“Voglio sapere chi mi ha massacrato”

Luca Fanesi, tifoso della Sambenedettese – squadra che milita in serie C – racconta il trauma subito lo scorso 5 febbraio, quando finì in coma al termine della partita Vicenza – Samb. Secondo alcuni testimoni venne brutalmente picchiato dalla polizia, nonostante avesse avuto le mani alzate e fosse stato inoffensivo.

tratto da Osservatorio repressione

Voglio sapere chi è stato. Voglio sapere chi mi ha massacrato“. A dirlo è Luca Fanesi, 44 anni, tifoso della Sambenedettese – squadra di calcio di serie C – finito in coma lo scorso 5 novembre al termine della partita Vicenza – Samb.

Chi ha massacrato Luca? Secondo la questura veneta l’uomo avrebbe preso parte a dei tafferugli con i tifosi rivali e sarebbe caduto accidentalmente urtando la testa su un cancello. Non pochi testimoni, tuttavia, hanno raccontato una storia ben diversa sulla quale la Procura di Vicenza sta indagando: non è stato un incidente a mettere a rischio la vita del 44enne, ma una serie di manganellate inferte da agenti di polizia in assetto antisommossa.

Manganellate che, per di più, sarebbero state date a un uomo con le mani alzate, inoffensivo. Quei colpi avrebbero causato una “frattura a decorso longitudinale della mastoide di destra, una frattura peritura lamboidea di destra estesa alla squama dell’occipitale, una frattura della squama del temporale di destra e di una frattura delle ali dello sfenoide di destra e della parete laterale destra del seno sferoidale”. Nel referto medico inoltre si faceva riferimento a un ematoma dello spessore di 11 millimetri nella parete occipitale destra e di “focolai contusivo-emorragici in sede fronto-vasale”. Un quadro clinico gravissimo che ne avrebbe determinato un coma lungo un mese. Prima, in uno degli ultimi momenti di coscienza, Luca Fanesi avrebbe detto a un medico del 118 di essere stato picchiato dalla polizia.

Le conseguenze del trauma su Luca Fanesi: perdita dell’olfatto e difficoltà a parlare

Poi il vuoto: oggi Luca Fanesi è tornato a casa, a San Benedetto del Tronto, e sta affrontando una lunga e faticosa riabilitazione psicomotoria. Dopo aver subito numerosi interventi chirurgici al cervello – necessari per decomprimere un’emorragia che avrebbe potuto ucciderlo – Luca ha perso l’olfatto, fatica a camminare correttamente e ad articolare le parole. Soprattutto, però, ha perso del tutto la memoria su quel 5 novembre: “Ricordo soltanto che ero sull’autobus e stavo mangiando un panino. Dopodiché non ricordo niente di quello che è successo“.

Luca Fanesi difeso da Fabio Anselmo, lo stesso avvocato delle famiglie Cucchi e Aldrovandi

Ricostruire quei momenti non sarà semplice. La Procura di Vicenza ha aperto un’inchiesta, visionato i filmati e raccolto le testimonianze delle parti. Il 44enne è difeso dall’avvocato Fabio Anselmo, legale che segue anche i casi di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi, uomo abituato a seguire casi di malapolizia, ma soprattutto i frequenti depistaggi. All’avvocato Anselmo, ma anche alla tenacia della moglie e del fratello di Luca, il compito di tentare di ricostruire una vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche e potrebbe configurarsi come un nuovo caso di abusi da parte di uomini in divisa.

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