange sempre più numerose di giovani (e non). Ricordo bene le discussioni a proposito dei “compagni” delle tifoserie ultras; se si ascoltano gli slogan di oggi moltissimi sono mutuati, nel ritmo come nei contenuti (poverissimi) proprio da questi ambienti. Come scrive Peacereporter “Gli Indignados italiani hanno perso una grande occasione e ne sono responsabili perché da domani non si parlerà del futuro delle nuove generazioni, della disperazione delle vecchie, ma di una manifestazione con centinaia di migliaia di persone rovinata da un gruppo di criminali vestiti di nero”. Pensiamoci.


Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

7 commenti

  • Grazie Monica e sì, pensiamoci. Senza paraocchi da nessuna parte. Da molti anni, lo sai, cerco di incamminarmi sulla strada della nonviolenza. Però condivido solo alcuni fra i pensieri che tu scrivi (o che scrivesti dopo alcuni “incidenti” o come preferisci chiamarli) in Val di Susa. E condivido solo in parte, per restare al dibattito in questo blog, ciò che hanno scritto Maria o Giorgio nei loro post o David in un commento. Tu parti da piazza san Giovanni per andare oltre e io pure faccio così, vado oltre. Provo a capire se c’è, c’è stata e/o ci sarà un problema che potremmo definire “la loro violenza e la nostra”.
    1 – “La violenza è violenza”. Scrivi tu. Punto, basta: sempre eguale. No. E infatti se, nell’esempio che fai dopo, una donna stuprata uccide il suo aggressore per difendersi (o persino si vendica) dubito che tu diresti è “uguale”. Io di certo non lo direi.
    2 – La violenza degli oppressi non è bella, penso sia quasi sempre sbagliata, ma è certamente diversa da quella degli oppressori. Se non altro nelle cause e la differenza non è piccola.
    3 – Non usiamo gli stessi attrezzi del padrone per smantellare la casa del padrone: giusto. Ma… chi oggi è o sarà disperata/o di fronte alla violenza (economica e militare) di Stato dove trova questi strumenti? Chi di noi sta “smantellando” la casa del padrone? Solo nei libri? O c’è qualcosa di concreto da raccontare?
    3 bis – Io per esempio direi che in Val di Susa si sta “smantellando” la casa-ferrovia-arbitrio del padrone; tu saresti d’accordo?
    4 – Io mi sento di giudicare. Ci penso, discuto, mi arrabbio, mi calmo, ci ripenso, limo e poi puntualizzo, faccio compromessi (come nella discussione con Agnese, Eugenio, Marco-3 e Pupa in questo blog, l’hai letta?) ma poi giudico. E decido.
    5 – A volte c’è un noi e un loro. Preferirei non fosse così ma invece accade. E bisogna scegliere.
    6 – Io dico che “non ci sono buoni e cattivi”. Le divisioni sono altre, passano di sicuro dentro le vittime e i complici (più o meno consapevoli) come – ma m’interessano zero – fra gli oppressori, i loro servi, i loro “narratori” (a esempio giornaliste/i che distorcono ogni secondo la realtà o fra le tante ne raccontano una sola e chiamano “violenza” solo quella altrui)
    6 bis – Chi urla (non penso a te ma in generale) solo per trenta auto sfasciate e non per la violenza della Bce è cieco, scemo, disonesto o cosa? “Le Monde” (e dico il pacifico “Le monde” non Bakunin o Roberspierre) ragionando sulla epidemia di suicidi, dopo i licenziamenti in Francia, scrisse che è violenza indurre le persone al suicidio. Sì, lo è. Chi non lo ammette è in malafede.
    7 – Se i movimenti si difendono (l’esempio è tuo) da un attacco, io credo che sia una violenza legittima. Mi pare che “legittima difesa” sia l’antico termine giuridico. Per quel che ho letto Gandhi era d’accordo quando non esistevamo altri modi per difendere la propria vita (o quella altrui).
    8 – Rischiamo di cadere in una vecchia spirale? Su questo hai ragione e forse sono più terrorizzato di te.
    9 – Attendo di sapere se gli indignados hanno proposte praticabili. Per ora le uniche tre indicazioni interessanti le ho avute da Enrico Euli.
    Mi fermo.
    Db+4 hanno scritto che è meglio discutere con persone “non d’accordo” (se no che gusto c’è?) perciò proviamo e riproviamo.
    Insieme: perché se è vero che “cogito ergo sum”, mi piace di più il “penso e dunque siamo”, il “penso e dunque mi ribello” ma soprattutto il “penso e dunque agisco”. Senza agire si cade nel contemplare il mondo e lasciarlo com’è. Ma su questa ultimissima indicazione sono certo che tu sei d’accordo con me.
    Grazie e ciao, db

  • Monica:NOTAV,ventimila forse piu arrampicati sui monti e le valli di Chiomonte (mica un viaggio in pulman a cantare il mio viaggio libero e panini e porchetta e bandierine ac-cattocomuniste o servosindacaliste)repubblica pagina 24 corsera pagina 22,la stampa del figlio del gruppo di assassini di Giuseppe Pinelli (mi prendo la responsabilita politica penale e LIbertaria quale membro degli autori de “La strage di stato” delle mie inequicovabili ???!!!??? affermazioni) in trafiletto:Bene la prossima volta daremo assalto e fuoco al senato ed al parlamento. Svejateve che c’avete quasi sessant’anni(come me d’altronde.)

  • Mi rendo conto ora,causa febbre 39 bronchite asmatica che non si capisce di cosa scrivo:Allora saro’ molto mamolto piu chiaro e specifico:sabato 15 circa tremila compagni giovani brikke brokke(come ci chiama il nonno partigiano di Garbatella che ha dato poi rifugio a tanti di noi intossicati e mazziati) piu circa cinquemila White Bloc,sapendo che non esisteva un servizio d’ordine ed a conoscenza che in sangiovanni eran pronti i soldatini di piombo a travolgere ed investire con i caroselli come dichiarato da maroni per un settimana, cercando con altri morti come a Genova e quasi il 14 dicembre a Roma di instaurare un regime militare:ora se non ci son stati morti ne feriti gravi non è certo grazie agli infami ac-cattocomunisti e comodosindcalisti in attesa con le prossime elezioni di andare sulle nuove poltrone in parlamento a dichiarare guerra(tranne Rossi e Turigliatto rifondazione pcdi han votato per la guerra genocida Iraq ed Afghanistan)anche all’Iran e han dato sfogo al loro bieco infame stalinismo consegnando nelle mani delle guardie tre ragazzini di 16 anni solo perchè vestiti di nero,ripeto,se non ci fossimo stati noi sarebbe stata una strage. ORA PREGO MONICA DI DIMOSTRARE CHE LEI SABATO 15 OTTOBRE C’ERA,CHE IL 14 DICEMBRE2010 C’ERA,CHE ALLA LIBERA REPUBBLICA DELLA MADDALENA C’ERA,CHE IL 19-20-21 LUGLIO 2001 A GENOVA C’ERA, NON IN TENDA CON AGNOLETTO MA IN PIAZZZA. GRAZIE E BUONA CONTINUAZIONE DOPO QUESTA MIA SUPERPROVOCZIONE.Marco Pacifici

  • Ultima cosa:se mi fossi messo davanti ad un bancomat ed avessi detto ai miei compagni brik brok di lasciarlo stare mi avrebbero dato retta,mi conoscono bene a via dei volsci a san lorenzo a casal bertone a tore maura:ma io ho 58 anni ed una Vita vissuta intensa e meravigliosa,loro,i nostri cuccioli di 15-16-18-20 anni han davanti una non vita di morte per fame,sempre che non l’ammazzino prima sul lavoro a nero. Non dico tanto…ma un poco meno di ipocrisia…grazie a tutti tutte

  • INEQUIVOCABILMENTE ANARCOINSURREZIONALISTA STO PACIFICI….UGHUHUHUHUHUH son sempre comunque ancor speranzoso che con una risata li seppelliremo…anche se non ci siamo riusciti dal 25 aprile 44 e comincio a sentir qualche acciacco….Che la Vita ci sia leggera.

  • CHISSA’ IL CHIASSO DEI NONVIOLENTI QUANDO LEGGERANNO QUESTA NOTIZIA …
    http://baruda.net/2011/10/26/tortura-in-carcere-e-il-turno-di-asti/

  • CiAo Onig… Ocram. Buona serata caro fratello DB riguardate che ce so’ le alluvioni …tempo da lupi….magari…uuuuuuuuuuuuuuuuuhhhhuuuuuuuuuuuuuuuuhhh

Rispondi a Marco Pacifici Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *