Wislawa Szymborska: «Non portate nel cosmo i burloni»

Una insolita alleanza fra poesia e Marte-dì

 

AVVERTIMENTO

Non portate nel cosmo i burloni,

non ve lo consiglio.

 

Quattordici pianeti morti,

qualche cometa, due stelle,

e già durante il viaggio per la terza

i burloni cambieranno d’umore.

 

Il cosmo è quel che è,

ossia perfetto.

E i burloni mai glielo perdoneranno.

 

Nulla li farà gioire:

non il tempo – giacché troppo eterno,

non la bellezza – giacché senza pecche,

non la gravità – giacché non si lascia volgere in scherzo.

Tutti saranno ammirati,

loro sbadiglieranno.

 

Sulla rotta per la quarta stella

sarà peggio ancora.

Sorrisi acidi,

disturbi del sonno e di equilibrio,

discorsi stupidi:

che il coro col formaggio nel becco,

che le mosche sul ritratto di Sua Maestà

o la scimmia nel bagno

– be’, sì, quella era vita.

 

Limitati.

Preferiscono il giovedì all’infinito.

Primitivi.

Preferiscono una nota stonata all’armonia delle sfere.

Stanno benissimo nelle fessure tra

teoria e pratica,

causa ed effetto,

ma qui non è la Terra e tutto combacia.

 

Sul trentesimo pianeta

(ineccepibile quanto a desolazione)

rifiuteranno perfino di uscire dalle cabine,

vuoi per un mal di testa, vuoi perché un dito duole.

 

Che imbarazzo e vergogna.

Tutti quei soldi buttati nel cosmo.

Post Scriptum di BIANCA (grazie): ogni riferimento a persone e situazioni esistenti è puramente casuale. Nessun animale è stato maltrattato.

(*) da «La gioia di scrivere – Tutte le poesie 1945/2009», Adelphi, 2009, a cura di Pietro Marchesani

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