VOLA LIBERA LA POESIA DI FARAJ BAYRAKDAR
di Sandro Sardella
incontrare la poesia è sempre un lampo .. stavo a Roma .. in
piazza Teatro di Pompeo .. vicino Campo de’ Fiori .. vedo un
quasi corridoio infarcito di libri e .. mi lascio tentare dalla mia
congenita febbre libridinosa .. entro un poco distrattamente
.. sbircio qua e là .. gli scaffali sono divisi a tema .. P .. Poesia
.. (non volevo spendere!?) .. e toh! ‘sto librino: Faraj Bayrakdar:
“il luogo stretto” – poeti.com – nottetempo – Roma – 2016 ..
(traduzione dall’arabo e cura di Elena Chiti ) .. il corridoio è la
libreria Tara ..
beh! .. ecco un assaggio di un uomo ostinato eroico ..
tremendamente poeta ..
(dall’Introduzione del poeta stesso) ..
“ Ho passato i primi sei anni di prigionia completamente
tagliato fuori dal mondo esterno, senza radio, né giornali
né visite, senza il permesso di avere penne e fogli. .. All’
inizio avevo bisogno della poesia per conoscere la mia
anima, per proteggerla, per mantenerla in equilibrio sul
cammino tra perdizione e salvezza. Pian piano mi sono
accorto che la poesia è per me il più bel volo della libertà.
.. è qualcosa che non può essere imprigionato. .. Ogni
tentativo di creare un senso è un atto di resistenza contro
il carcere e i suoi strumenti . .. E’ vero che il numero di
frustate che mi sono preso in quattordici anni di carcere
ha quasi raggiunto il numero di parole che ho scritto, ma
questo non ha fatto vacillare la mia fede nella parola, in
particolare nella parola poetica, che proietta un’ombra
verde di profezia,santità e conforto, e, se in Siria può
portare in carcere il suo autore, può ugualmente
schiudergli le porte della libertà. .. .. “
*
Visita
Alla fine
come non è
insolito
il mio amore sorride
al suo nome.
L’universo festeggia
due nuovi cieli
le farfalle indossano
ali di
libertà pura.
Grazie dicono i boschi
sciogliendo al vento i capelli.
Grazie dicono i gabbiani
scrollando dalle ali
la stanchezza del primo migrare.
Grazie dicono le onde
eseguendo una danza
su un’aria marina d’amore.
Galoppano i campi di grano
i sogni domano le tempeste
e Dio si raddrizza
sul suo trono.
Alla fine
come al solito
gorgoglia la voce del poliziotto
che annuncia la fine della visita
le finestre del carcere chiudono gli occhi
e le pareti si coprono di
un colore di estremo pudore.
(Carcere di Sednaia, 26 gennaio 1993)
*
La lacrima
Può la lacrima
essere pietra
o essere fiore
diglielo pure
io e te ne siamo testimoni
da lungo pianto.
*
Il suo silenzio
Prenderò dalle sue labbra
un poco
di silenzio
quanto basta
perché si bagni la poesia.
Faraj Bayrakdar .. nato nel 1951 nel villaggio di Tir,
vicino a Homs, Siria .. arrestato per affiliazione al partito
comunista nella primavera del 1987 dai servizi segreti
di Hafez Assad e condannato solo nel 1993 a quindici
anni di reclusione dopo averne passati sei in isolamento
.. è stato rilasciato nel 2000 .. .. attualmente vive in Svezia
Questa poesia è di una bellezza straordinaria!!!