Vuoti di memoria

27 gennaio fra consapevolezza e strumentalizzazioni

di Associazione Madiba Sinnai (*)  

L’odio è uno solo. Si difendono gli ebrei difendendo tutte le vittime” dichiara Milena Santerini, nominata nei giorni scorsi, dal governo, Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo.

Si tratta di una carica nuova, di cui ancora non si conoscono reali funzioni, compiti e poteri. Probabile si tratti di un provvedimento partorito dal desiderio, spesso confuso e raffazzonato, di far comunque qualcosa di mediaticamente visibile, che racconti una presa di distanza almeno apparente dalle forme più esasperate di antisemitismo, sciovinismo e razzismo.

Le parole della Santerini hanno un peso particolare perché vengono da una persona “moderata” (è stata deputata di Scelta Civica, il partito di Mario Monti), seppure con una consolidata esperienza d’impegno concreto, soprattutto in campo educativo, contro tutte le intolleranze, dall’antiziganismo all’islamofobia. (1)

E hanno un peso particolare perché, oggi più che mai e in varie parti del mondo occidentale, si rafforza invece il tentativo di creare distinguo all’interno della lotta alle discriminazioni; di giustificare alcune delle intolleranze e discriminazioni attuali nel nome delle intolleranze passate, di presunti fenomeni discriminatori in atto, di sottovalutazioni e distinguo. Sottostimando e ignorando altri stermini e genocidi: da quello dei nativi americani (del nord e del sud) a quello perpetrati dallo schiavismo; da quello dei Tutsi in Ruanda e Burundi a quello degli armeni; fino a quelli a noi vicini temporalmente, o addirittura in corso, dei Rohingya in Myanmar, di curdi, yazidi, migranti. Che, proprio perché in corso, chiederebbero un impegno concreto e quotidiano, e non solo una rituale e generica commemorazione una volta all’anno.

Così è passata in modo diffuso, e non certo per ragioni di verità storica, l’identificazione tout court dell’orrore della Shoah con la totalità dello sterminio nazista, ignorando o sottacendo, ancora oggi, che accanto agli ebrei, ci fu l’olocausto di Rom, Sinti e delle altre comunità zingare (2) (3); l’olocausto di omosessuali e lesbiche (4) l’olocausto di Testimoni di Geova, comunisti e oppositori vari; l’olocausto di invalidi fisici e psichici (5), e degli “asociali” di vario tipo. Fra 15 e 17 milioni di persone sterminate in totale, la popolazione dell’intera Italia centrale, di cui un terzo ebrei (6) (7).

Il 16 gennaio scorso la Lega di Salvini ha depositato, alla Camera e al Senato, quattro mozioni per “riconoscere la definizione di antisemitismo e per bloccare il boicottaggio di Israele”, chiedendo “l’impegno del governo ad assumere ogni misura per prevenire e reprimere la circolazione e divulgazione di idee antisemite nel nostro paese e a ribadire il rifiuto non soltanto dell’antisemitismo, ma anche dell’antisionismo”. Nelle mozioni viene chiesto, inoltre, che il Governo si impegni “a non finanziare e sovvenzionare in alcun modo organizzazioni che, a vario titolo, partecipino al boicottaggio dello Stato d’Israele e, in particolare, quelle che hanno formato l’appello di Boycott, divestment and sanctions“.

I leghisti italiani, che hanno anche tentato recentemente di utilizzare la senatrice Segre e la comunità ebraica nella loro opera mistificatoria, non dovrebbero far testo vista la natura prettamente elettorale di ogni loro iniziativa. Ma le loro proposte arrivano dopo che in altri paesi occidentali ci sono stati importanti e preoccupanti passaggi simili:

In Francia il 3 dicembre 2019 l’Assemblea nazionale ha approvato una risoluzione che adotta la definizione di antisemitismo formulata dall’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (IHRA), comprendente “le manifestazioni di odio verso lo Stato di Israele giustificate dalla mera percezione di quest’ultimo come collettività ebraica”. 

In Gran Bretagna molti osservatori ritengono che uno dei motivi decisivi per la pesante sconfitta dei Laburisti, alle elezioni dello scorso 12 dicembre, sia stato causato dalla campagna contro il loro leader Corbin accusato di posizioni “filo palestinesi” e quindi, sulla base di una logica astrusa, anti Israele e quindi, ancora, antisemita.

Austria, Canada e Stati Uniti legiferano e dispongono in tal senso, utilizzando gli innegabili rigurgiti antisemiti come arma per appoggiare le attuali politiche israeliane, per chiedere la “messa fuorilegge del movimento anti-israeliano e antisemita per il boicottaggio di Israele“, come dichiarato da Matteo Salvini al convegno del 16 gennaio scorso.

Il gioco di equiparare antisemitismo con antisionismo va avanti da decenni, purtroppo con numerosi e acritici consensi, nonostante che le voci più chiarificatrici sulla questione vengano dagli stessi ebrei, dagli stessi israeliani (8) (9).

La mistificazione, il travisamento, l’uso per fini propri della “memoria” è diventata una consuetudine radicata e diffusa. Falsando (tacendo dei casi di vero e proprio negazionismo) l’immaginario collettivo sull’olocausto e i campi di sterminio, sino al ridicolo della sostituzione della bandiera sul carro armato liberatore che entra ad Auschwitz. Riducendo l’olocausto a fatto simbolico e unico, quindi astratto, distante, utile per purificarci dalle nostre colpe di “nazioni civilizzate” ed esimerci dal vedere gli altri genocidi e le altre stragi di cui siamo, quando non diretti autori, interessati complici. Oppure, senza apparente contraddizione, usando l’olocausto come grimaldello per le proprie battaglie, svilendo la stessa Giornata della memoria affiancandole altre commemorazioni di presunti e non dimostrati ”genocidi”, vedi le foibe titine (10); in un’avvilente corsa a “farsi ognuno” il proprio momento commemorativo dell’orrore, senza basi storiche o scientifiche ma puramente emotive, se non di mera speculazione politica.

Le commemorazioni, il “ricordare insieme”, non sono necessariamente inutili, o peggio ancora un alibi cerimonioso per giustificare e mascherare il nostro quotidiano vuoto di memoria. Possono essere un momento di rafforzamento di una consapevolezza continua e quotidiana, non fossilizzata, e volendo anche emotivamente impregnato della retorica data dalla condivisione. Ma, appunto, se c’è una consapevolezza. Consapevolezza delle discriminazioni e dei “genocidi” di cui è drammaticamente pieno il nostro contemporaneo. Alcuni, è vero taciuti e nascosti ai nostri occhi; altri talmente narrati e mediatizzati da divenire paradossalmente irreali, trasparenti. Ma di cui a differenza di 80 anni fa possiamo, volendolo, sapere quasi tutto. Consapevolezza che sappia diventare, e non può essere altrimenti superando l’indifferenza, impegno per denunciare, disvelare, combattere e vincere discriminazioni e intolleranze.

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=42833&lang=it

NOTE

  1. Relazione finale Commissione Jo Cox https://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/uploadfile_commissione_intolleranza/files/000/000/002/INFOGRAFICA.pdf
  2. Sul Porrajmos http://porrajmos.it/?lang=it
  3. https://www.patriaindipendente.it/persone-e-luoghi/servizi/auschwitz-la-rivolta-degli-ultimi/
  4. Sull’olocausto degli omosessuali https://raot.it/omosessuali-ed-olocausto-germania-nazista/
  5. Sull’olocausto degli invalidi il bellissimo spettacolo di Marco Paolini Ausmerzen, vite indegne di essere vissute. https://www.youtube.com/watch?v=mg3tEQiuSbw
  6. https://it.wikipedia.org/wiki/Olocausto
  7. http://www.deportati.it/
  8. Appello degli intellettuali ebrei francesi del dicembre 2019 https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-francia_127_intellettuali_ebrei_dicono_no_allassimilazione_dellantisionismo_allantisemitismo/82_32012/
  9. Un’approfondita analisi di Azmi Bishara, ex membro palestinese del parlamento israeliano https://www.lavoroculturale.org/lantisionismo-e-una-forma-di-antisemitismo/
  10. Sulla mistificazione delle foibe https://www.libreidee.org/2018/02/le-foibe-che-ingoiano-la-verita-litalia-stermino-gli-jugoslavi/?fbclid=IwAR2C8csNCRNkyFxR7XKLWB2lH3BXryUaHr6VJDkMfDMzEpWntYDKUfBE39s

(*) testo condiviso da Asce, l’Associazione sarda contro l’emarginazione.

La vignetta è di Benigno Moi

Redazione
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