Visioni dal futuro: portare la fantascienza a scuola 

di Massimiliano Di Giorgio (*)

Chiamatela come volete: ultragenere, anticipazione, futuro. Ma è sempre viva.
Un concorso nelle scuole di Roma prova a riportare la fantascienza tra i giovani, sfidando la diffidenza italiana verso un genere che ha plasmato culture, immaginari e perfino i romanzi che non vogliono ammettere di esserlo.

Il 21 novembre parte un concorso di fantascienza riservato alle alunne e agli alunni delle scuole primarie, medie e superiori di Roma. Sì, avete capito bene, di fantascienza: una roba che sembra diventata una parolaccia, almeno in Italia. Da un po’ di anni, a dire il vero. Provo a spiegarmi.

Il problema forse sta nella stessa parola, in italiano coniata da Giorgio Monicelli – un traduttore ed editor, meno famoso del fratello Mario – oltre 70 anni fa, sulla scia dell’inglese science fiction. È che la ggente, mediamente, quando sente parlare di fantascienza pensa subito – o soltanto – ai viaggi spaziali o nel tempo, ai razzi e agli alieni o ai robot.

Ecco, non è più così, da molto molto tempo: la SF racconta di futuri terribili (distopie) o forse bellissimi (utopie), possibili o improbabili, di passati alternativi (ucronie o anche lo steampunk, per dire) e presenti diversi. Ma anche di magia, talvolta.

C’è la fantascienza sociale, ci sono tanti sottogeneri, dalla storica space opera al cyberpunk al solarpunk. Ed è pieno di etichette alternative, e forse tutte parziali: C’è chi parla di letteratura di anticipazione, chi di ultragenere.

Nel frattempo la fantascienza si è evoluta anche geograficamente: è uscita dalle riviste americane pulp, per lettori che si volevano trastullare con storie fantastiche; ha superato i confini dell’Europa, anche quella dell’est, e oggi prospera anche in Africa e soprattutto in Asia.

Però, l’idea che la fantascienza sia un genere letterario minore e di intrattenimento fantasioso, pieno di scimienze (monkey business), è rimasta salda, curiosamente.

Nel frattempo, almeno secondo noi fantascientisti (cioè gli appassionati del genere letterario), di fantascienza hanno scritto tanti, tantissimi autori, anche se quella parola gli editori non la vogliono usare. L’ultimo romanzo di Ian McEwan che parla del 2119 e del mondo che sarà, con le guerre nucleari e il cambiamento climatico, che cos’è se non fantascienza?

In un’intervista dei giorni scorsi al Venerdì di Repubblica McEwan ha detto di aver scritto un romanzo “di fantascienza senza scienza”. Quindi, potremmo desumerne, un romanzo di fantasia. Ma in inglese, lingua di McEwan, la stessa frase suona “Science fiction without science”, quindi narrativa senza scienza, che vuol dire tutto e niente. Qui forse, la definizione “narrativa di anticipazione”, calzerebbe a pennello.

Una scrittrice come Margaret Atwood, l’autrice del “Racconto dell’ancella” (che troverete definito come distopia) sostiene di non scrivere fantascienza, pur se è stata la prima vincitrice, nel 1987, del premio “Arthur C. Clarke”, attribuito al miglior romanzo di science fiction pubblicato per la prima volta nel Regno Unito. Non scriverà solo di fantascienza, ma anche di fantascienza sì.

Se chiedete a un fantascientista qual è il primo romanzo di fantascienza, potreste restare sorpresi: dalla Bibbia (o anche prima) all’Utopia di Thomas Moore. Molti concordano comunque che il “Frankenstein” di Mary Shelley è probabilmente il migliore esempio. C’è la scienza e l’ultrascienza (e c’è anche l’horror, a dire il vero: ma il mélange dei generi è un altro capitolo che non vorrei aprire ora).

Ora, tornando al concorso per bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Con tutte queste chiacchiere, da ex ragazzino che negli anni Settanta leggeva un sacco di fantascienza, come i titoli pubblicati nella collana Oscar per ragazzi dalla Mondadori – forse potrei averli confusi ancora di più. Forse, dice qualcuno, a ragazze e ragazzi la fantascienza semplicemente non interessa.

Forse, dico io, interessa sempre, ma non la chiamano così, anzi, non la chiamano affatto, perché non fanno distinzione di genere (e qui torna utile la definizione di ultragenere).

Sia come sia, il concorso che ha lanciato l’associazione Allargo Pannonia – che a Roma organizza lo Sfestival, un piccolo festival di fantascienza di cui si è appena svolta la seconda edizione – può essere utile a capire appunto quali sono le tendenze. Per partecipare non occorre pagare alcuna quota di iscrizione e non c’è alcuna spesa “imprevista”. si tratta di un’iniziativa per incentivare la scrittura e la fantasia.

Per spiegare, abbiamo scritto questo: “Scrivere fantascienza è un atto creativo e un esercizio di libertà, di immaginazione e consapevolezza: aiuta a dare forma alle idee, a costruire narrazioni personali e collettive, a immaginare alternative e a comprendere la complessità. Permette di esplorare non solo tecnologie e universi lontani, ma anche il mondo attuale e ciò che rende umani: le scelte, le emozioni, i sogni e le paure che accompagnano ogni trasformazione”. Basterà? Non lo so. Intanto ci proviamo. Trovate qui tutte le informazioni: https://sfestival.it/#concorso

Articoli correlati

  1. ROMA SFESTIVAL: Al via la prima convention romana di fantascienza

(*) da diogene.com

By Anonymous – Camille Flammarion, L’Atmosphère: Météorologie Populaire (Paris, 1888), pp. 163., Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=318054

NOTA DELLA BOTTEGA

Da qualche tempo è ripresa la “buona” abitudine del martedì. Con «di Marte si parte» in “bottega”- ogni martedì – almeno un articolo dalle parti della fantascienza (e/o del fantastico). Ci sarà… SCSP ovviamente, sigla che sta per «Salvo catastrofi sempre possibili». Si accettano, anzi si sollecitano, contributi e critiche, commenti e segnalazioni, al limite invio di libri agli/alle squattrinati/e “martediane/i” che siamo noi.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *