Vizio di forma (Inherent vice) – Paul Thomas Anderson

viz

Joaquin Phoenix è sempre grandissimo, e già lui sa solo vale il prezzo del biglietto.
e poi c’è tanto altro, una storia confusa, ma forse non vuole essere tanto chiara, c’è un inizio, l’immagine del mare fra le case, una fine, la stessa immagine del mare fra le case, e in mezzo succedono un sacco di cose, non necessariamente, chiare e conseguenti, a volte non sai cosa succede e cosa è immaginato.
e però, se ti lasci prendere dal flusso delle immagini e delle parole, ci sono delle grandi soddisfazioni, dialoghi che ti colpiscono, attori bravissimi, musiche che sono perfette per il film.
tratto da un romanzo di Thomas Pynchon, citazioni su citazioni, senza che disturbino mai, a volte ti sembra di vedere “Il grande Lebowski”, a volte alita un soffio de “I Blues Brothers”, a volte c’è la follia di “Austin Powers”, a volte molte altre cose, ma tutto si tiene bene.
un film che non si può spiegare troppo, bisogna essere disponibili al divertimento, al nonsense, a volte al deja vu, insomma un film da vedere senza aspettarsi niente degli altri di Paul Thomas Anderson, una cosa nuova, non necessariamente un capolavoro, un gran bel film da vedere.

http://markx7.blogspot.it/2015/03/vizio-di-forma-inherent-vice-paul.html

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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